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Melinda Hegedus è un’illustratrice di origini ungheresi, che ora vive in Norvegia.
Il suo lavoro si caratterizza soprattutto per la forza espressiva e comunicativa.
La scelta dei soggetti e la loro rappresentazione danno vita ad un immaginario fatto di Animali antropomorfi, situazioni in cui le parti tra l’Umano e gli altri Animali si invertono o nelle quali questi si rivolgono direttamente allo spettatore, ponendo domande scomode e provocatorie.
Lo stile è fresco e accattivante, capace di attirare l’attenzione, rivelando la dissonanza cognitiva che permea profondamente la società umana e gli assunti specisti sui quali poggiano le convinzioni di molti.
Quando sei diventata vegana? Ti è accaduto qualcosa in particolare che ha cambiato il tuo pensiero e la tua considerazione degli Animali?
Ho passato la mia infanzia in Ungheria dove mangiare carne è una parte importante della tradizione e delle abitudini delle persone umane, quindi crescendo non mi ero mai posta veramente il problema dell’implicazione morale dietro al consumo di carne.
Questo fino ad una sera d’autunno, una serata particolare del 2012, cenavo con la mia famiglie e stavamo mangiando un piatto tradizionale norvegese chiamato Fårikål, uno stufato di carne a base di agnello e cavolo riccio, cucinato in casseruola.
Mentre mangiavo mi ritrovai ad osservare un pezzo di carne che avevo in mano e poi a guardare in basso, cominciai a fissare le mie gambe e la mia pelle e fu come una rivelazione. Mi misi ad osservarle da vicino e a pensare all’anatomia del mio corpo, a cosa c’è sotto la pelle: le ossa, i muscoli, grasso e tessuto connettivo e boom! La mia mente fece la connessione e da quel momento in poi, mangiare qualsiasi tipo di carne mi sembrò assurdo e rivoltante. Dopo questa esperienza, mi sono educata al veganismo e ho realizzato che essere vegana era l’unica cosa da fare e che fosse eticamente difendibile. Ogni vita ha il diritto di vivere e non è nel mio potere, nemmeno indirettamente, decidere di toglierla a qualcuno, che sia Animale o Umano.
Puoi parlarci della tua arte in relazione al veganismo e ai diritti degli Animali?
Le mie illustrazioni sono la manifestazione visiva dei pensieri che mi sfrecciano nella mente ogni giorno, di fronte a persone umane che consumano non curanti altri esseri senzienti.
Non posso non rabbrividire nel vedere ciò che resta di un essere innocente assassinato nel piatto di qualcuno.
Non posso fare a meno di notarlo e a volte non desisto dal dire la mia, probabilmente più spesso di quanto dovrei, sull’ipocrisia delle persone umane che consumano Animali, pur avendo un Animale “domestico” o sostenendo di amarli.
Agli Umani piace crogiolarsi in questo ingenuo concetto di “humane meat”, ovvero carne ottenuta “umanamente”, immaginando un Animale cresciuto su di un bellissimo prato verdeggiante vicino a una fattoria serena, che alla fine della sua lunga e pacifica vita, dà volentieri il suo corpo al buon contadino.
In realtà, nel profondo sappiamo tutti che non esiste nulla di simile.
Mi fa orrore vedere ciò che noi stiamo facendo ai nostri compagni terrestri e alla Madre Terra. Spero che i miei disegni possano essere d’aiuto e che possano portare un cambiamento positivo nel mondo.
Ritrai gli Animali in modo antropomorfo e l’effetto è davvero potente, affascinante ma a volte anche disturbante, potresti dirci perché hai scelto di rappresentarli in questo modo e quali sono le tue fonti di ispirazione?
I concetti da cui sono partita sono in breve questi:
Essenzialmente tutti gli esseri sono uguali, ma l’evoluzione della specie umana l’ha portata ad essere la forza dominante sulla Terra.
Questo ha fatto pensare agli Umani di essere in qualche modo superiori rispetto alle altre specie.
Sono spesso egoisti, egocentrici e molti completamente ciechi alla sofferenza degli altri, specialmente se diversi.
