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Non sono una giornalista o una scrittrice, sono solo una che nella vita – quando il casino nella testa e nell’anima rischiava di inondare tutto il resto – si metteva seduta e scriveva.
Scriveva.
Scriveva.
E riusciva in questo modo a trovare una parvenza di logica nell’angoscia o nel dolore.
Da quando ormai molti anni fa (per fortuna), ho aperto gli occhi sulla condizione dei non umani, mi è capitato spesso di sentire questo bisogno, di cercare un modo per canalizzare l’orrore, il dolore, la rabbia, la frustrazione che in alcuni momenti diventavano intollerabili. Pensieri sparsi, appunti, brevi frasi come urla di una pazza.
Non sono nemmeno un’attrice, o almeno non come comunemente si intende, cioè non campo con questo; ma più di dieci anni fa incontrai il teatro, mi feci il mio bel corso triennale ed entrai nella compagnia Vertigo, a Livorno.
Poi arrivò anche l’improvvisazione teatrale, con la sua (per me) difficile apparente semplicità, con il suo approccio anarchico, con le sue lezioni di vita.
Ho fatto stages e seminari ovunque, un po’ in tutta Italia, ogni volta che ho potuto, e ho lavorato con Maestri che mi hanno arricchito tanto e mi hanno fatto capire bene quanto non si finisca mai di imparare.
Più andavo avanti e più capivo la potenza di questo mezzo, quanto riesce a scavarti dentro, quanto mette a nudo quello che sei veramente, che grande strumento può diventare…
E a quel punto cominciò a farsi strada un’idea: riuscire a portare in teatro la condizione dei non umani.
Certo non sarei stata la prima… Certo, non avrei detto niente di nuovo… Certo, non sarebbe stato facile… Ma perché non provarci?
Magari chi va a teatro è fuori da ogni ambiente antispecista, magari son persone per cui ogni riflessione oltre la specie risulta nuova!
Questa idea cominciò a diventare un vero e proprio bisogno finché, un giorno, arrivò l’occasione perfetta: mi iscrissi a un seminario sul “Monologo teatrale” con il grande Ugo Pagliai. Ogni allievo avrebbe lavorato su un monologo scelto a piacere, e a conclusione ci sarebbe stata una serata aperta al pubblico. Fu così che nacque Pillola Rossa, e fu così che per la prima volta lo rappresentai davanti a una platea di onnivori abbastanza perplessi, dopo un Pirandello e prima di un Tennessee Williams…
E’ un pezzo totalmente autobiografico in cui ho messo davvero tutta la mia anima e mi emoziona tantissimo ogni volta che ho occasione di farlo; c’è l’immenso dolore che si trasforma in rabbia, c’è lo sconforto, ma anche la voglia di non mollare mai, la sensazione di solitudine, l’incredulità, il sentirsi spesso totalmente alienati. C’è la frustrazione, e, soprattutto, la grandissima forza che tutto questo riesce a darci (e parlo al plurale perché in tanti mi hanno dimostrato il loro affetto e il loro riconoscersi nelle mie parole…).
Adesso sto lavorando alla versione lunga, che spero sarà pronta a fine anno: il progetto sarebbe di portarla in giro nei teatri, con l’appoggio delle varie associazioni locali, e raccogliere fondi.
Vorrei tanto però che il pubblico fosse di onnivori, perché lo scopo assolutamente prioritario è informare, sensibilizzare, far riflettere, mettere una pulcetta in tutte queste orecchie addormentate, anzi, narcotizzate dal sistema.
E’ solo un progetto, speriamo che si realizzi, speriamo che funzioni, speriamo per Loro.
Barbara Mugnai
laverabestia.org
Pillola Rossa
di e con Barbara Mugnai
Regia di Ugo Pagliai
Teatro Vertigo Livorno, 25 gennaio 2015
Durata 10’56
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Cara Barbara, sei molto brava. Questo monologo è emozionante e commovente. Hai ragione a sperare in una platea di persone onnivore perché per chi è vegan queste cose sono già note ma repetita iuvant. In ogni caso, se l’opera sarà rappresentata nei pressi di casa mia, mi impegno a venire e a informare più persone possibile, soprattutto se onnivore. Complimenti anche a Ugo Pagliai. E pure a Gaspare per il suo lodevole lavoro.
