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Manca l’acqua. Forse molti Umani occidentali della generazione nata dal dopoguerra in poi non han mai provato questa esperienza: rimanere all’asciutto, non potersi fare una doccia, dover percorrere chilometri per rifornirsi di un liquido di gran lunga più prezioso del petrolio, un elemento che davvero non ha (e non dovrebbe avere) prezzo. Al di là di ogni retorica l’acqua è un bene di tutti (non solamente degli Umani) e non esiste agricoltura nel deserto.
Chi è attento ai fenomeni naturali avrà notato di sicuro un inverno e una primavera asciutti più del solito in Italia. C’è chi se ne sarà insensatamente rallegrato e chi se l’aspettava: “Manca l’acqua, stato di emergenza a Parma e Piacenza. A Roma si limita utilizzo per giardini, piscine, lavaggi auto”, batte l’Ansa alle 15.27 del 23 giugno 2017. L’articolo non nega l’allarme siccità su tutta la Penisola, ma è pronto a plasmare abilmente la notizia secondo uno schema prevedibile. Leggiamo: “La siccità ha colpito la food valley italiana. Tra la provincia di Parma e quella di Piacenza – precisa Coldiretti – si coltiva 1/4 del pomodoro da conserva Made in Italy. Ma a soffrire è l’intero bacino idrografico del Po, da cui dipende il 35% della produzione agricola nazionale. Sotto assedio sono province dove l’acqua è indispensabile per coltivare granturco e foraggio per nutrire oltre 650 mila bovini, che producono latte per i principali formaggi Dop italiani, come il Parmigiano Reggiano, e 1,5 milioni di maiali, che forniscono le cosce per prosciutti Dop di Parma e di Modena e carne per salumi Dop come il Culatello di Zibello.”
Ma gli stabilimenti di macellazione e trasformazione? Che fine hanno fatto nell’immaginario collettivo? Perché i mattatoi no?
Lasciamo in sospeso la domanda e notiamo solo come abilmente in prima fila si mettono i pomodori. Indubbiamente la pianta di pomodoro ha un elevato fabbisogno idrico (che comunque dipende sempre dall’umidità dell’aria e dalla composizione del terreno grazie alle quali alle volte l’acqua può risultare anche eccessiva e quindi dannosa) ma una volta cresciuto e colto è facilmente fruibile e lavorabile sia per uso industriale sia domestico senza gran dispendio d’acqua.
Si parla poi dei nobili Dop. Formaggi e salumi che fanno grande il Made in Italy, nel solco della nota retorica che si focalizza solo su quello che fa comodo sapere, e cela la realtà scomoda di una produzione d’origine animale convulsa, destinata a un altrettanto forsennato consumo (troppo spesso non si mangia, non si beve: si consuma).
Dall’aridità dei numeri
Eppure l’allevamento da “carne”, tutta la “carne”, non è un fenomeno facile da nascondere.
“Ogni anno in Italia vengono allevati oltre 10 milioni di suini. Secondo i dati forniti recentemente da ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nel nostro Paese sono stati censiti 137.851 allevamenti di maiali, di cui 100.000 di carattere familiare, 24.000 industriali e 13.200 allevamenti industriali «da ingrasso». Oltre l’80% sono concentrati tra Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.” (fonte Corriere.it 2015)
Se poi si vuol conoscere il numero dei mattatoi in Italia, ci si può immergere in una macabra lettura seguendo questo link. E’ l’elenco degli stabilimenti (stabilimenti: così chiamano questi luoghi di puro orrore). Per capire un po’ meglio di che cosa si tratta, basta scorrere il gelido elenco fino alla legenda delle abbreviazioni, dove si può spaziare dalle “cosce di rana”, al “laboratorio di sezionamento”, ai “prodotti a base di sangue”, agli “stomaci, vesciche e intestini trattati”, al “macello” vero e proprio.
Nessuno si chiede quanta acqua serve a tutto questo. Acqua fredda…. e bollente.
All’aridità del cuore
Torniamo alla domanda: l’uccisione e la lavorazione dei corpi vivi degli Animali non impiega acqua? Nessuno se lo chiede? Si può rispondere che, al solito, non viene percepita l’ingiustizia. La specie umana considera tutto in funzione di un utile e riesce a vedere solo se stessa. Se stessa in termini preferibilmente occidentali, ma questo è un altro, lungo discorso.
Dietro il velo scuro dei mattatoi c’è però di più.
Un sottile, carsico senso di vergogna porta a occultare accuratamente la violenza e il sangue che scorre e che oceani d’acqua cercano di lavare. Ossequiosi al potere autoattribuito sugli altri Animali, gli Umani a mantengono saldi i propri privilegi, coprendo meschinamente la verità. Basta non guardarla. Basta far finta che non esista l’oscenità sporca della morte.
Manca l’acqua, il sangue però non è mai stato così abbondante.
Costanza Troini
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Hai scritto benissimo ciò che penso ogni volta che sento parlare di emergenza idrica. Parlarne proprio relativamente alle zone che sono sede dei maggiori lager animali è paradossale. Nessuno dice nulla. L’acqua che si spreca per alimentare questo sistema è incommensurabile. Capisco che non ne parli Coldiretti ma che non ci sia neppure un giornalista sufficientemente illuminato sulla questione a scrivere qualche riga è deprimente. Sono in tanti a sapere di questo spreco ma raccontarlo fa paura perché mina un baraccone mortifero su cui sono in troppi a trarre profitto.
