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Fino a ieri McDonald’s e veganismo parevano due elementi del tutto incompatibili: due concezioni dell’esistenza di segno opposto. Oggi la realtà – come sempre – supera la fantasia e nasce il McVegan: il primo panino targato McDonald’s completamente vegan. Il panino da quanto riferiscono fonti giornalistiche, è per ora in fase di test e disponibile al pubblico solo in Finlandia, c’è da scommettere però che presto sarà distribuito in ogni punto vendita della multinazionale statunitense del fast food. Non è certo una novità quella dei panini vegani, ma il McVegan, proprio in virtù di ciò che McDonald’s rappresenta, appare come il risultato finale di una sciagurata metamorfosi che ha trasformato il veganismo da corrente controculturale (di opposizione e alternativa a una società umana che in nome del profitto e/o dell’antropocentrismo sfrutta e uccide gli Animali) a subcultura legata a doppio filo con il consumismo di nicchia, ed ora sfociata nel fast food e junk food (cibo spazzatura) aprendo un nuovo mercato dalle enormi potenzialità.
La portata del messaggio politico critico, anticonsumista e in definitiva anticapitalista del veganismo, nel breve spazio di un decennio o poco più, ha subito uno strabiliante processo di banalizzazione: uno svuotamento di senso e significato che ha mutato una posizione etica in una moda diet-etica e frivola, spogliandola da ogni velleità di rivendicazione.
Il McVegan ha però fatto anche di più: superando l’ultima barriera dello snobismo alimentare che caratterizzava il veganismo di tendenza, lo rende adatto a tutte/i, inserendolo a pieno titolo tra i vari miti del cibo standardizzato internazionale. Insomma a breve anche chi non dispone di grandi risorse economiche si potrà mangiare il suo bravo panino vegan identico in ogni parte del globo.
Quella di un Ronald McDonald’s “green” è la nuova faccia delle sconfinate zaibatsu: multinazionali che macinano corpi, vite, ambienti e diritti altrui in nome del profitto ma con un volto pulito, “verde” e quindi presentabile (si chiama greenwashing). E’ anche la faccia che tante associazioni, gruppi e collettivi vegan negli anni passati hanno contribuito a dipingere, fornendo un’idea distorta, semplicistica, stupida e menzognera del veganismo pur di riuscire a diffonderlo. La metamorfosi è completa ed è nato il veganismo superficiale.
Godetevi il panino.
Adriano Fragano
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Non so. Per me il fine giustifica i mezzi. Più panini veg, meno vacche ammazzate. Il resto è solo radicalsimo chic.
“Radicalismo Chic” e vegano sono la stessa cosa
Per chi osserva il fenomeno dall’esterno, probabilmente. Per chi lo ha vissuto come un’epifania, non credo proprio. Certo, se poi ci mettiamo a diffondere messaggi come quello veicolato dal post (senza offesa per nessuno) poi è normale che ci piglino per il culo un dì sì e l’altro pure.
Cari Luigi e Salvatore forse non ve ne siete accorti ma questo non è un luogo per chiacchiere da bar e qualunquismo spicciolo. Se avete una critica concreta da avanzare fatela pure, riceverete una risposta adeguata, altrimenti riservate le vostre considerazioni per i social network.
Sorvolando sulla spocchia di cui trasuda questo commento, faccio umilmente notare che la critica è concretissima e assolutamente circostanziata. Anzi, è anche una critica feroce di certe posizioni che, attente più all’esibizionismo e all’egocentrismo che non alle vere finalità etiche del movimento, rischiano di minare la credibilità di chi da decenni sostiene la causa (come il sottoscritto).
Luigi è del tutto evidente che non sai di cosa stai parlando. Esibizionismo ed egocentrismo sono questioni che esulano totalmente la lotta per la liberazione animale sebbene ci siano purtroppo molti personaggi che ne approfittano per mettersi in mostra. Non è questo il caso di Veganzetta come lo possono dimostrare i 10 anni di lavoro assiduo svolto. Non si capisce a quali “finalità etiche” tu alluda, come non si capisce di quale credibilità tu stia parlando. Ad appoggiare operazioni commerciali come quella di McDonald’s non ci si rende credibili, ma ridicoli.
