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Fonte: Corriere.it

Animali? Le teorie di un etologo francese confermate da un esperimento negli USA: capaci di amore e affetto

Il pensiero senza parole dei cani «Si emozionano come noi»

Il ritorno del padrone attiva le stesse aree del cervello umano
L’attività cerebrale misurata con la risonanza magnetica
Studi sui maiali hanno evidenziato empatia e aiuto reciproco

«Il giorno in cui si capirà che un pensiero senza linguaggio esiste presso gli animali, moriremo di vergogna per averli chiusi negli zoo e umiliati con le nostre risate», scrive l’etologo francese Boris Cyrulnik nel libro «Anche gli animali hanno diritti» (Seuil), scritto con Élisabeth de Fontenay e Peter Singer. Quel giorno forse è arrivato. Per due anni il neuroscienziato americano Gregory Berns e i suoi colleghi hanno addestrato una dozzina di cani (tra cui Callie, la sua terrier) a entrare nella stretta e scomoda macchina della risonanza magnetica, per analizzare le reazioni del loro cervello a stimoli come il saluto o il ritorno del padrone. 

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Funerale del cane Brownie a Porto RicoEusebio Carrasco di Porto Rico considerava Brownie – un piccolo Cane – come un suo figlio. Alla morte di Brownie, ha pensato, quindi, di organizzare il suo funerale, come se fosse un Umano.
Alla veglia ha invitato amici e conoscenti, con i loro Cani, la partecipazione è stata sorprendente.

Quali sono i confini dei sentimenti? Dell’amore? Della comunione di affetti?
E’ necessario un funerale? Una funziona addirittura pubblica? Non lo è per gli Animali o non lo è in assoluto? Sicuramente questa notizia solleva molti interrogativi.

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Nonostante la riapertura dell’attività venatoria sia stata fortemente contrastata da una nuova ondata di indignazione e da una manifestazione nazionale tenutasi a Firenze sabato 14 Settembre 2013, da qualche giorno i cacciatori sono tornati a sparare nei boschi e nei campi. Già di prima mattina è possibile udire, più o meno lontani, gli spari delle armi da fuoco che generalmente scandiscono la morte di un Animale. Ogni anno, al termine della stagione di caccia, è possibile stilare un elenco di vittime Umane, principalmente comuni cittadini impallinati accidentalmente e cacciatori deceduti per incidenti o arresti cardiaci. Lo stesso non si può dire delle vittime Animali, per cui è solo possibile immaginare il numero di morti. Occorre poi precisare che gli Animali che perdono la vita a causa dell’attività venatoria sono comunque più di quelli su cui i cacciatori riescono a mettere le mani. Il proiettile non è sempre letale. Se un Animale rimane ferito, a seconda dell’entità del danno, c’è la possibilità, più o meno alta, che esso muoia (per infezione, per fame), anche dopo diversi giorni e non pochi dolori.

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Fringuello - Emy Guerra

Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno.
Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.

George Bernard Shaw

 

All’ultimo Incontro per la liberazione animale1 tenutosi quest’anno a Stupinigi nei pressi di Torino, ci è capitato di ascoltare le posizioni di molte persone relativamente al veganismo, alcune delle quali, chiaramente sempre in nome della liberazione animale, hanno sottolineato – in estrema e non esaustiva sintesi – l’importanza dell’azione diretta a prescindere dalla questione vegana.

Ascoltare frasi del tipo “un attivista che mangia carne e che libera tre Galline, ha liberato più Animali di una persona che è vegan da tutta la vita” fa male al cuore, come pure al fegato e soprattutto alla causa antispecista.

Non vorremmo mai sentire frasi del genere, tantomeno se pronunciate nel bel mezzo di un workshop in un incontro per la liberazione animale, perché se dalla legittima critica teorica si passa a mettere in dubbio uno dei fondamenti dell’animalismo radicale e dell’antispecismo, c’è sicuramente qualcosa che non va.

Ultimamente si leggono i più svariati articoli (addirittura pubblicati su riviste telematiche antispeciste) che tendono a prefigurare una presa di distanza dal concetto di veganismo, dai presunti “dogmi” della purezza vegan. “Essere vegan non basta.” Sicuramente è vero, sicuramente non basta. Ma bisogna per prima cosa essere davvero vegan per poi avviare una seria e costruttiva critica sul veganismo. A noi pare però che ci siano molte persone che pontificano sul veganismo conoscendolo solo superficialmente, o non conoscendolo affatto. Molte di queste posizioni espresse conducano direttamente al concetto già circolato anni fa che essere vegan in fin dei conti non sia così necessario, e questo è semplicemente assurdo, nonché pericoloso. 

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