Mors tua vita mea: virus, pastori e agnelli


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L’ufficio stampa degli allevatori di Animali in Italia (meglio conosciuto come Coldiretti) in questi giorni ha pubblicato un articolo nel quale lancia un appello ad acquistare, nel periodo pasquale, la carne degli agnelli allevati e macellati in Italia. Il motivo addotto da Coldiretti è semplice: «rispettare le tradizioni della Pasqua e portare in tavola carne d’agnello non è solo benaugurante per il ritorno alla normalità ma aiuta anche la sopravvivenza di 60mila pastori duramente colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza coronavirus».
Come possa un pezzo del corpo di un cucciolo di Animale strappato alla propria madre e ammazzato essere beneaugurante, non è dato saperlo. Certamente però rappresenta concretamente la “normalità” a cui aspira Coldiretti: una normalità fatta di controllo, dominio, sfruttamento, violenza e morte. Esattamente come è sempre stato da quando la pratica dell’allevamento si è diffusa nelle società umane. Questa certamente è la tradizione a cui il testo in questione si riferisce. Dunque in buona sostanza Coldiretti propone un concetto antico e ben conosciuto: mors tua, vita mea. Parafrasando, la morte di migliaia di esseri senzienti innocenti, sostiene le attività economiche vitali di 60 mila pastori, che a ben vedere potrebbero occuparsi di altro per procacciarsi da vivere, ma – si sa – la tradizione esige un tributo di sangue.

Quello della pastorizia, a detta di Coldiretti, è «un mestiere a rischio di estinzione» e per questo va supportato e aiutato; c’è chi invece pensa che il fatto che essa sia una pratica (divenuta mestiere) in via di estinzione non possa che essere un bene, come lo sarebbe anche la scomparsa delle altre pratiche di allevamento (intensivo e non) e della macellazione degli Animali, perché tutto ciò non rappresenta una “normalità” eticamente accettabile, ma solo una condizione perenne di ingiustizia e violenza.

Dunque l’invito è come sempre – e a maggior ragione ora in questo periodo di pandemia – a non contribuire in alcun modo al sostegno delle attività legate all’allevamento e in genere allo sfruttamento degli Animali.
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9 Commenti
  1. Paola Re ha scritto:

    Ho letto il comunicato di Coldiretti ieri. Oltre a inviare l’articolo di Veganzetta a tutte le sedi italiane di Coldiretti, spero che la campagna contro il consumo di agnelli, oltre che di altri animali, quest’anno sia ancora più incisiva. Una piccola consolazione è quella di pensare che salteranno le grigliate di pasquetta con agnelli infilzati nel girarrosto, rosolati sulla brace, ridotti a braciole, costine, arrosticini e via elencando con le mostruosità. Sono convinta che la vendita di agnello quest’anno sarà ai minimi storici, più per i tempi grigi che per la sensibilità che comunque è in crescita, come si è visto negli ultimi anni. Non perdiamoci d’animo!

    1 Aprile, 2020
    Rispondi
    • Cereal Killer ha scritto:

      Cara Paola,

      Grazie mille per esserti presa la briga di inviare alle sedi locali di Coldiretti il presente articolo: loro più di chiunque altro sanno cosa significa l’allevamento ed è per questo che lo edulcorano con concetti che tendono a nascondere la vergognosa realtà della zootecnia. Quest’anno di sicuro perderanno la vita molti meno agnelli a causa delle festività religiose, speriamo che sia realmente l’inizio della fine di una pratica crudele.

      1 Aprile, 2020
      Rispondi
  2. Paola Re ha scritto:

    Grazie a te per avere scritto l’articolo così mi faciliti il lavoro. Comunque lo devo ancora fare; domattina sarà il primo impegno dell’ennesima giornata di clausura.
    Quest’anno non possiamo manifestare quindi dobbiamo usare altri mezzi.
    Vista la crisi economica, c’è da scommettere che i media daranno ancora più spazio agli allevatori capitanati da Coldiretti.
    Stanno affondando; non sanno più a quale scoglio aggrapparsi. Lo scoglio di quest’anno è la crisi. generata dal covid che dovremmo contribuire a sanare acquistando agnelli massacrati.
    Anziché guardare in un’altra direzione, continuano a battere tetragoni sullo stesso chiodo. Non ci arrivano proprio.

    1 Aprile, 2020
    Rispondi
    • Cereal Killer ha scritto:

      Purtroppo non si tratta di una incapacità, ma di una mancanza di volontà, che indubbiamente è peggio.

      2 Aprile, 2020
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  3. Antonella Tomassini ha scritto:

    Non è possibile che in tempo di pandemia, si pensi ancora a festeggiare la Pasqua, una festa che di vivo non ha mai avuto nulla e tuttora ancor peggio, e addirittura seguendo le tradizioni, portando a tavola la vita di un innocente. Cambiate abitudini, pastori, questi sono tempi di pane e cipolla, se ci dice bene, Iniziate a coltivare le vostre terre con i cereali, gli ortaggi, cibatevene e volgete al cambiamento. e la vita vi sorriderà.

    3 Aprile, 2020
    Rispondi
    • Paola Re ha scritto:

      L’invito a coltivare la terra anziché praticare l’allevamento viene fatto costantemente ma la risposta che danno i pastori e la gente comune su giornali e blog è che in Sardegna la terra non è adatta all’agricoltura bensì all’allevamento.
      Gli estremisti fondamentalisti sovversivi vegan non sanno nulla di queste cose…
      C’è questo attaccamento morboso e orgoglioso al massacro di animali. E’ una tradizione, una tipicità, una chicca della Sardegna. E purtroppo non solo della Sardegna. Possiamo però dire che la specialità della Sardegna sia data dai cuccioli: agnelli, capretti e maialetti.

      3 Aprile, 2020
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  4. Sandra Di Muzio ha scritto:

    ringrazio paola e tutti gli intervenuti. tutto OTTIMO ! Molta gratitudine per Veganzetta ! e .. che restino VIVI più agnelli possibile !!! Questo è un pensiero davvero beneaugurante !…

    5 Aprile, 2020
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    • Cereal Killer ha scritto:

      Grazie a te Sandra e speriamo che il tuo pensiero si avveri.

      6 Aprile, 2020
      Rispondi

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