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Francesco Cortonesi racconta la triste storia di un Orso polare che per il solo motivo di essersi avvicinato ad un villaggio umano, ha subito una punizione tanto terribile quanto ingiuriosa.
Con l’occasione si propongono anche alcune riflessioni su un ulteriore fatto di cronaca avvenuto verso la fine del 2017 che ha avuto come protagonista un altro Orso polare che, in fin di vita, viene filmato mentre rovista tra la spazzatura di un accampamento abbandonato.
Buona lettura.
L’Orso impiccato
Questa fotografia è stata scattata in Groenlandia il 20 gennaio del 2018. L’Orso polare, quando è stato ucciso, era a circa duecento metri da un asilo. Alcuni marinai che si trovavano nelle vicinanze, allertati dalle grida di alcuni passanti, sono intervenuti sparando e non gli hanno lasciato scampo. Subito dopo hanno impiccato il cadavere dell’Animale e lo hanno esposto in una piazza poco distante. Molte persone umane, incuriosite, si sono fermate a riprendere la scena con gli smartphone: “Non capita tutti i giorni di vedere un orso polare!”, ha commentato il turista che ha scattato questa fotografia che poi ha inviato al giornale locale che ha pubblicato la notizia. In Groenlandia, dove si trova il parco naturale più grande del mondo (circa il 45% dell’intero Paese) l’incontro con un Orso polare è giudicato estremamente raro, tanto che gli uffici del turismo non raccomandano precauzioni particolari. Del resto, negli ultimi 35 anni, la popolazione di questi Animali si è ridotta di un terzo e, secondo le stime, un altro terzo lo perderemo nei prossimi trent’anni. Entro cinquant’anni gli Orsi polari potrebbero scomparire del tutto.
Tra le pene di morte, l’impiccagione è considerata la più infamante. In Occidente, nonostante la si applichi dalla metà del 1200, negli ultimi due secoli è stata riservata principalmente a traditori e vigliacchi. Il corpo impiccato viene esposto come monito e come forma di spregio verso il cadavere. S’impicca non solo per punire ma anche per umiliare. Per quanto possa sembrare assurdo, impiccare Animali è una forma di uccisione piuttosto diffusa. Ad esempio recentemente, in Italia, numerosi corpi di Lupi sono stati impiccati da pastori che protestano contro la reintroduzione di questi Animali nel “nostro” territorio. Uccidere e poi impiccare un Orso bianco per punirlo di essersi avvicinato troppo a un villaggio abitato non è altro che uno dei tanti simboli del dominio che vogliamo esercitare sugli Animali, arrivando addirittura ad attribuirgli colpe che non hanno. L’Orso bianco è il mostro che vuole divorare i nostri piccoli, il babau da sconfiggere e mostrare orgogliosamente alla folla assetata di vendetta che oggi innalza, invece dei forconi, i telefonini. Per filmare e poi condividere la propria ferocia, senza rendersene conto.
Francesco Cortonesi
L’Orso polare morente e l’attivista senza cuore
Le fotografie e il video di un povero Orso polare ridotto pelle e ossa dalla fame che, quasi incapace di camminare, rovista disperato tra i rifiuti abbandonati in un accampamento di una ex riserva degli Inuit nell’arcipelago polare canadese, ha fatto il giro del mondo ed è stata riportata praticamente da tutte le principali testate giornalistiche. Le immagini strazianti hanno scatenato un dibattito sull’inquinamento globale, il surriscaldamento, lo scioglimento dei ghiacci e le conseguenze drammatiche e terribili che tutto ciò comporta per i viventi. L’autore del reportage fotografico si chiama Paul Nicklen, è un fotografo e attivista ecologista canadese nonché fondatore dell’associazione SeaLegacy che si prefigge la protezione degli ambienti marini attraverso documentazioni fotografiche e video impattanti; il loro motto è “Our mission is to create healthy and abundant oceans, for us and for the planet” e una delle proposte è un programma di pesca “sostenibile”, o anche il consumo alimentare selettivo di Pesci (forniscono addirittura una lista di specie di Pesci che dovrebbero preferibilmente mangiare – pagina rimossa a metà del 2018). Se tali informazioni non vi bastassero, sul sito web dell’associazione è possibile leggere la lista completa per punti dei loro suggerimenti, tra i il numero 7 risulta di particolare interesse (anche questa pagina è stata rimossa a metà del 2018).
