Si legge in circa: < 1 minuto
Attiviste/i dell’associazione animalista Essere Animali hanno occupato stamattina il lager per Visoni di Fossili (MO).
Due persone attiviste si sono arrampicati sul tetto di uno dei capannoni del lager, altre quattro si sono allucchettati alle gabbie nel tentativo di impedire l’uccisione degli Animali destinati a diventare pellicce.
AGGIORNAMENTO: Dopo cinque ore di occupazione le persone attiviste (prima quelle salite sul tetto di uno dei capannoni, poi quelle allucchettate alle gabbie dei Visoni) sono stati allontanati dalle forze dell’ordine.
Galleria fotografica fornita da Essere Animali
Se hai letto fin qui vuol dire che questo testo potrebbe esserti piaciuto.
Dunque per favore divulgalo citando la fonte.
Se vuoi Aiuta Veganzetta a continuare con il suo lavoro. Grazie.
Avviso legale: questo testo non può essere utilizzato in alcun modo per istruire l’Intelligenza Artificiale.
Senza dubbio lodevole, però mi chiedo, ha senso appellarsi alla legge (abolizione allevamenti) nel momento in cui compi un’azione che va contro la legge stessa?
Caro Lorenzo,
Tu hai centrato in pieno il punto che è realmente il vero problema.
Prima di fare delle considerazioni, però, attendiamo di avere maggiori notizie sull’accaduto.
Ha senso proprio perchè l’intento è quello di un gesto politico, di disobbedienza, a volto scoperto. L’intento non è quello di liberare “questi” visoni, bensì di sollevare il problema sul fatto che ciò sia lecito. Viceversa, sarebbero potuti andare di notte, liberarne quanti possibili, e il gesto (che condivido ugualmente) sarebbe passato semplicemente come una forma di atto vandalico da parte di esaltati animalisti, mentre questo è un gesto di attivismo, di opposizione.
Perlomeno io la vedo così.
Sono d’accordo sulla questione del gesto politico e della disobbedienza ma proprio perché il tuo intento è quello di sollevare il problema sul fatto che tutto questo sia giusto o meno, lo dovresti fare facendo appello al buon senso delle persone che si ostinano a finanziare tale mercato rendendosi complici, piuttosto che appellarsi alla legge, la stessa legge che permette tutto questo e altro, esercitando il proprio potere con l’intervento delle forze dell’ordine e con l’identificazione in questura in quanto considera il gesto come violazione di domicilio. Non si può auspicare la liberazione animale come un qualche cosa calato dall’alto.
è giusto rispettare la legge..ma c’è un’altra legge ed è quella del cuore….quella che ultimamente ascoltiamo poco….ed è giusto che i giovani si muovano e l’ascoltino…per liberare altri esseri come noi…contro la stoltezza umana…ciao a tutti e grazie
disobbedienze civili questo sono: violazione della legge a volto scoperto per chiedere un avanzamento legislativo, come ai tempi dell’aborto e ora dell’eutanasia
ci sono aggiornamenti?
AGGIORNAMENTO: Dopo cinque ore di occupazione gli attivisti (prima quelli saliti sul tetto di uno dei capannoni, poi quelli allucchettati alle gabbie dei Visoni, sono stati allontanati dalle forze dell’ordine).
http://www.corriere.it/foto-gallery/animali/15_novembre_30/basta-pellicce-animalisti-occupano-allevamento-visoni-modena-6f462302-9756-11e5-921c-1e256576138f.shtml
Io vorrei proprio che venissero liberati invece in none della libertà violata che subiscono questi poveri animali….nessun atto vandalico liberarli ma vero atto di amore quantiene devono norire in attesa di una legge quanta sofferenza ancora…invio una preghiera al buon Dio che ci aiuti che aiuti queste povere creature imprigionate e condannate a morte innocentemente per la cattiveria ed il cattivo gusto di alcuni umani la vita è un diritto di tutti e toglierla per propri fini effimeri ed egoistici è un peccato è un ignominia gravissimi gravissimi
Io sono pienamente d’accordo con Davide.
Le azioni utili alla lotta per la liberazione animale possono essere numerose e di varia natura.
In questo frangente ci concentreremo sostanzialmente su due tipi di azioni dirette: quelle a volto coperto e quelle a volto scoperto.
Le prime sono le classiche azioni in stile A.L.F. (Animal Liberation Front) che prevedono la violazione di proprietà da parte di persone attiviste a volto coperto, per la liberazione del maggior numero possibile di Animali imprigionati in dette proprietà e/o per la distruzione di materiale e strumenti utilizzati per il loro sfruttamento.
Il secondo tipo di azione diretta è detto “a volto scoperto” ossia le persone attiviste si introducono in strutture dove vengono detenuti gli Animali, filmano lo stato in cui sono costretti a vivere e liberano un numero molto ridotto di Animali, il tutto senza coprire il proprio volto.
Il primo tipo di azione è tipicamente un’azione liberazionista atta a dare la libertà a un numero rilevante di Animali e ad arrecare danno di vario tipo a chi li imprigiona, ciò in modo che si arrivi alla chiusura della struttura detentiva. Non è un tipo di azione che mira al dialogo con le istituzioni e a volte è accompagnata da testi di rivendicazione, ma molto spesso non ne prevede.