Questa è la tua opinione e, peraltro, non mi sembra che nessuno si sia proposto di “appoggiare” l’operazione di McDonalds (che, detto per inciso, fra ridere anche me). Detto ciò, se risulta ridicolo appoggiarla, risulta ancora più ridicolo osteggiarla, visto che qualsiasi sia il cappellino che ci metti su, il risultato non può che essere il benvenuto (come già esplicitato nel primo commento).
Per il resto, posso assicurarti che so benissimo di ciò che sto parlando, essendo vegan da ormai 25 anni, avendo attraversato ogni fase di questo cammino. E so riconoscere le persone dalle velleità intellettualoidi come quelle dell’autore del post che immagino sia il medesimo dei commenti a cui sto rispondendo.
Se il veganismo oggi è diventato una mezza barzelletta, lo si deve ad egocentrismi come questo. L’etica è un principio concreto (a proposito: se ti sfugge il termine “finalità etiche”, non posso far altro che consigliarti un buon dizionario), che bada a un risultato concretissimo: meno sfruttamento e meno sofferenza. Il tuo fine, onestamente, non si capisce quale sia. E se è il medesimo, allora lasciati servire: lo persegui nel peggiore dei modi.
Cordialità.
Grazie Luigi per il tuo curriculum vitae.
Se non ti sembra che qualcuno si sia proposto di appoggiare l’operazione di cui sopra, sei male informato.
Queste notizie sono sempre molto ben accolte dal “popolo di internet” vegan. Lo stesso è accaduto per il latte vegetale di soia della Granarolo.
Il veganismo è divenuto una mezza barzelletta perché ci sono molte persone umane vegane semplicemente prive di qualsiasi base teorica, non è pertanto colpa di chi cerca di mantenere una coerenza etica, ma di chi ha ridotto il tutto a consumo modaiolo o a soluzioni semplicistiche e banali.
Queste sono considerazioni che non possono essere ignorate, se non altro perché il veganismo non ha anche fare con i diritti degli Umani, ma con i diritti fondamentali degli altri Animali.
Le finalità di questo luogo virtuale sono sbandierate in ogni dove. Nel caso specifico se non capisci le motivazioni di questo articolo è possibile che sia scritto male, oppure che le modalità scelte siano pessime, è però ugualmente possibile che invece sia chiaro, che le modalità scelte siano valide e che il problema sia tuo.
Cordialità.
Ci avete messo venti anni e più brutti balordi
Un brutto articolo, quindi e’ colpa dei vegani….
Non si può certo dare la colpa a McDonald’s per aver approfittato della popolarità del consumismo vegano. La colpa è di chi in tutti questi anni ha diffuso una falsa visione del veganismo tutta incentrata a scegliere prodotti vegan, surrogati e ricette tralasciando ogni questione etica se non una generica opposizione al dolore animale, senza evidenziare ciò che realmente il veganismo significa per una società che non lo è.
Chi è vegan da tempo si ricorda bene quali erano gli argomenti principali del veganismo e quali quelli “indiretti”, oggi gli indiretti sono divenuti i principali e la questione animale è passata abbondantemente in secondo piano. La dimostrazione pratica è che si fa un gran parlare dei diritti delle persone umane vegane, ma si parla sempre meno dei diritti degli Animali. Oggi non siamo più coloro che vogliono la liberazione animale, siamo solo “i vegani”.
Esatto!!!!… Per tale motivo quando mi danno del vegano mi sento offeso anche se capisco che chi mi definisce così è perché mi conosce superficialmente… Come non mi reputo più neanche antispecista ma questo lo sai già e il motivo anche..
Ciao Adriano..
Ciao Spasm666,
Ciò che dobbiamo fare è lavorare per riappropriarci della corretta identità vegana delle origini e al contempo annullare l’immagine errata e strumentale che ci è stata affibbiata.
Rinunciare alla nostra identità vegana perché viene strumentalizzata sarebbe un errore imperdonabile.
