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Si riporta di seguito un estratto dell’articolo de Il Corriere della Sera intitolato “Ecco il super-topo transgenico”.

Ogni commento pare superfluo.


Ecco il super-topo transgenico
E’ un «atleta» formidabile, mangia moltissimo, non ingrassa ed è molto aggressivo

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laika1.jpg

Si chiamava Kudrjavka (Ricciolina), era nata presumibilmente a Mosca tre anni prima di essere “arruolata” a forza in un programma spaziale sovietico che l’avrebbe resa famosa in tutto il mondo. La ribattezzarono Laika (Colei che abbaia), o Muttnik (da mutt che in inglese significa bastardino e dal nome della capsula Sputnik). Non era di nobili natali, era anzi una reietta che viveva vagando per le strade della metropoli russa, nessuno si preoccupò di capirla, di conoscerla, il 3 novembre 1957, esattamente 50 anni fa, però divenne il primo cosmonauta della Terra. Per farlo venne sottoposta a torture indicibili, alle quali non seppe sottrarsi, non seppe ribellarsi, pervasa com’era da una fiducia incrollabile nei confronti di chi la stava usando per fini “scientifici”. C’è chi dice che morì al rientro nell’atmosfera terrestre, chi dopo pochi giorni dal lancio, la verità  pare sia invece che Kudrjavka morì pochi minuti dopo il lancio per un guasto della navicella spaziale che passò alla storia con il nome di Sputnik. Kudrjavka era un Cane, a pochi importa come sia morta, ma per noi la sua storia è fondamentale.

Oggi vogliamo ricordare la sua tragedia personale, il suo dramma, nell’intento di non dimenticarla, e soprattutto di non dimenticare la crudeltà , il cinismo e la stupidità  umana.

Ciao Kudrjavka.


Animalismo Antispecismo Notizie


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Si riceve e si pubblica la seguente lettera:


Storia di un vitello

vitellino.jpgSono nato ieri sera; immediatamente sono stato allontanato dalla mia mamma, portato sul cemento e mi è stato messo uno stretto laccio al collo.
Non riesco a stare in piedi, sono spaventato, voglio la mia mamma, il suo calore, sentire le sue labbra, e invece sento solo le mani di una donna che mi prende per il collo e mi dice “su, stai in piedi, maledetto” ed io ho paura, tremo, non riesco ad alzarmi.
Si avvicina un’altra donna; mi si accovaccia vicino e inizia ad accarezzarmi. Sento le sue mani leggere sul mio corpo ed inizia a sussurrarmi dolci parole: “coraggio piccolino, lo so che ti manca la mamma ed hai paura. Sei qui da solo ed hai paura, ma devi farti coraggio”.

Lettere a Veganzetta


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La nostra attuale società  ha fatto della classificazione uno degli strumenti principali nella riformulazione della realtà  percepita. Molto spesso la finalità  di tale organizzazione delle cose e dei concetti risponde alle necessità  dell’industria, del mercato, della comunicazione o… dell’occultamento della realtà. Non che vi sia una volontaria cospirazione in questo senso, ma pare che vi sia una sorta di meccanismo, di collegamento, tra necessità  pratiche e modificazione della percezione della realtà. Ad esempio il termine “bistecca” che per molti richiama visioni di succulenti banchetti, cela però la sua origine violenta, non corrisponde nell’immaginario popolare alla realtà , ma ne crea un’altra fittizia ed alternativa (solo di natura gastronomica), etimologicamente sarebbe più corretto dire: “fetta di carne di bove” come recita la radice etimologica beefsteak, o meglio “parte del cadavere di una Mucca sgozzata appositamente”.

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