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Alla fine purtroppo è successo quello che con tutte le forze la Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia ha cercato di evitare: la Peste Suina Africana è entrata in uno dei rifugi aderenti, il Progetto Cuori Liberi (qui il comunicato ufficiale). Diciamolo subito anche se ovviamente non ce ne sarebbe bisogno: se ci sono persone umane che sono realmente impegnate nel cercare di contrastare la Peste Suina Africana questi sono le attiviste e gli attivisti dei rifugi che vivono la loro vita cercando di salvare gli Animali. Eppure, ancora una volta, si vuole colpire i più deboli per tutelare i più forti, in questo caso i grandi allevamenti intensivi: è così scattato il provvedimento di abbattimento di tutti i Maiali del rifugio.
Come probabilmente saprete la PSA (Peste Suina Africana) non si trasmette all’Umano, piuttosto è stato proprio l’Umano a contribuire alla sua propagazione. Per quanto riguarda l’Europa infatti la diffusione della malattia è principalmente avvenuta nel 2007, partendo dal Caucaso. In quest’area, questa patologia letale ha trovato le condizioni ideali per diffondersi, non solo nella fitta rete di allevamenti familiari caratterizzati da uno scarso livello di biosicurezza, ma anche nelle popolazioni di Cinghiali quasi sicuramente entrati in contatto con il virus a causa degli allevatori/cacciatori che diffondono la PSA portandola sotto le scarpe e sull’abbigliamento. D’altra parte come ha dichiarato in questi giorni il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (non certo uno che può essere sospettato di essere dalla parte del mondo animalista) in merito alla diffusione del virus nella Regione: «massima attenzione, a tutti i livelli, per contenere la diffusione di una malattia che non è pericolosa per l’uomo ma che, se fuori controllo, avrebbe effetti devastanti per il comparto suinicolo lombardo, che conta la metà dei maiali allevati in Italia ed è il principale fornitore per le filiere dei salumi italiani più conosciuti e apprezzati al mondo». Chiaro quindi no?! Il vero timore è di trovarsi davanti a un altro caso di mucca pazza ma senza conseguenze (sanitarie) per l’Umano. Si teme piuttosto il rischio di veder bloccata produzione e l’esportazione di carne di Maiale italiana. Ancora una volta non si vuole accettare il semplice fatto che le grandi concentrazioni di Animali negli allevamenti, oltre ad essere un’aberrazione nei confronti degli Animali stessi, sono un vero e costante pericolo sanitario. Perché non c’è dubbio che se non ci fossero i grandi allevamenti (così come pure quelli piccoli) e soprattutto non ci fosse il consumo di carne, la PSA si fermerebbe a un limitato numero di Cinghiali e poi diventerebbe endemica e si stabilizzerebbe.
Curiosamente mentre si organizzano stragi di Animali, nessuna/o sembra aver pensato a vietare la caccia, che, ricordiamolo, è sicuramente un modo di diffusione della malattia (si fa una gran fatica a credere che tutti i cacciatori rispettino le indicazioni e puliscano e disinfettino le attrezzature, i vestiti, i veicoli e le loro vittime prima di lasciare l’area di caccia). Ora che alcuni Maiali ospitati dal Progetto Cuori Liberi si sono ammalati ecco che si prospetta l’ennesima strage, senza prendere ancora una volta in considerazione delle richieste molto semplici: isolare il rifugio, lasciare che attiviste e attivisti accudiscano gli Animali all’interno e che, nella peggiore delle ipotesi, i Maiali ammalati possano morire a casa loro e non portati via chissà dove e uccisi senza alcuna pietà. Tanto più che negli allevamenti vicini al rifugio tutti i Maiali sono già stati uccisi e quindi non c’è alcun pericolo di contaminazione.
Lo ribadiamo, se non fosse chiaro: se chi si trova nel rifugio resta chiuso lì dentro, a chi mai si potrà trasmettere la PSA? E nel frattempo torme di cacciatori se ne andranno in giro tutta la stagione venatoria s uccidere e maneggiare cadaveri di Cinghiali senza alcun monitoraggio… Mala tempora currunt.
Francesco Cortonesi
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Grazie per aver fatto chiarezza sulla questione, e soprattutto per aver affermato con decisione l’ennesimo rischio legato alla caccia – già aberrazione di per sé, ma sempre più nociva da ogni punto di vista.
Non che io mi metta a discutere con persone “che la pensano diversamente”, però amo sapere le cose come stanno. Quasi sempre i rappresentanti maggioritari della mia specie parlano senza avere la minima idea dell’argomento. Scommetto che alla parola “peste” i più pensano a una pandemia che colpisce gli umani. Forse proprio per questo è stata chiamata così? Per spaventare?
Mi sembra sempre più che sia diffusa una profonda ostilità verso gli Animali. Come se poi gli allevamenti lager a dieci piani li avessero progettati i Maiali stessi per i propri comodi. Pazzesco!
Gli Animali danno fastidio, “portano le malattie”, sporcano, inquinano…. uccidono…..
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