E meno male che abolizionismo e parità dei diritti sono principi passati dall’essere corrente controculturale a semplice realtà quotidiana in quasi ogni angolo della Terra. ;)
Quando un’idea si diffonde è normale che coloro che ne abbracciano i principi, aumentando di numero, possano attrarre le attenzioni di chi fa del soddisfare le necessità altrui il proprio busines, ma questo non porta a nessuna superficializzazione di sorta.
Badtzmaru ma sul serio credi che “abolizionismo e parità dei diritti sono principi passati dall’essere corrente controculturale a semplice realtà quotidiana in quasi ogni angolo della Terra”?
Complimenti per l’ottimismo.
Da qualche parte bisognerà pur cominciare. La politica del “tutto e subito, oppure nulla” è quella che mantiene ancora viva oggi la pratica della vivisezione. Vogliamo fare il medesimo errore con gli allevamenti? La statura etica è una gran cosa. Fa sempre bene a qualsiasi causa. Il furore ideologico no, quello le affossa.
… e anche laddove il tutto finisca il banalità e folclore? Un ricco “chi se ne frega” ce lo vogliamo aggiungere? Dico, si è vegan per principi di natura etica o per fare gli alternativi? Poi non ci lamentiamo se ci bollano come eccentrici fricchettoni e non come persone dalla statura etica elevata.
Non sono panini per vegani, ma panini per chi vuol fare il vegano una tantum.
Il vegano razionale, che sa immaginare una catena di conseguenze, credo che preferisca non finanziare, nel suo piccolo, un’azienda che comunque basa la totalità del suo successo all’uccisione in massa di animali ed allo sfruttamento di animali e lavoratori umani.
Gli inneggiatori “da qualche parte dobbiamo pur cominciare” sono gli stessi individui (purtroppo vegani di battezzo) che vogliono (anzi pretendono) la carne sintetica. Sono gli stessi che gridano al miracolo quando centinaia di surrogati vegetali arrivano sui banchi della Gdo. Sono gli stessi che vogliono tutto e subito anche e soprattutto affermando con convinzione spicciola: “Meglio una Mucca viva oggi, che cento morte domani.”
Magari fosse così!
Quello che invece e tristemente non concepiscono (sempre se realmente abbiamo intrapreso la presa di coscienza) è che il capitalismo, ed ogni forma convenzionale, mai nulla potrà apportare ad una nuova società libera.
Luigi dice: “Vogliamo fare il medesimo errore con gli allevamenti?”
Ci ha già pensato il capitalismo moderno, e tra qualche anno la filiera produttiva della carne tradizionale sarà affiancata da nuovi prodotti molto simili nella forma, nel gusto e nel colore ad un Mac-burger. Peccato che sia stato clonato da una Mucca (non libera) destinata al macello.
Il brevetto è già pronto, e attualmente la carne sintetica costa 200 dollari al kg (forse più). Per far scendere il prezzo dovranno creare un mercato di massa, quindi innumerevoli donazioni e conseguenti riproduzioni (parliamo di centinaia di miliardi di donazioni). Come è possibile prevedere una svolta epocale tramite una simile aberrazione scientifica? Tutto ciò rappresenta una cospicua opportunità commerciale che vuole fare arricchire chi degli Animali se ne frega, e i vegani gli stanno dando una mano. Del resto era quello che volevano, i magnati del calibro di Bill Gates (vegetariano pentito) e Richard Branson (è di fatto uno degli uomini più ricchi del mondo) che ora puntano al business della carne in vitro affermando che pulirà l’ambiente dall’inquinamento e salverà gli Animali dagli allevamenti intensivi. Peccato che non sia ben chiara tutta la procedura e soprattutto chi saranno i donatori.
Detto questo…se osteggiare è ridicolo (per usare la stessa terminologia) mi chiedo in che modo dovremmo accogliere il McVegan, l’hamburger sintetico ed ogni diavoleria commerciale che da qui in avanti arricchirà le tavole dei consumatori. Allo stesso modo dovremmo ignorare ogni altra aberrazione esistente? Ma soprattutto c’è da chiedersi perchè gli strateghi del marketing stanno investendo sui vegani? Forse perchè c’è qualcuno che è interessato a comprare i loro prodotti? O forse perchè sperano di modificare le coscienze delle persone in chiave cruelty-free?
