PANICO! specista


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El topo - Alejandro Jodorowsky
E’ doveroso citare un esempio di specismo attuato da certa avanguardia artistica, nello specifico tramite l’espressione teatrale sperimentale del movimento Panico! sorto alla metà  degli anni ’50 con a capo Alejandro Jodorowsky, Fernando Arrabal e Roland Topor. Nei suoi primordiali propositi tale movimento si prefisse, all’interno del suo manifesto, di non essere depositario di alcuna coerenza e logica conclamate gravitando nella contraddizione e nell’eterodossia più spregiudicata.
Jodorowsky, conosciuto soprattutto a livello cinematografico quale artefice di film di culto come El Topo (1971), La montagna sacra (1973), Santasangre (1988), non voleva trasformare questo movimento in un’entità  codificata e culturale, tanto che reagì animosamente quando l’amico Arrabal diede alle stampe, nel 1973, un libro che trattava del movimento Panico! rischiando così di accademizzarlo, tramutandolo in ingranaggio del sistema.
Panico! attingeva a piene mani dal dadaismo e dal surrealismo, auspicando l’affermazione di un comunismo a-dogmatico e apportatore di libertà  illimitate, affrancando l’Umano da ogni forma di sopruso e oppressione. Questa visione idealizzata non includeva la causa animale, in quanto mirava a sradicare le inutili e incomprensibili differenze fra gli Umani, mentre gli Animali continuavano a essere oggetto di sfruttamento e assassinio perpetrati a loro danno senza nessuno scrupolo.

Altre prerogative di tale movimento erano rivolte, in chiave marcatamente antropocentrica, a liberare l’Umano dal potere consolidato del capitale, dallo sfruttamento, dal privilegio di pochi su molti, ma di diritti e rispetto rivolti agli Animali nessuna traccia. Anzi, il capitale continuò a fare dello sfruttamento animale uno dei suoi maggiori capisaldi.
La messa in discussione di “valori” quali denaro, potere, famiglia, religione, consumismo e le degenerazioni inflitte dal progresso tecnologico sono rivolte unicamente alla condizione umana, mentre gli appartenenti alle altre specie non godono di nessuna considerazione in questo utopico e parziale progetto di totale e radicale rivoluzione.

Gli Animali, non essendo provvisti di razionalità  creativa e della coscienza di sé, non possiedono, agli occhi di questi rivoluzionari avant-garde, neppure il dono dell’inventiva e della capacità  di produrre opere d’arte, e tutto ciò abbassa ulteriormente la già  esigua considerazione manifestata nei loro riguardi, continuando essi stessi (i grandi artisti “illuminati”) a farne scempio in nome della creatività .
Tutte le avanguardie (e Panico! non è da meno) si schierano, come in altre ideologie, dalla parte della riscoperta e dell’affermazione dell’Umano e della sua illimitata potenzialità  creativa, dalla quale sono esclusi gli Animali assoggettati all’ottusa e crudele presunzione dell’Uomo, anche quando quest’ultimo manifesta volontà  sovvertitrice di ogni dogma consolidato.
Panico! si pose contro ogni forma di razionalità  intesa quale limite alla capacità  creativa e vitale espresse dagli Umani. Essi solamente possono usufruire di un mondo sottratto all’oppressione, mentre gli Animali perseguono nel loro ininterrotto olocausto quotidiano per soddisfare l’ingordigia e la supremazia umana.
E’ noto che come collaboratore “esterno” di Panico! ci fosse Diego Bardon, artefice di una sua personale filosofia “panica”, ex toreador spagnolo e in seguito allevatore di Maiali usati per produrre il prelibato e oneroso prosciutto noto come pata negra.
L’inventiva surrealista di tale personaggio agiva indisturbata tra le urla laceranti dei Maiali nei mattatoi, esseri asserviti al suo redditizio business.
In uno spettacolo Panico! di Jodorowsky, intitolato “auto sacramentale”, vennero usati, tra gli altri ausili scenici, carne fresca di Bue e seicento litri di sangue caldo.
In un suo progetto teatrale, Jodorowsky pianificò l’uccisione di un Maiale le cui membra vennero cucinate sulla fiamma di testi giuridici arsi al rogo. Il diritto e i suoi codici dogmatici bruciati in nome dell’affrancamento dell’Umano da ogni forma di condizionamento e controllo, coronando ciò con l’assassinio di un Maiale immolato a tale altissimo scopo.
Sempre in occasione di un altro spettacolo Panico! tenutosi nel 1966, dopo aver aperto una scatola dalla quale fuggirono degli spaventatissimi Piccioni, Jodorowsky si prodigherà  nel decapitare un’Oca viva che si svuoterà  del suo sangue battendo le ali tra le ovazioni di un pubblico scellerato ed entusiasta.
Tali performance avant-garde non saranno appannaggio solo del movimento Panico! ma verranno emulate anche da altri artisti sperimentali, diffondendosi a macchia d’olio nell’intero pianeta.