Credo anch’io che questa opera teatrale, simbolo anche e soprattutto di puro attivismo, debba essere rappresentata davanti ad un pubblico onnivoro. Solo così queste reali e sincere testimonianze possono scalfire le coscienze assopite dei consumatori distratti.
Complimenti anche da parte mia per la tua bravura e il tuo impegno.
Ti auguro di portare il tuo spettacolo in ogni angolo del mondo.
Sarebbe bello che ognuno di noi si impegnasse, per quanto possibile, a promuoverlo nei teatri della propria zona.
Facci sapere appena è pronta la versione lunga.
Paola, Roberto, Wilma: vi ringrazio davvero tanto per l’incoraggiamento, le vostre parole mi fanno credere ancora di più in questo progetto e mi danno una bella carica :)
Saprete tutti appena sarà pronta la versione lunga, perché in quel momento avrò bisogno di voi, e di tutti i vostri amici onnivori da trascinare in teatro ;)
Chiunque avrà voglia di darsi da fare per organizzare… io ci sarò!
Ancora grazie e a prestissimo!
Grazie Barbara per il tuo lavoro!
Grazie a voi che mi supportate e mi incoraggiate! :)
Questo tipo di teatro mi piace. Bellissimo. Aspetto le date e, se sara’ Milano, verro’ sicuramente con piu’ onnivori possibile. Brava, bravissima. Grandioso monologo che rispecchia il sentimento di tutti noi.
Grazie Silvia, grazie tante :)
Speriamo davvero di venire a Milano… speriamo di andare ovunque!
Con il vostro aiuto ce la possiamo fare ;)
Complimenti per la messa in scena se fossi una onnivora comincerei a smettere di mangiare qualunque cosa !!! Se una volta, la gallina della nonna scorazzava ma sempre una morte violenta gli toccava, come qualunque specie cacciatrice nella catena alimentare non accoglie la preda delicatamente ma si potrebbe evitare di consumare eccessivamente qualunque cosa sopratt la carne o pesce di dubbia provenienza. Abolire sistemi da catena di montaggio e rallentare quel processo consumista per riportare la normalità che garantisca l’equilibrio dell’ecosistema ! scusate !
Ciao nessa, grazie per il tuo commento.
Se stessimo parlando di violenza sulle donne non scriveresti che si potrebbe evitare di violentarle eccessivamente, o di farlo sistematicamente. Un’ingiustizia in linea di principio non è meno grave se la si commette su pochi individui piuttosto che su molti. Come non permetteresti la violenza nemmeno su una singola donna, così si dovrebbe pensare nei confronti degli Animali.
Ciao Nessa :)
Prima di tutto grazie per le tue parole: magari fosse davvero così per tutti gli onnivori che mi ascoltano! Il risultato sarebbe raggiunto al 100% :)
Purtroppo non credo che tutti abbiano la tua sensibilità…
Per quanto riguarda il consumo moderato, non posso certo essere d’accordo :(
Non abbiamo alcuna necessità fisiologica di mangiare animali e derivati, è solo questione di abitudine, tradizione e conformismo.
Tutte le creature hanno il nostro stesso identico diritto di vivere, e non fa differenza se la morte (orribile e violenta in tutti i casi) le coglie dopo una vita ben vissuta; anzi, si potrebbe dire che in questo caso c’è anche il vile tradimento da parte di chi li ha accuditi, magari coccolati, e che per loro rappresenta un amato punto di riferimento.
Solo a parlarne sto male :'(
Spero di conoscerti presto, magari in teatro durante la versione lunga della Pillola, visto che lì si affronta anche questo aspetto della faccenda :)
Fammi sapere Barbara: anch’io verrò ad ascoltarti ,
Grazie Annamaria, ne sarei onorata! Anche perchè nel copione sei citata! :)
Meravigliosa…Grazie, grazie, grazie…
Grazie di cuore a te, Loriana :)