Rendersi spocchiosi ed anche un po’ ignoranti non è la rovina del veganismo…è molto peggio.
#Vegan… è l’insegna di tutto ciò che è “#Naturale” “#NONraffinato” oltre ad escludere carne, pesce, uova, latte e derivati e poi sinceramente non mangerei mai vicino ad un pezzo di cadavere, sono dalla parte dell’etica e se devo mangiare al ristorante bisogna che mi veniate incontro cari amici.
Se le conoscenze e la tecnica per produrre in vitro direttamente dei muscoli, quindi carne “non senziente”, fosse facilmente applicabile da tutti e libera da brevetti, cioè in sostanza svincolata dagli interessi capitalistici e resa pubblico dominio, mi chiedo se sarebbe positivo o meno.
Di positivo, i carnisti recidivi avrebbero una scusa in meno per abbandonare il loro appoggio all’industria dei macelli (per quanto, già immagino il riemergere del mercato della carne animale sotto l’insegna stile slow-food della tradizione e della supposta qualità).
Forse lo troverei un po’ macabro, ma certamente meno del “cannibalismo” attualmente diffuso.
Mi chiedo se desidererei che chi passa dalla carne senziente a quella in vitro, finisse con l’abbandonare anche quella per passare al vegetale completo.
Dal punto di vista pratico, credo che non ci sarebbero differenze. D’altra parte, considererei la soluzione, come dire, poco “educativa”, perché sarebbe comunque l’imitazione del risultato di una pratica, l’uccisione e la macellazione, riprovevole. Sarebbe come fare una campagna contro la violenza sulle donne proponendo agli stupratori, di usare dei realistici robot dalle fattezze femminili, con tanto di reazioni verosimili.
In realtà, non so bene quanto peso dare ai pro ed ai contro, quindi non sono in grado di prevedere cosa accadrebbe in un simile scenario futuro.
“Sarebbe come fare una campagna contro la violenza sulle donne proponendo agli stupratori, di usare dei realistici robot dalle fattezze femminili, con tanto di reazioni verosimili”
Ecco che centri il punto, ci stiamo arrivando (https://www.internazionale.it/video/2017/05/10/arrivano-i-robot-del-sesso) seguendo il principio che il mercato vede ‘per ogni domanda una risposta’.
Concordo sul fatto che la multinazionale fa il suo mestiere come sempre. E su una forte autocritica verso i ‘movimenti’ (non tutti) che dimenticano istanze radicali per scelte più accomodanti verso una propaganda semplice e un miglior piazzamento mediatico/pubblico.
D’altra parte, non posso completamente dare torto a chi vede la questione in modo pragmatico dando più peso al risolvere un’urgenza ora, che alla prospettiva futura.
Cioè: meno persone incoraggiano con i propri consumi l’abuso sugli animali, meglio è.
Quest’approccio, rischia di essere un ostacolo per un progetto più a lungo termine di liberazione animale ed umana?
Il mio problema è che non sono capace di prevederlo.
Mi preoccupo che possa portare le persone ad accontentarsi della posizione di comodo appena acquisita, cioè non incoraggiano gli abusi sugli animali, ma lo fanno comunque appoggiandosi e confermando la validità del sistema capitalistico (che d’altro canto, si basa interamente sulla disparità).
Ma non posso escludere la possibilità che questo, per molti, potrebbe essere un primo passo verso un ulteriore graduale presa di coscienza e di posizione.
Viviamo in una società complessa ed è molto difficile tenere in considerazione tutti i fattori in gioco. Talvolta ci si accorge di certe influenze solo quando si è riusciti ad escluderne altre.
Inoltre, forse esistono modi per usare contro il capitale gli strumenti da lui prodotti, in modo simile a come accade da ormai quarant’anni nei movimenti hacker e del software libero.
Siamo tutti costretti in una certa misura a scendere a compromessi tra ciò che la nostra morale vorrebbe e ciò che la società ed il sistema in cui viviamo c’impone. Le discussioni come questa, infatti, vertono quasi sempre su quali compromessi siano accettabili e quali no. Appunto, il McVegan.