Basti pensare allo spettacolo US di Peter Brook a Londra che si concluderà  con l’apparizione di un attore intento a liberare uno sciame di Farfalle dal quale catturerà  quella più grossa per dar fuoco alle sue ali, mentre un pubblico plaudente assisterà  al rogo dell’Insetto che svolazzerà  disperato fino alla sua totale combustione.
Performance di questa matrice, condite da inutili quanto sensazionalistiche carneficine di Animali assurti a strumento di sedicenti provocazioni artistiche, si diffonderanno anche a Parigi, New York, Città  del Messico e Tokyo.
Le avanguardie artistiche e culturali, come abbiamo potuto valutare tramite esempi concreti, esprimono palesemente il loro carattere specista non includendo, nel loro avveniristico progetto di trasformazione, la liberazione da ogni forma di sfruttamento e crudeltà  degli Animali, facendosi portatrici, a dispetto delle loro velleità  rivoluzionarie, di discriminazioni e diseguaglianze rivolte agli appartenenti delle altre specie asservite al debordante infausto dominio degli Umani.

Oltre a manifestare il loro spiccato antropocentrismo, le avanguardie artistiche verranno progressivamente fagocitate e banalizzate dallo stesso sistema che contestavano con veemenza entrando nei ranghi dei dogmi accademici e universitari.
L’avanguardia, quindi, a differenza dell’autentico messaggio estremo e radicale espresso dall’antispecismo, non si pone quale reale espressione di una profonda trasformazione culturale, quanto come il paradigma infausto del narcisismo e della presunzione da sempre appannaggio del genere umano.

Duccio


Articolo pubblicato originariamente nella rivista Veganzetta versione cartacea: Inverno 2010 / n° 2 del 31 dicembre 2010, p. 4


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2 Commenti
  1. Caino ha scritto:

    Duccio, puoi citare qualche fonte per piacere? adoro Jodorowsky e il tuo articolo m’ha messo ansia.
    grazie

    28 Aprile, 2011
    Rispondi
  2. Veganzetta ha scritto:

    Da parte di Duccio:

    CIAO!! La fonte da dove ho tratto l’articolo la puoi visionare sul libro intitolato PANICO! uscito nel 2007 per la Giunti a cura di Antonio Bertoli.

    Penso che il sopracitato libro sia ancora facilmente reperibile.

    Non volevo sfatarti un mito, io stesso sono un appassionato delle avanguardie artistiche sorte nel primo decennio del secolo scorso ( di cui ho trattato in un precedente scritto ) ma ne ho riscontrato le palesi ed inevitabili contraddizioni .

    Per certi aspetti Jodoroswsky ha sicuramente fatto meno danni come sceneggiatore di fumetti :)

    Ti saluto e ringrazio vivamente per l’interesse.

    Duccio

    6 Maggio, 2011
    Rispondi

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