Il secondo tipo di azione è chiaramente più “mediatico” ossia mira a attirare l’attenzione del pubblico focalizzandola sul problema dello sfruttamento di Animali e cerca di sollevare un’ondata di indignazione che potrebbe condurre alla chiusura della struttura detentiva. Il numero di Animali liberati è minimo, in tal modo chi gestisce la struttura non si accorge della liberazione e/o vi sono anche meno complicazioni di ordine legale.
In estrema sintesi – e molto superficialmente – si può dire che nel primo caso si mira alla liberazione in massa, nel secondo a una liberazione simbolica e alla comunicazione. Anche nel primo caso si prevede una comunicazione al pubblico, ma è chiaramente di altro tipo e meno fondamentale.
Tornando alla notizia in questione non si può dire che l’azione svolta sia una liberazione “a volto scoperto” perché nessun Animale è stato liberato. Sono state effettuate delle riprese video che poi sono state rese pubbliche, le persone attiviste dopo poche ore hanno posto termine all’occupazione volontariamente e hanno avanzato una richiesta alle istituzioni per la promulgazione di una legge atta a vietare gli allevamenti di Animali (in questo caso destinati a diventare pellicce).
Si può quindi affermare che l’azione di Essere Animali sia stata solo una occupazione dimostrativa a fini mediatici per attirare l’attenzione del pubblico e delle istituzioni. Di sicuro è stata violata una proprietà privata, ma nessuno degli Animali detenuti è stato liberato.
Perché?
E’ chiaro che l’associazione ha intrapreso una via “legalista” e istituzionale dell’attivismo animalista e che si stia concentrando sulle attività utili a avanzare richieste agli organi di potere, nella speranza di ottenere delle leggi in favore degli Animali.
L’attività di questo tipo non è liberazionista, ma abolizionista: tende all’abolizione per via legislativa di una pratica di sfruttamento degli Animali. Tale via non prevede una critica alla società e ai suoi organi di controllo in quanto specista, prevede bensì una lotta per cambiare in modo positivo per gli Animali della stessa.
Se si chiede a uno Stato, a un Parlamento, a un Governo di intervenire con provvedimenti in favore degli Animali, si riconosce esplicitamente il ruolo di tali istituzioni e lo si accetta.
Sicuramente si è trattato di un’azione di disobbedienza civile, ma inquadrata in un’ottica di collaborazione con le istituzioni, ecco quindi giustificata la scelta di non creare attriti o problemi legali liberando gli Animali.
Questo tipo di attività sono di sicuro auspicabili, sono utili e andrebbero fatte, non sono però attività antispeciste dato che sarebbe ben difficile giustificare una collaborazione con delle istituzioni dichiaratamente speciste che prevedono, normano, tutelano e difendono attività di sfruttamento e uccisione degli Animali.
Ciò dovrebbe essere estremamente chiaro e comprensibile in modo da non ingenerare.
L’associazione nel suo sito ufficiale nella pagina CHI SIAMO scrive:
E’ chiaro che si parla di abolizione (quindi per legge) di ogni sfruttamento e le sole che possono fare una cosa del genere sono le istituzioni che gestiscono la nostra società.
Ciò è coerente con le loro azioni. C’è anche da dire che l’associazione ha in passato anche effettuato delle liberazioni di Animali “a volto scoperto”.
Il problema si pone quando nello stesso testo che l’associazione propone nella pagina CHI SIAMO si afferma:
Come è possibile constatare si parla chiaramente di SPECISMO, e addirittura nello statuto dell’associazione si scrive:
http://www.essereanimali.org/wp-content/uploads/2015/04/Statuto-Associazione-Essere-Animali-Organizzazione-di-Volontariato.pdf
Non è assolutamente chiaro a quali principi dell’antispecismo l’associazione si ispiri, perché chi si dichiara antispecista – e ha un minimo di cognizione di causa – non dovrebbe in alcun modo prevedere una collaborazione con chi sancisce, avalla e protegge lo specismo mediante leggi, regolamenti e organi di repressione.
Non si è mai sentito di gruppi antifascisti che hanno collaborato con istituzioni fasciste, o gruppi antirazzisti che hanno collaborato con governi razzisti, non si capisce per quale motivo ciò dovrebbe essere fatto nei confronti di istituzioni speciste da gruppi che si dichiarano antispecisti.
Mi viene da pensare che ci sia molta confusione circa il pensiero antispecista e il suo significato. Come se vi fosse un animalismo travestito da antispecismo.
E’ esattamente così.
Non siamo ancora arrivati a concepire un significato – o una definizione – condivisa di antispecismo (per questo è nato il progetto “Manifesto Antispecista“), non parliamo quindi dell’elaborazione del pensiero antispecista.
Ci sono stati – e ci sono tutt’ora – diversi tentativi di ridurre e semplificare il messaggio antispecista per renderlo popolare e comprensibile alla massa, ma non sono altro che un suo estremo impoverimento che lo fa assomigliare sempre più all’animalismo, ciò rappresenta un danno notevole e causa numerosi fraintendimenti. Ci sono persone, gruppi o associazioni che si definiscono antispeciste ma nella teoria come nella pratica non lo sono affatto. Bisogna capire se si definiscono tali per ignoranza o perché il termine “antispecismo” attualmente va di moda e conferisce una sorta di “aura” etica a chi lo utilizza.