La storia dello sterminio dei Gatti in Australia


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Questa fotografia, triste come del resto ogni fotografia che mostra un “trofeo” di caccia, è stata scattata in Australia ed è una delle tante che si possono trovare in Rete. Il contesto è quello dello sterminio dei Gatti “randagi”, progetto annunciato dal governo australiano nel 2015 e tornato alla ribalta della cronaca mondiale il mese scorso, probabilmente per rilanciare qualcosa che non sta andando come previsto. Ma come siamo arrivati a tutto questo? Per prima cosa un po’ di numeri: si stima che nell’intero continente australiano siano presenti tra i 2 e i 6 milioni di questi Felini e che continuino a riprodursi velocemente, mettendo a rischio il resto della fauna e le specie che vivono solamente in Australia. Questo è un problema. La soluzione non è certo stata cercata a lungo e, senza porsi troppe domande, si è deciso per lo sterminio.

Il progetto però, come del resto era facile prevedere, ha trovato notevoli difficoltà e, come ha raccontato in un lungo articolo il New York Times, il raggiungimento dell’obiettivo si sta rivelando più complicato del previsto.

Partiamo dall’inizio: di fatto non è chiaro quando i primi Gatti abbiano fatto la loro comparsa in Australia. A lungo si è creduto che il loro sbarco fosse avvenuto nel Seicento tramite qualche nave olandese approdata sulle coste australiane con qualche Gatto “clandestino” a bordo. In seguito però, test più accurati sul patrimonio genetico dei Gatti dei giorni nostri, sembrano portare a conclusioni diverse. I Gatti sarebbero arrivati in Australia nella zona di Sydney, quando nel 1788 approdò la Prima Flotta, ovvero le 11 navi partite dall’Inghilterra per fondare nel continente una colonia penale. A bordo infatti si usava portare dei Gatti per cacciare i Topi e ovviamente, una volta toccata terra, i Gatti lasciavano le navi e andavano altrove in cerca di cibo.

Sia come sia, il Gatto in breve tempo ha iniziato a conquistare importanti porzioni di territorio e alla fine del ‘900 alcuni studiosi hanno iniziato a lanciare i primi allarmi. Secondo gli esperti di fauna australiana infatti, i Gatti sono stati una delle principali cause dell’estinzione di almeno 22 specie di Mammiferi e si stima inoltre che ogni anno i Gatti uccidano 377 milioni di Uccelli e 649 milioni di Rettili australiani. Per questo motivo sono considerati una minaccia per la fauna e il governo ha deciso di chiudere una vota per tutte la questione.

Diciamolo onestamente: ormai da tempo l’Australia gode nel mondo di fama immeritata in quanto a politiche “green”. Se è vero infatti che molti australiani dimostrano di avere una coscienza “verde” molto sviluppata, altrettanto non si può dire del loro governo che, ad esempio, non si è mai impegnato realmente per difendere le Balene dalle baleniere giapponesi, ha autorizzato lo sterminio dei Canguri perché considerati Animali nocivi, ha portato il Koala sull’orlo dell’estinzione e consente a numerosi pescatori di andare a caccia di Squali come nel film di Spielberg, per non parlare dei Dingo.

E poi c’è la questione dei Gatti.

Basti pensare che il governo australiano ha lasciato mano libera a chiunque, permettendo metodi di ogni genere che variano esclusivamente a seconda di chi se ne occupa, se privatamente o per conto del governo e delle amministrazioni locali. I cacciatori australiani poi non se lo sono fatti ripetere due volte e molti sono anche quelli che si sono improvvisati sterminatori, convinti che la crociata contro il Gatto selvatico fosse buona e giusta.

Così c’è chi caccia i Gatti con trappole, chi con i fucili e chi con altre armi come balestre e archi. Non mancano poi le iniziative su più larga scala con di salsicce avvelenate, che vengono lanciate dagli aeroplani su ampie porzioni di territorio, note per ospitare migliaia di Gatti randagi. Il tutto non considerando il fatto che queste salsicce contengono una sostanza derivata dalle piante del genere gastrolobium, velenosa non solo per i Gatti, ma anche per altre specie animali.

Nel Queensland si è messa addirittura una taglia di 10 dollari australiani (6,30 euro) per ogni Gatto catturato.

Non c’è che dire, davvero una coscienza di green di tutto rispetto.

Nel 2015 l’annuncio del governo australiano fu accolto positivamente da molti australiani, convinti della minaccia che i Gatti avrebbero costituito per la fauna. Al contrario numerose associazioni animaliste europee e alcuni personaggi dello spettacolo chiesero al governo di ripensarci e di fermare quello che definivano uno sterminio ingiustificato. Per fortuna, se pur lentamente, anche in Australia si è arrivati a un’opposizione più decisa, forse anche grazie alla presa di consapevolezza dello squallido e disgustoso sterminio dei Canguri che ha fatto riflettere su quello dei Gatti.

Chi è contrario sostiene che i Gatti siano uccisi barbaramente, che non ci siano controlli sufficienti sulle condizioni in cui vengono cacciati e che nel complesso l’intera iniziativa sia superflua.

E in effetti tutti i dati dimostrano che, nonostante siano presumibilmente stati sterminati fino a oggi circa 200 mila Gatti, sempre più australiani si stanno rifiutando di collaborare, rendendo il progetto del governo di fatto inattuabile. Inutile dire che questo sterminio non ha alcun senso e che anche dal punto di vista strettamente utilitaristico (impedire ai Gatti di impattare sulla fauna autoctona) questa decisione non è altro che l’ennesima guerra dichiarata agli Animali.

A questo punto la domanda è: come mai ancora oggi, non si prevedono in Australia come in Europa metodi non cruenti che comunque esistono come la moderna immunocontraccezione, una sorta di vaccino anticoncezionale per via orale? Per molti la risposta resta quella legata alla questione economica. Non c’è infatti alcun dubbio che uno sterminio sia molto meno costoso di un piano di sterilizzazione.

Però è altrettanto vero che, a oggi, tutti i piani eradicazione basati sullo sterminio si sono dimostrati esclusivamente degli inutili bagni di sangue.

La realtà è che l’Umano, a qualsiasi latitudine, ha ancora una concezione molto distorta degli Animali e se non si fa remore a sterminarne a miliardi in nome del profitto, come può non basare i suoi piani di conservazione della natura su una visione distruttrice?

E come è facile intuire una visione del genere, oltre che un massacro, non può che generare errori di valutazione.

Basti pensare, ad esempio, che solo nel Queensland vengono eliminati circa 300.000 ettari di terra ogni anno per coltivare alimenti per i Bovini. Chiunque oggi sa (o dovrebbe sapere) che per proteggere davvero la fauna selvatica è necessario difendere gli habitat, distrutti dall’opera dell’Umano e che quindi, se davvero si vuole tutelare l’ambiente, occorre piuttosto cambiare mentalità e non organizzare stermini di Animali.

Francesco Cortonesi

Fonti consultate:

www.ilpost.it/2019/04/28/gatti-australia-sterminio
www.nytimes.com/2019/04/25/magazine/australia-cat-killing.html
www.thenational.ae/lifestyle/explained-why-is-australia-killing-millions-of-cats-1.856012


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Un commento
  1. giovanna boerci ha scritto:

    L’antropocentrismo impedisce la lucida visione, portando l’umano al delirio di onnipotenza che inevitabilmente sfocia nella distruzione della Vita.

    27 Giugno, 2019
    Rispondi

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