La questione è che in una realtà odierna, in cui tutto è mercificato all’ennesima potenza, non è possibile brevettare un simile progetto senza l’ausilio del capitalismo e da tutto ciò che ne consegue. Per fortuna? La risposta vien da sè…almeno da chi ha coscienza tale da concepire solo aberrazione in tale progetto, sì avveniristico ma, dai connotati horror.
Infatti la conoscenza e la conseguente tecnica dovrebbero essere completamente in pubblico dominio, quindi svincolate dal sistema dei brevetti e delle proprietà intellettuali.
Immaginare questa possibilità, mi permette di escludere uno dei problemi e quindi concentrarmi sull’idea della carne “non senziente” in sé.
Dal punto di vista irrazionale, la riterrei macabra, come hai scritto anche tu. Cerco di capire il motivo che sta alla base di questo sentimento e mi sento in difficoltà. Non capisco se la cosa si riduca ad una semplice eredità inconscia dell’educazione religiosa che la maggior parte di noi ha subito durante l’infanzia. Una sentimento di sacralità verso i corpi, oppure una qualche forma di proiezione animistica.
Razionalmente, invece, sarebbe solo un oggetto, in-animato, senza mente, senza sentimenti, la riproduzione artificiale di ciò che spontaneamente crescerebbe in un essere vivente. Secondo ragione, è senza dubbio meno macabro della parte del corpo di un’animale che sia stato ucciso per ottenerla.
Sempre razionalmente, ciò che di negativo avrebbe, sarebbe il portare avanti l’idea del nutrirsi di ciò che ricorda le membra di un animale. Stesso disagio che si ha quando ci si trova davanti una pietanza a base di soia o seitan o quant’altro, che ricorda fin troppo bene la sua versione carnista originaria.
Sarebbe l’impatto sociale e psicologico del continuare a mimare la pratica crudele del nutrirsi di (ciò che sembrano) parti di animali.
Cara Tichy, il tuo ragionamento è abbastanza veritiero…a parte forse il fatto che seitan o muscolo di grano o tofu ecc.ecc. potrebbero ricordare gli Animali ma solo per i veg-neofiti in quanto nella realtà non lo sono assolutamente. E’ giusto perseguire prodotti vegetali che invece ricordano tristemente altri d’origine animale? Cotoletta per cotoletta, burger per burger, formaggio per formaggio? In parte no (non è valido il concetto disquisito-rio) in parte sì…potrebbe aiutare la (chiamiamola erroneamente) conversione. Ma ciò riguarda sempre un aspetto salutistico della consapevolezza che c’entra ben poco con la moralità di un determinato alimento. In sostanza, come affermi tu giustamente, proporre la carne sintetica come soluzione allo sfruttamento animale e ad ogni problema consequenziale “sarebbe come dare agli stupratori dei robot con delle fattezze femminili” in una realtà virtuale ipotetica.
Non é una provocazione…ma la tragica realtà! Si sta cercando di passare un messaggio fuorviante, ovvero che mangiare carne é moralmente giusto e necessario anche e soprattutto inventandola dal nulla…o peggio da un Animale innocente costretto contro la sua volontà a ”donare” una parte della sua esistenza. Questo nella migliore dell’ipotesi…nella peggiore é già morto, o predestinato a fine certa. Un giorno potremmo garantire l’immoralità dello sfruttamento animale, ma autorizzando il consumo di carne (come giusto ed inamovibile surrogato) annulleremmo ogni presa di coscienza…e con essa la liberazione animale.
la “colpa” è degli animalisti qualunquisti consumisti .. quando non destrorsi (vedi ultima trovata della brambilla .. il “movimeno animalista” .. amara caricatura .. (caricatura?) di un animalismo non politico e quindi di destra .. il qualunauismo è sempre di destra .. ) o comunqe main stream .. RINGRAZIO ADRIANO; che ha scritto delle riflessioni puntuali, rigorose, .. MAGNIFICHE .. gratuitude ! ( -:
Grazie Sandra per le belle parole e i complimenti sempre graditi.
