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Il nostro concetto distorto e specista della Natura e la nostra idea delle relazioni tra gli altri Animali, ci inducono a pensare che la vita al di fuori della società umana sia una perenne lotta per la sopravvivenza dove il più debole è destinato sempre ed inevitabilmente a soccombere. La quasi totalità dei documentari proposti dalla TV mostra scene di lotta, di predazione, di violenza e di morte: l’animalità è sinonimo di brutalità e crudeltà, il tutto governato dal quotidiano confronto tra preda e predatore che diviene uno spettacolo feroce a cui assistere.
Questa visione puerile e semplicistica a volte – fortunatamente – si scontra con la realtà immensamente più complessa degli altri viventi, che con le loro azioni ci sorprendono raccontandoci di atti di solidarietà, amore e compassione, dandoci la possibilità di ripensarli per poterli finalmente vedere per come sono e non per come riteniamo che siano.
E’ il caso della bella storia che ci giunge dal Lazio e che riguarda una famiglia di Lupi. Di seguito il testo pubblicato sulla pagina facebook dell’Oasi LIPU Castel di Guido, buona lettura.
Il lupetto disabile ripreso di nuovo dalle nostre fototrappole!
È di questi giorni di fine gennaio la più recente ripresa che ritrae il cucciolo di lupo con arti posteriori paralizzati spostarsi in un bosco del nostro territorio.
La storia, che aveva fatto il giro d’Italia e non solo, racconta di come uno dei cuccioli di lupo, nati nei nostri boschi nel maggio scorso, fosse affetto da una grave paralisi, che ne limitava fortemente gli spostamenti e le normali attività con il resto del suo nucleo familiare (i due genitori adulti e i suoi 4 fratelli).
La straordinaria notizia della prima riproduzione di Lupo nel Comune di Roma, dopo quasi un secolo, aveva fatto velocemente il giro di stampa e TV nazionali e internazionali. Ma a colpire molti addetti ai lavori e l’opinione pubblica era stata anche la storia di questo sfortunato animale, ripreso per la prima volta in estate. Le sue condizioni molto precarie non lasciavano molte speranze per la sopravvivenza.
Eppure questo giovane esemplare di pochi mesi d’età ha sorpreso tutti, noi per primi. Nel mese di ottobre è stato ripreso dalle nostre videotrappole nei suoi primi tentativi di spostamento con il resto del branco. In novembre e dicembre è stato ripreso in aree di rifugio, dove il branco probabilmente lo teneva nascosto, portandogli il cibo regolarmente. Poi diverse settimane di assenza di riprese e segni di presenza del giovane lupetto ci avevano fatto pensare al peggio. Sopravvivere in Natura per un animale in quelle condizioni è molto difficile, e forse anche il piccolo miracolo a cui stavamo assistendo aveva avuto il suo triste ma naturale epilogo.
E invece… pochi giorni fa la sorpresa! Il giovane lupo è ancora vivo, ripreso durante uno spostamento notturno. Evidentemente il suo nucleo familiare continua ad assisterlo, permettendogli di sopravvivere ancora oggi, a circa 9 mesi d’età. Mentre i suoi fratelli ormai seguono gli adulti per diversi km, negli spostamenti di perlustrazione del territorio e per la caccia, il lupetto paralizzato aspetta il ritorno della sua famiglia in luoghi sicuri e nascosti nel bosco.
Una storia toccante e straordinaria, che insegna come in Natura mai nulla è scontato. E come il lupo riesca, grazie alla cooperazione del branco e ai forti legami sociali tra i diversi componenti della famiglia, a permettere anche agli individui più deboli di sopravvivere. Una storia che ogni giorno continua a stupirci, e a raccontare cose che nessun libro di biologia potrebbe mai insegnare meglio.
Nell’immagine da fototrappola il giovane lupo disabile si sposta, di notte, lungo un camminamento nei boschi del litorale romano.
Aggiornamento:
Il piccolo Lupo disabile protagonista di questo articolo è stato purtroppo volontariamente investito e ucciso da degli assassini all’interno dell’area protetta dove viveva. Non resta – ancora una volta – che constatare l’abisso che esiste tra il comportamento degli altri Animali e quello umano, sempre più vergognoso e folle.
