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Sergej Aleksandrovic Esenin
[1895 – 1925]
La mucca
Decrepita, senza più denti,
sulle corna il volume degli anni,
la percuote l’uomo violento
lungo i campi e lungo gli stagni.
L’anima è aliena al rumore
mentre le talpe raspan nei campi,
in cuore essa medita ancora
al vitello dai piedi bianchi.
Le hanno tolto la sua creatura,
le han negato la gioia più bella.
Su un pertica oscilla alla furia
del vento la povera pelle.
Presto nei campi silvestri,
come hanno fatto al vitello,
le metteranno il capestro
e la condurranno al macello.
Le corna con un lamento
si pianteran nel terreno.
Essa sogna boschetti lucenti,
pascoli grassi e sereni.
Canzone della cagna
Al mattino nel granaio
Dove biondeggiano le stuoie in fila,
una cagna figliò sette,
sette cuccioli rossicci.
Sino a sera li carezzava
pettinandoli con la lingua
e la neve disciolta colava
sotto il suo caldo ventre.
Ma a sera, quando le galline
si rannicchiano sul focolare,
venne il padrone accigliato
e tutti e sette li mise in un sacco.
Essa correva sui mucchi di neve
durando fatica a seguirlo.
E così a lungo, a lungo tremolava
lo specchio dell’acqua non ghiacciata.
E quando tornò trascinandosi appena,
leccando il sudore dai fianchi,
la luna sulla capanna le parve
uno dei suoi cuccioli.
Guardava l’azzurro del cielo
con striduli guaiti,
ma la luna sottile scivolava
e si celò nei campi dietro il colle.
E sordamente, come quando in dono
le si butta la pietra per gioco,
la cagna rotolò i suoi occhi
come stelle d’oro nella neve.
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Molto belle, nella descrizione di tragiche realtà.
Le conoscevo: le abbiamo inserite in un concerto di poesie e canzoni d’autore sugli animali fatto qui a Venezia (due edizioni).
Ciao Cristina, puoi inviare dettagli sulla manifestazione di cui parli? Grazie.
Lo scrittore da cui Branduardi ha preso spunto per varie sue canzoni.
Per i non umani nulla cambia: sono sempre stati trattati senza pietà.
Ho scoperto che nel disco “Branduardi ’81” di Angelo Branduardi c’è questa canzone, testo di Luisa Zappa e musica di Angelo Branduardi. E’ un adattamento della poesia “La Cagna”.
Fu solo all’alba che si riposò
poi sulla neve tremando si stese.
E ad uno ad uno li ripulì
la cagna bianca i suoi
cuccioli d’oro.
Saliva il sole sul campo gelato
scaldando appena i suoi cuccioli ciechi,
e quando l’uomo poi glieli prese
come per gioco i suoi passi seguì.
Scese la notte ed il ghiaccio richiuse
nell’acqua nera sette cuccioli d’oro,
sopra lo stagno la luna guardava
la cagna bianca che non capiva…
https://www.youtube.com/watch?v=oyYOJM-cIzU
Sì, la conosco, l’ha scritta sua moglie Luisa; conservo ancora l’LP. Mi sono sempre rimaste impresse la bontà e l’ingenuità della povera cagna… e la spietatezza dell’uomo!
Ciao questa poesia è molto bella la stiamo facendo in antologia
Fa davvero molto piacere sapere che le poesie di Esenin vengono studiate a scuola. Grazie.
Certi libri scolastici sorprendono in positivo. Non so che libro di antologia abbia Thepamdagirl comunque la poesia “Canzone della cagna” è anche a pag. 412 del libro di antologia Galassie, edizioni PARAVIA, 1° volume. E’ tradotta da R. Poggioli e tratta dal libro “Il fiore del verso russo”.
La ragazza che mi ha regalato l’antologia (voleva bruciarla alla festa di fine anno!) mi ha detto che a scuola non l’hanno letta…
Sono importanti i testi in un’antologia ma è più importante l’insegnante che sceglie che cosa far leggere alla scolaresca.