In risposta a ste, Roberto Contestabile e Ticky sull’argomento “carne sintetica”.
La cosiddetta “carne sintetica” non dovrebbe esistere per molte ragioni, limitandoci al solo punto di vista antispecista o più in generale vegano etico, si può affermare che:
1) La “carne sintetica” in quanto prodotto altamente tecnologico sarebbe ad esclusivo appannaggio di grandi gruppi industriali e multinazionali (non per nulla i magnati di internet se ne stanno interessando da tempo), ciò significherebbe ancora una volta favorire l’ipercapitalismo globale con tutto ciò che ne consegue: disuguaglianza, sfruttamento intraumano, sfruttamento e devastazione degli altri viventi e della Natura.
Pensare che la “carne sintetica” possa risolvere la questione dell’ingiustizia nei confronti degli Animali, pertanto sarebbe solo una pia illusione.
2) La “carne sintetica” sarebbe solo uno dei mille prodotti che potrebbero scaturire dal comparto biotecnologico che ancora una volta ripete il mantra specista della scienza al servizio del profitto che ha contraddistinto la storia dell’umanità sino ad oggi. La “carne sintetica” pertanto non nascerebbe dalla volontà di evitare le sofferenze agli Animali, ma dal fatto che potrebbe avere un impatti minore sul pianeta e quindi salvarci dalla catastrofe ecologica: ancora una volta un motivo egoistico e utilitaristico.
3) La “carne sintetica” nell’immaginario delle consumatrici e dei consumatori rimarrebbe pur sempre “carne” ossia un pezzi del corpo di un Animale. Il consumo di carne non è solo una mera soddisfazione alimentare, ma è un rito, un totem culturale e sociale, un elemento di gusto e al contempo di soddisfazione predatoria. Non per nulla il consumo di carne è sempre legato a doppio filo con concetti riguardanti la forza, la violenza, il sesso.
La “carne sintetica” sarà in tutto e per tutto simile alla carne naturale, con polpa e sangue, ciò non ci allontanerà mai dall’idea di mangiare Animali, la sarcofagia rimarrebbe un elemento basilare della nostra società eminentemente carnivora, feroce e violenta. Le persone umane vegane non dovrebbero avere bisogno di alcun surrogato alimentare, di alcun elemento di continuità con il loro passato alimentare e culturale legato alla carne e agli Animali. Il veganismo etico offre un nuovo paradigma in cui gli Animali non sono più cibo, oggetti, beni, non sono più capitale animale, ma soggetti senzienti. Per tale motivo tutto ciò che in passato ci legava allo sfruttamento degli altri Animali, dovrebbe essere abbandonato definitivamente.
Per i motivi di cui sopra la “carne sintetica” non solo sarebbe un surrogato della carne naturale, ma anche dello specismo.
Analisi perfetta, con tutta la sua cruda realtà. Ecco perchè il dibattito attuale inerente alla carne sintetica dovrebbe essere acceso e diffuso, anche e soprattutto perchè molti vegani-malisti stanno gridando al miracolo di fronte a bistecche surrogate al sapore di sangue animale. Molti stupidamente credono che liberare gli Animali dagli allevamenti intensivi possa creare una nuova società libera da sfruttamenti. Il messaggio appare fuorviante, perchè la morale è compromessa di fronte ad una tale aberrazione scientifica.
Se vogliamo perseguire un palliativo allora ben vengano tutte le proposte possibili, utili a raggiungere soluzioni alternative che possano sostituire la carne e i derivati animali. Altrimenti mettiamo subito le cose in chiaro, e ribadiamo il concetto fondamentale: ogni surrogato alimentare rappresenta solo ed esclusivamente un opportunità commerciale che non salva nessuno, bensì rafforza il potere del sistema deterrente. Questo perchè il nutrimento fondamentale è ben altra faccenda, e c’entra ben poco con il consumo di proteine “nobili”.
Quando leggo articoli simili mi viene da pensare: come può un animale che si è autoproclamato padrone del mondo solo perché possiede il raziocinio (che gli permette di violentare il pianeta e tutti i suoi abitanti) possa invece essere in effetti così stupido e incatenato per sempre dai suoi sensi?