Il comunicato che annuncia la morte del Lupo:
www.facebook.com/oasilipucasteldiguido/posts/808832765977452
Una fotografia che ritrae lo sventurato cucciolo di Lupo morto a causa dell’investimento.
Se hai letto fin qui vuol dire che questo testo potrebbe esserti piaciuto.
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Sono così abituata a vedere gli animali domestici paralizzati aiutati da carrellini che, nel vedere quel lupo, ho pensato: “Se avesse un carrellino…”
Ma lui è un lupo.
Il Lupo in questione probabilmente ha trovato un suo equilibrio grazie all’aiuto della sua famiglia, è possibile che anche senza alcun aiuto da parte di esterni possa riuscire a condurre una vita serena e dignitosa.
Secondo me la differenza tra lui e un cane o un gatto nelle stesse condizioni è che lui è un lupo e probabilmente non gli gioverebbe essere estrapolato dal suo ambiente dalla mano umana per migliorare la sua andatura con un carrellino e vivere in un rifugio, a contatto con gli esseri umani.
O forse gli gioverebbe? Non sono in grado di di saperlo.
Anche tu scrivi che “probabilmente” (non certamente) ha trovato il suo equilibrio ma forse quella è la sola possibilità che ha.
E’ comunque innegabile che camminare in quel modo sia doloroso. Forse c’è dignità nel cavarsela da solo, senza l’aiuto umano, nel suo gruppo, ma a me fa tanta pena vederlo muovere così.
Se provo pena per un cane, è chiaro che la provi anche per un lupo.
Spero proprio che non soffra in modo insopportabile.
Per lui sarebbe un trauma essere tolto dal suo gruppo, è chiaro che provi dolore a muoversi così, ma del resto un intervento umano sarebbe per lui psicologicamente molto pesante e forse peggiorerebbe solo le cose. La cosa migliore è tenerlo monitorato e intervenire solo nel caso in cui sia in reale pericolo di vita. Per il resto ha la sua famiglia per fortuna.
Il piccolo Lupo disabile protagonista di questo articolo è stato purtroppo volontariamente investito e ucciso da degli assassini all’interno dell’area protetta dove viveva. Non resta – ancora una volta – che constatare l’abisso che esiste tra il comportamento degli altri Animali e quello umano, sempre più vergognoso e folle.
Il comunicato che annuncia la morte del Lupo:
http://www.facebook.com/oasilipucasteldiguido/posts/808832765977452
E’ una storia tristissima che suscita rabbia e sconforto tuttavia continua a stupire il fatto che tanti giornali nazionali abbiano scritto della morte di questo lupo ma non si degnino di scrivere di miliardi di animali uccisi nei mattatoi. Davanti a una simile violenza si sentono tutti animalisti e si lavano la coscienza scrivendo i loro articoli.
Il pensiero va anche alla sua piccola comunità. Gli animali capiscono benissimo che cosa sia la morte e mi chiedo quanto abbiamo sofferto.
L’atteggiamento della stampa rispecchia quello più generale dell’opinione pubblica specista: l’eccezionalità di una situazione o il particolare comportamento di un Animale lo rende un “personaggio” distinguibile dalla massa degli altri Animali che soffrono e muoiono quotidianamente, ma che non avendo caratteristiche o comportamenti che attirano la nostra attenzione, rimangono del tutto anonimi. Questo dovrebbe anche farci riflettere su un fenomeno che pare andare per la maggiore in campo animalista, quello della resistenza animale, che ancora una volta, mette in risalto solo alcuni soggetti che hanno la forza di ribellarsi e che fanno notizia.
Non ho finito la frase: quanto abbiano sofferto gli altri lupi.
E’ vero quello che scrivi: l’animale che si ribella fa notizia però le associazioni animaliste che ne parlano spesso sottolineano che quegli animali sono come gli altri, solo più determinati e talvolta fortunati, quando riescono nell’impresa. Sono i mezzi di informazione a stuzzicare la commozione verso quei casi.