Sui fatti di Montichiari e il movimento per la liberazione animale


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2 minuti

Si riceve da Laboratorio Antispecista e si pubblica:


Le immagini dei cuccioli che passano attraverso il filo spinato di Green Hill durante la manifestazione svoltasi a Montichiari sabato 28 aprile hanno fatto il giro del mondo e toccato i cuori di migliaia di persone.

Come tutti saprete, in quell’occasione, alcuni manifestanti hanno scavalcato le reti dell’allevamento e dato vita a un’azione di liberazione a volto scoperto.
12 di loro sono stati tratti in arresto.

Ci sentiamo di prendere una posizione netta contro questa azione repressiva così come ci schieriamo sempre e in forma aperta contro ogni azione messa in atto da questo sistema per porre freno a gesti di lotta e liberazione umana, animale e della terra.

Senza dubbio un gesto così eclatante, unico per le modalità con cui si è svolto e per la notevole risonanza mediatica suscitata, ha il merito di aver portato nuovamente alla ribalta il tema dell’allevamento di animali per la vivisezione in Italia nonché di aver dato ampia eco al tema della sperimentazione animale in genere ma, pur ammettendo questo merito all’azione, in questo caso come al solito, non riteniamo automaticamente vera l’equazione maggiore visibilità uguale maggiore riuscita.

Riteniamo perciò doveroso esprimere il nostro pensiero circa la linea e i contenuti espressi dagli organizzatori della manifestazione,ovvero circa il movimento Occupy Green Hill con cui ci teniamo a sottolineare non abbiamo alcuna affinità, e riteniamo gravissimo e contrario alle nostre convinzioni l’aver accettato la collaborazione di Michela Vittoria Brambilla, ex ministro, ritenendo lei, così come ogni politicante, rappresentante dello Stato e lo Stato stesso, per sua stessa natura estranei alla nostra lotta per la liberazione animale e, ancor più gravemente, nemici di questa lotta stessa e parti integranti di una realtà oppressiva, repressiva, autoritaria, gerarchica e specista che si concretizza e manifesta fattivamente nell’esistenza stessa di luoghi come Green Hill.

Riteniamo sia il momento di ribadire precise parole chiave:

antispecismo, liberazione animale umana e della terra, azione diretta, antifascismo.

Concetti, non solo parole, che oggi più che mai ripetiamo prendendo le distanze da chiunque abbia deciso di approfittare dei fatti accaduti e di cavalcare l’onda della risonanza mediatica degli avvenimenti per accaparrarsi voti e consensi e da chi, consapevolmente, ha svuotato la lotta contro Green Hill dei contenuti radicali con i quali la campagna aveva preso le mosse.

Riteniamo doveroso che il movimento antispecista prenda apertamente le distanze da questo circo mediatico e punti piuttosto a sottolineare quanto il tema della sperimentazione animale vada trattato da un punto di vista antispecista e non semplicisticamente animalista.

La chiusura di un allevamento così come di qualsivoglia struttura facente parte del disegno del capitale non potrà mai essere sancita dal capitale stesso ma che solo la lotta dal basso, l’autorganizzazione e contenuti radicali pagano così come hanno dimostrato campagne del passato che hanno sortito l’effetto sperato senza mai perdere di radicalità né piegarsi a logiche che rifiutiamo.

La battaglia contro Green Hill non deve essere vista come una lotta contro il singolo allevamento ma deve fare parte di un progetto ben più ampio e radicale, un progetto che si pone contro qualsiasi forma di sfruttamento, un progetto antispecista, un progetto di liberazione.

Laboratorio Antispecista – Palermo


Fotografia in apertura: archivio Coordinamento Fermare Green Hill


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2 Commenti
  1. Novella Donato ha scritto:

    Poiché la mia impotenza mi va stretta e condivido in pieno la vostra filosofia e le azioni che mettete in atto per sottrarre gli animali alla violenza bieca degli umani, vi chiedo in che modo, da ora in poi, potrò sostenere le vostre iniziative. Non posso piu’ vivere con questo senso di impotenza. Non mi basta il mio essere vegetariana ed animalista: vorrei partecipare piu’ attivamente per eliminare un po’ di ingiustizie e sofferenza ai danni dei nostri fratelli animali. Aiutatemi a rendermi un pochino piu’ orgogliosa del mio essere “umana”. Non ce la faccio piu’ a sopportare questo oceano di barbarie quotidiane. Rasento la depressione, quando mi soffermo a riflettere sulla crudeltà presente in questo mondo. Io amo tutti, ma proprio tutti gli animali. Desidero difenderli insieme a gente come voi. Grazie. Novella Donato.

    5 Maggio, 2012
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  2. Veganzetta ha scritto:

    Cara Novella,
    Grazie per le tue belle parole.
    L’impotenza dovrebbe sempre andare stretta, e forse questo è il principio della vera volontà di cambiare le cose.
    E’ possibile sostenere in mille modi la liberazione animale, lo si può fare mediante l’attivismo, mediante la propaganda, mediante la pratica personale.
    Gli esempi di attivismo pubblico in questi giorni sono evidenti, è importante sempre far sentire la propria voce. La propaganda è un lavoro molto più lungo e prevede la diffusione dell’idea antispecista nella società attraverso i rapporti interpersonali: parlare sempre con chi vuole ascoltare e esporre la propria visione è importantissimo. La pratica personale è la base di partenza: vivere coerentemente secondo i principi che si è deciso di abbracciare.
    Per quanto ti riguarda puoi scegliere di partire da dove vuoi, ma prima di tutto sii coerente con quanto hai scritto e diventa vegan per smettere il più possibile e da subito di contribuire a massacro quotidiano degli Animali.

    6 Maggio, 2012
    Rispondi

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