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Alcott è importante come educatore e filosofo, oltre che come militante, ma di lui non si trova traccia nei soliti manuali di filosofia e pedagogia. Nato da una famiglia di contadini poveri, condusse un’esistenza travagliata, difficile ma dignitosa, alternando di continuo lavori precari: agricoltore, taglialegna, educatore libertario… Culturalmente parlando, non avendo mezzi economici, fu sostanzialmente un autodidatta: ciò non gli impedì di diventare uno dei fondatori del trascendentalismo americano. Ralph Waldo Emerson, considerato l’esponente principale di questa corrente ecofilosofica, riconobbe ampiamente i meriti e lo spessore morale e culturale di Alcott, meno noto di altri trascendentalisti, sui quali esercitò tuttavia un profondo influsso, contribuendo al movimento con apporti originali che risalivano fino ai Greci. Egli infatti era portato a valorizzare l’antichità, e in particolare Pitagora, Platone (1) e i Neoplatonici (Plutarco, Plotino, Porfirio, Giamblico, Proclo… ). L’interesse per queste scuole era dovuto anche al fatto che in esse si proibiva l’uccisione degli Animali e il mangiar carne, tema sul quale alcuni seguaci di Platone avevano scritto dei testi molto significativi (Plutarco e Porfirio in particolare). 

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Gentilissime/i,

il prossimo 27 Gennaio, per il quattordicesimo anno si celebra il Giorno della Memoria, una ricorrenza ancora troppo giovane per dirsi consolidata, soprattutto a fronte delle frequenti dimostrazioni di odio razziale, talvolta accompagnate dalla nascita di partiti e movimenti ispirati al nazifascismo.

Chiunque di noi, almeno negli anni della scuola, ha studiato o letto qualcosa sulla Shoa ma niente è più istruttivo delle testimonianze dirette delle vittime e dei sopravvissuti che ci offrono un quadro incredibilmente drammatico del dolore che la storia ha loro riservato, a ognuno il suo, da accomunare in un dolore universale.

Ogni vittima merita un rispettoso ricordo e ogni sopravvissuto dovrebbe essere assunto ancora oggi come fonte preziosa di testimonianza, soprattutto nelle scuole dove si trova sempre meno tempo per insegnare la storia recente.

Da antispecista, oltre che antirazzista, sono rimasta particolarmente colpita dalle testimonianze di alcuni perseguitati che, sopravvissuti alla non vita dei lager, hanno trovato una forza ammirevole per dedicarsi alla causa di liberazione animale. Chi dedica la propria vita ai senza voce viene spesso accusato di superficialità: con tutti i problemi che ci sono, pare che dedicarsi agli animali sia una sorta di passatempo per distrarsi da tutto il resto, cioè i cosiddetti problemi “più importanti”. Spesso non si riflette che la radice della violenza (uno dei problemi “più importanti”) è una sola: il diritto del più forte sul più debole. Gli animali ne sono testimoni emblematici, come lo sono i sopravvissuti dei lager che hanno subìto ciò che da secoli moltissimi animali subiscono, regolarmente sfruttati, percossi, affamati, sperimentati, schiavizzati, privati sistematicamente della loro dignità. 

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Due Maiali che osservano chiusi in un allevamento

Il maiale

Il maiale
era lì che mi guardava.
Il macellaio
faceva finta di niente
e gli girava intorno indeciso
col coltellaccio allucinato.

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Due esseri senzienti con la stessa voglia di vivere, riposano insieme.
Due esseri senzienti con la stessa voglia di vivere, riposano insieme.


La fine del gennaio 2013 è stata caratterizzata da una forte polemica nata dalla notizia che sui social network, presunti animalisti hanno augurato la morte a una ragazza affetta da rare patologie, che pubblicamente si è espressa a favore della sperimentazione sugli Animali per fini medici. A prescindere da come finirà questa triste storia, Veganzetta ha voluto intervenire per fornire una chiave di lettura dell’accaduto in condivisione anche con altre realtà antispeciste. Di seguito il testo del comunicato con il quale si sono prese le distanze da metodi intimidatori e vergognosi, e da posizioni inaccettabili e strumentali a favore dello sfruttamento animale, anche se espresse da chi soffre, ma che non per questo può permettersi di dimenticare la sofferenza altrui.

Adriano Fragano

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