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Fonte e traduzione: Laboratorio Antispecista
Fonte originale: Legorafi.fr
Difronte alle critiche provenienti dai sostenitori dei diritti degli animali contro i metodi utilizzati all’interno dei macelli Francesi e di tutto il mondo, il più grande sindacato francese dei macellai ha deciso di passare a una nuova misura.
La proposta ha dell’incredibile, ai nostri occhi, ma è una risposta effettivamente consona alla domanda di chi anziché criticare radicalmente il sistema dello sfruttamento animale, si limita a contestarne i metodi.
In pratica si tratterebbe di dipingere le pareti dei macelli di colori vivaci, per il “benessere” degli animali e dei lavoratori, per creare, insomma, un ambiente più “vivibile”.
E’ paradossale che si pensi che un macello, luogo di morte e sofferenze per eccellenza, possa essere reso “allegro” e “vivace”, ma tutto ciò rientra appieno nel concetto di “carne felice” troppo spesso propagandato ultimamente anche all’interno di fiere e iniziative apparentemente solidali.
Una critica non radicale e a una ricerca di palliativi volta a dare un contentino a chi ancora oggi crede che si possa uccidere in modo “equo”.
Il metodo verrà testato per 3 mesi all’interno di diversi macelli francesi.
Pareti dipinte in rosa, fucsia, blu, crema, o viola. ”Gli animali si sentono più a loro agio e anche noi“, spiega Rémi lavoratore in un macello da oltre 10 anni.
Si propone di dipingere tutte le pareti dei macelli con i colori cangianti. ”Vogliamo cambiare la triste immagine del macello, renderla meno sanguinosa“, ha detto il portavoce dell’Unione dei macelli francesi in un comunicato.
Secondo gli esperti citati dal sindacato, l’arrivo di questi nuovi colori potrebbe dimezzare lo stress degli animali.
“Saranno un poco meno tristi. Non necessariamente molto felici, perché moriranno tutti, ma l’aspetto scuro e cupo scomparirà ”, dice Erika Cholet, una laureata di Belle Arti di Bordeaux, che ha curato i dipinti del macello Lorient.
Affreschi in colori brillanti che raffigurano animali felici che entrano dentro al macello come nell’arca di Noè.
Allucinante.
E pensare che qualche sedicente animalista o ambientalista potrebbe pure essere contento.
Citiamo ancora la Cholet:
“Ci dimentichiamo che il mattatoio è un luogo di vita prima che di morte. Con i nostri pennelli, abbiamo voluto portare alla luce la vita che mancava in questo luogo “.
Inoltre, Erika squadra Cholet offre anche nuovi abiti per i lavoratori dei macelli, realizzati in colori pastello e ha suggerito l’uso di appositi sottofondi musicali.
Dice ancora, spingendosi fino all’inverosimile:
“Con questi colori e suoni, tutto diventa più umano e sarà difficile criticare qualsiasi cosa. A volte vorrei essere al posto del vitello che sta per entrare qui e vorrei essere stupita come lui”.
Non pensiamo siano necessari altri commenti se non un’unica amara riflessione: finché esisteranno critiche parziali, finché esisteranno lotte riformiste, finché esisteranno iniziative non radicali, questi saranno i cambiamenti che saranno applicati, questi saranno gli ulteriori insulti che gli animali dovranno subire dall’uomo.
Molto peggio che morire.
Questo è morire due volte.
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