Ma torniamo al video girato sull’Orso. Il suo autore si è difeso dalle molte persone umane che lo hanno accusato pubblicamente di non aver prestato soccorso all’Orso, adducendo delle motivazioni a dir poco ridicole: Nicklen ha dichiarato che una legge canadese vieta di dar da mangiare agli Orsi polari, pertanto aiutandolo sarebbe incorso in delle sanzioni. L’ecologista ha anche fatto notare che solitamente non si sposta trasportando centinaia di chili di carne di Foca (che notoriamente è la preda preferita degli Orsi polari). Insomma il buon Nicklen si è solamente limitato a filmare l’agonia di un essere vivente disperato, senza tentare di aiutarlo per non infrangere la legge (come se una legge potesse annichilire compassione ed empatia), salvo poi condividere immediatamente sui social network le immagini per denunciare scandalizzato l’accaduto, ma anche (e soprattutto, vien da dire) per fare pubblicità a se stesso e alla sua associazione.
Questo attivismo ecologista senza cuore è solo autoreferenziale. Rifiutarsi di aiutare un Animale in grande difficoltà e palesemente incapace di sostentarsi da solo, adducendo come scusa una eventuale infrazione di una legge, è un patetico tentativo di coprire una chiara visione specista e antropocentrica dei viventi e della Natura tutta. Se Nicklen si fosse trovato a filmare un Umano in fin di vita intento a rovistare nella spazzatura per non morire di fame, molto probabilmente avrebbe vinto il suo egoismo e sarebbe intervenuto per aiutarlo, magari non per moto proprio, ma perché la legge umana lo avrebbe accusato di omissione di soccorso. Ma stiamo parlando di Animali, non di Umani, pertanto ci si può anche concedere il lusso di assistere a una tragedia rimanendone del tutto alieni. Quell’Orso polare molto probabilmente ora ha finito di soffrire ed è morto, rimangono le sue immagini che testimoniano non solo i disastri immani che stiamo causando al Pianeta e a tutti i viventi con le nostre attività ecocide, ma anche la vergognosa ipocrisia che contraddistingue anche chi afferma di voler cambiare le cose.
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Le immagini sono terribili, i fatti ancora di più.
E’ proprio vero ciò che hai scritto sull’impiccagione. Purtroppo non tocca soltanto agli orsi; si trovano anche volpi e lupi impiccati come a dare il monito “li facciamo fuori”.
Sull’attivista ecologista l’ho pensata così fin dal primo istante; il furbastro ha fatto bene i suoi calcoli pensando quale fosse la strada migliore per avere notorietà e l’ha presa.
Questa pagliacciata ipocrita della non interferenza viene praticata anche in Antartide.
Ho visto un documentario in cui si parlava di come i ricercatori non dovessero interferire con l’ambiente in cui studiavano per non alterare i loro risultati. Quindi i pinguini che si avvicinavano per fame o cercavano aiuto venivano sistematicamente ignorati e lasciati a morire (tutto documentato in video).
Questo ovviamente è il lato triste della ricerca (secondo la voce del documentario)… però non parlavano delle emissioni di gas e dell’inquinamento atmosferico, termico e luminoso provocato in quel continente dalla loro base permanente, non parlavano del disturbo nei confronti degli animali e dell’inquinamento aereo nel periodo estivo quando si va e si viene quasi fosse una meta turistica.
Non interferenza, sì, ma a senso unico.
Perche’ al mondo esistono persone cosi’ prive di sentimento? Non aiutano un essere vivente in difficolta’, anzi gli fanno del male. Io penso che questi esseri privi di cuore e di anima meritino tutto il male possibile e glielo auguro. Queste persone si comportano allo stesso modo con gli esseri umani e purtroppo e’ molto diffuso.