Gli Animali sono diventati proprietà, prodotti o semplicemente ingredienti.
Sembra che ci si sia dimenticati di condivide questo Pianeta con tutta la vita che lo abita e che non si abbia il diritto di abusarne e di dominarla. Purtroppo siamo diventati molto bravi ad illuderci pensando che tutto questo sia normale.
Credo che antropomorfizzare gli Animali sia l’unico modo per penetrare in quegli spessi muri di meccanismi auto-difensivi costruiti dalla mente umana, mentre cerca di proteggersi dall’inevitabile dissonanza cognitiva causata dal mangiare gli Animali. Spero che queste immagini riescano a risvegliare l’empatia di tutte quelle persone ancora in grado di provare tale sentimento.
Qual è la tua opinione riguardo allo specismo e come questo influenza la tua vita e la tua arte?
È solo il nostro cervello umano ad indurci a credere in questa idea di separazione, quando invece nulla e nessuno è veramente separato. Siamo tutti uguali e tutti collegati. Finché ci saranno Animali in cattività, a morire nella paura e nel dolore, nessuno su questo Pianeta potrà essere veramente libero dalla sofferenza.
Le persone umane hanno bisogno di svegliarsi e l’attuale era oscura dello specismo deve finire. Riducendo, o meglio ancora, ponendo fine alla sofferenza di qualsiasi altra specie, ridurremo inevitabilmente la sofferenza generale che attanaglia questo Pianeta. Noi Umani abbiamo il “privilegio” di essere in grado di pensare coscientemente, e quindi è nostra responsabilità comprendere l’importanza e le conseguenze delle scelte che facciamo ogni giorno. Di solito mi piace ricordare alle persone umane intorno a me che non sono ancora vegane, che hanno il potere di portare il cambiamento in questo mondo.
Le elezioni politiche saranno anche solo ogni quattro anni, ma votiamo con i nostri portafogli ogni giorno quando andiamo a fare la spesa. Possiamo scegliere di contribuire a creare più sofferenza, o di supportare un futuro più compassionevole e sostenibile.
Quali sono le reazioni di fronte ai tuoi lavori?
Il veganismo è già di per sé un argomento molto controverso che provoca forti risposte emotive, quindi ricevo molte reazioni e pareri contrastanti.
Potrei dire che un 10% dei feedback sono composti da commenti meschini e critiche aspre, che mi turbavano davvero all’inizio.
Ho gradualmente imparato ad accettare il rischio come “parte del lavoro”.
Fortunatamente ricevo molte più risposte positive, sia sui social network che via e-mail, o anche solo poche parole gentili da parte di persone umane incontrate nella mia vita quotidiana. Tutto questo mi ricarica sempre e mi permette di andare avanti nel mio viaggio e creare più illustrazioni che affrontino questi temi.
Cosa pensi dell’arte, del suo ruolo e della sua importanza nel porre l’attenzione sullo sfruttamento degli Animali?
Credo che l’arte sia uno strumento molto potente per il movimento vegano. Essa ha davvero la capacità di far aprire gli occhi alle persone e promuovere un approccio più compassionevole.
Vorrei incoraggiare le altre persone umane vegane a trovare la propria “voce creativa” per poter aiutare gli Animali. Alcuni di noi sanno disegnare o dipingere, altri creano musica mentre molti sono fantastici nello scrivere o anche a cucinare e organizzare eventi; abbiamo tutti del talento in un modo o nell’altro. Se si ha il coraggio di sperimentare con idee diverse, diverse espressioni creative, alla fine si troverà la propria voce con cui poter contribuire a sensibilizzare e difendere l’uguaglianza tra tutte le specie su questo Pianeta.
Insieme possiamo fermare lo sfruttamento e possiamo costruire un mondo pacifico per noi e per le generazioni a venire.
https://melindahegedus.wordpress.com
Intervista e traduzione a cura di Jade Monica Bello
Galleria fotografica fornita dall’artista
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Bravissima. Mi piacciono queste opere. Mi ricordano la pop art.