L’antispecismo è per gli invisibili


Si legge in circa:
2 minuti


A noi Umani sono sempre piaciute le figure eroiche e ribelli perché in definitiva soddisfano una nostra propensione al romanticismo, osando ciò che generalmente noi non siamo disposti ad osare. Non fa eccezione il mondo animalista e antispecista (pur sempre formato da Umani), che ha preso a considerare sempre più quegli Animali che trovano la forza di ribellarsi e di fuggire alla sorte decisa dai loro aguzzini umani. Certo chi tra gli Animali si difende, attacca o scappa per salvarsi la vita, attira sempre simpatie e solidarietà, tanto da giungere ad assumere addirittura un’identità: smette di essere un numero, un oggetto o un corpo destinato a fornire reddito, per divenire un soggetto: un individuo.

Per questi Animali ribelli noi antispecisti giustamente gioiamo, addirittura l’opinione pubblica specista pare per un attimo aprire gli occhi per accorgersi della loro disperazione; è così che per mezzo di mobilitazioni, petizioni e collette, la loro vita spesso viene salvata. Chiaramente la nostra speranza è che ci siano sempre più di questi Animali disposti a tutto pur di tentare di ritrovare la libertà, perché è un loro inalienabile diritto farlo, ma è doveroso affermare che il mito del ribelle non aiuta la liberazione animale. Gli Animali non dovrebbero essere costretti a distinguersi e a stupirci con atti eroici per “meritare” la libertà. In realtà la libertà per chi la desidera, dovrebbe essere una condizione del tutto normale e non eccezionale. Se così non fosse, torneremmo al concetto dell’arena romana gremita di pubblico che assiste ad un massacro, per poi decidere con il pollice della vita di “belve” e gladiatori a seconda del loro coraggio.
L’esaltazione delle gesta degli Animali ribelli contribuisce paradossalmente a scavare un solco profondo tra chi si distingue divenendo meritevole di attenzione (l’eccezione), e chi non riesce ad uscire dal cono d’ombra dello specismo, sprofondando ancora più in basso (la regola).
Vorrei invece rivolgere il mio pensiero a tutti coloro tra gli Animali – e sono miliardi – che non hanno avuto la forza di ribellarsi, di reagire, di fuggire, forse nemmeno di urlare, ma che hanno sofferto e sono morti in silenzio o lontani dai nostri occhi e dalle nostre orecchie, rimanendo fino alla fine anonimi, disperati e privi di ogni considerazione. E’ a questa immensa moltitudine nascosta e indifesa che dovremmo sempre pensare, perché la vera tragedia sta nella loro assoluta condizione di sottomissione nei confronti di chi infligge ogni sorta di torture per soddisfare i propri interessi.

L’antispecismo è nato per considerare finalmente gli esseri invisibili, gli ultimi tra gli ultimi: più sono lontani da noi e invisibili, più vanno posti al centro dei nostri pensieri. Così dovrebbe essere.

Adriano Fragano


Foto di Fernando Cavalcanti


Se hai letto fin qui vuol dire che questo testo potrebbe esserti piaciuto.
Dunque per favore divulgalo citando la fonte.
Se vuoi Aiuta Veganzetta a continuare con il suo lavoro. Grazie.

Avviso legale: questo testo non può essere utilizzato in alcun modo per istruire l’Intelligenza Artificiale.

6 Commenti
  1. Gianni ha scritto:

    Bellissima riflessione!

    24 Dicembre, 2019
    Rispondi
    • Cereal Killer ha scritto:

      Grazie Gianni, è importante comprendere e tener sempre presente chi è davvero nel fondo dell’abisso dello sfruttamento.

      24 Dicembre, 2019
      Rispondi
  2. Paola Re ha scritto:

    Sono invisibili ma non basta il danno. C’è pure la beffa perché la loro invisibilità è frutto di un formidabile lavoro: economia, finanza, politica… ogni sorta di potere forte usa le migliori armi per renderli tali. Meno sono visibili, meglio si possono sfruttare.
    Gli animali che si ribellano e si guadagnano gli onori della cronaca o diventano stelle del web sono intoccabili, sono simboli dell’amore per gli animali. Tutti si scoprono sensibili e pronti a commuoversi davanti alla mucca che fugge dal lager ma nel piatto hanno un pezzo di mucca invisibile e nei piedi un altro pezzo.
    Buon anno e grazie a Veganzetta.
    C’è ancora molto lavoro da fare.

    29 Dicembre, 2019
    Rispondi
    • Cereal Killer ha scritto:

      C’è ancora molto lavoro da fare, è vero, per questo nel prossimo anno cercheremo di impegnarci ancora di più. Auguri anche a te cara Paola.

      29 Dicembre, 2019
      Rispondi
  3. Joel ha scritto:

    Uno degli articoli più significativi che abbia mai letto sullo sfruttamento animale. Che tremenda realtà!
    Dobbiamo difenderli a ogni costo.
    Grazie per la vostra empatia, buon proseguimento.

    9 Gennaio, 2020
    Rispondi
    • Cereal Killer ha scritto:

      Ciao Joel grazie mille per il tuo apprezzamento che fa molto piacere.
      E’ vero dobbiamo difenderli (da noi stessi) ad ogni costo.

      9 Gennaio, 2020
      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *