Ricordare Jill Phipps per non dimenticare chi siamo


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Jill Phipps

Oggi ricorre il 25° anniversario della scomparsa di Jill Phipps uccisa durante una manifestazione di protesta animalista. In un periodo come il nostro dominato dall’infossicazione (neologismo coniato dal fisico catalano Alfons Cornella, composto dall’unione tra informazione e intossicazione), molto probabilmente fermarsi a riflettere sul passato, potrebbe essere un buon antidoto alla frenesia, alla superficialità e alla perdita di memoria di cui siamo vittime a causa dell’enorme mole di dati che ci investe quotidianamente. Ciò che il veganismo, l’antispecismo e l’animalismo sono oggi, lo si deve a ciò che è stato fatto (nel bene e nel male) in passato. Chi stupidamente propone un “colpo di spugna” per cancellare tutto ciò che è stato giudicandolo semplicemente un errore, può solo causare danni enormi alla liberazione animale.
La nostra visione del mondo e le nostre aspirazioni sono tali perché in passato c’è chi, come Jill, ha difeso un’ideale anche a costo della propria vita.
Ricordare Jill Phipps e tutte le persone umane che hanno lottano per la liberazione degli Animali, è giusto, doveroso e necessario per non dimenticare chi siamo.

Adriano Fragano


Jill Phipps

Attivista animalista inglese
15/01/1964 – 01/02/1995

Nell’inverno del 1994 cominciarono a partire dall’aereoporto di Coventry dei voli pieni di giovanissimi vitelli destinati alle gabbie degli allevamenti olandesi.
Jill Phipps sua madre Nancy e pochi altri, cominciarono un’estenuante protesta nei pressi dell’aeroporto. Cercavano di bloccare i camion o comunque di ritardare la loro partenza. Partivano anche 8 aerei ogni giorno, carichi di vittime terrorizzate.
La polizia presente alle proteste era sempre poca e si limitava a tener lontani gli attivisti dai camion.
Il Primo febbraio 1995 come sempre, gli attivisti erano ai cancelli dell’aeroporto. Videro arrivare un camion, Jill e pochi altri riuscirono ad eludere la sorveglianza e gli corsero incontro. Jill cercò di appendersi allo specchio laterale del camion.
Qualunque autista si sarebbe fermato e sarebbe ripartito non appena la sicurezza si fosse ristabilita, Stephen Yates no… Lui proseguì la marcia incurante della situazione di pericolo. Investì Jill che morì durante il trasporto in ospedale.
Giova ricordare che l’autista non fu mai indagato per nessun reato, nemmeno per guida pericolosa.

Dopo la morte di Jill quei voli terminarono.


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