Il link porta ad una lista vuota.
Ciao Danilo il link funziona correttamente, ricontrolla.
Ho ricontrollato. Adesso la lista si apre. Grazie.
Grazie Paola. Hai ragione: è talmente evidente che nessuno ne parla. Paradossalmente chiudono le fontane, si lasciano seccare i giardini, si rinuncia al bello per alimentare l’orrore. Perché? Sono i tanti perché del “mangiar carne”. Uno, secondo me, è l’autodistruzione.
Si alimenta l’orrore tenendolo ben nascosto. Oltre al danno, la beffa. E’ qui che ci vorrebbe qualche esempio di buon giornalismo d’inchiesta che dicesse la verità. Mentre passano i soliti servizi triti e ritriti (ogni anno c’è l’emergenza idrica e ogni anno sono identici), ce ne fosse uno che mostrasse dove va a finire il bene naturale più prezioso…
Certa gente non immagina lontanamente lo spreco di acqua che c’è per allevamenti e mattatoi.
Inevitabilmente senza acqua non c’è vita (questo lo sanno anche i bambini della 1a elementare), ma ciò che non viene mai detto ed enunciato riguarda in ogni caso verità nascoste, loschi profitti, occultamenti strategici e macabri obiettivi. E’ così da sempre, ed è così anche per lo sfruttamento animale parte integrante del prodotto interno lordo di una nazione che deve produrre per stimolare la Crescita smisurata di un economia psicotica. Benessere opportunista di un presente altamente mercificante in cui la società dei consumi decide a priori (tramite abili mosse di marketing e giornalismo) cosa è giusto acquistare da cosa non lo è, cosa è di diritto sapere da cosa non lo è, cosa è logicamente reale e fisicamente presente rispetto ad una verità mistificata e a tratti nascosta…forse solo per incentivare il complottismo tanto sbeffeggiato. Mi viene il mente la tragedia dell’11 settembre 2001 in cui morirono tragicamente migliaia di persone e dove, nonostante innumerevoli prove identificarono quel terribile giorno come un macabro ed effimero auto-attentato utile a logiche di profitto opportunista (incluse politiche d’egemonia espansionistiche), tutto viene messo a tacere come se non fosse mai accaduto. Figuriamoci quindi se “poche” centinaia di migliaia di poveri Animali muoiono sotto terribili sofferenze nell’indifferenza più assoluta. Viviamo nell’epoca più gloriosa dell’informazione, eppure l’ignoranza e la presunzione di non voler sapere e capire prende il sopravvento rispetto invece ad una più plausibile compassione verso esseri indifesi ed innocenti. Le bramose logiche di profitto verranno sempre messe al primo posto per difendere l’egocentrismo di chi vuole e pretende imporre un consumismo falso ed ipocrita, non indice di benessere dunque ma di morte e sofferenza.
Ciao, Roberto. A proposito di complottismo, non so se sei già informato: Road to Hell (Strada per l’inferno) .
Sofferenza e morte per ogni essere vivente di questa povera Terra…
No, non conosco il titolo! Cos’è? Un libro? Film?
Dammi info, grazie!
Stranamente non mi è giunto l’avviso del tuo commento, me ne sono. Comunque non è il titolo di un libro, anche se l’autore ne ha scritto uno su questo… chiamiamolo “fenomeno” (in senso etimologico!); eccoti il link: http://www.tankerenemy.com/2017/06/road-to-hell.html . O ci svegliamo tutti, unendoci negli intenti (cosa assai difficile, dato il livello differente di risveglio delle coscienze) per salvare la Terra con tutte le Sue creature animali, vegetali (ma hai visto lo scempio degli ulivi per la xylella?), minerali ed umane (ritengo l’uomo un cancro per questo Pianeta), oppure non nutro speranza. Ciao!
La storia delle scie chimiche è molto dibattuta, e non solo tra i complottisti. Quello che è certo che non bisogna mai smettere di credere ad altre verità, altre certezze, ad altre situazioni causate da un sistema di potere altamente schierato verso bramose logiche di predominio e quindi profitto. Non bisogna più stupirsi se accadono eventi alquanto strani e controversi, soprattutto se questi vengono presto taciuti e spesso ridicolizzati. La stessa teoria dell’esistenza degli alieni ( o anche dei crop circle) altro non è che una banale scusa per creare altri arsenali utili alla distruzione di ipotetici nemici. Non si spiegherebbe perchè queste “presenze” sono sempre e solo identificate come delle minacce, rispetto invece a possibili risorse benefiche. L’essere Umano da sempre è in continua lotta con gli altri (e quindi con se stesso), forse motivato da un suo bisogno primordiale di conquista incontrollata. Bisogna credere nelle eccezioni e in un evoluzione votata alla collaborazione pacifica, altrimenti non se ne esce da questo progresso tecnologico così tanto psicotico e pieno di contraddizioni.
Sono d’accordo con voi, Paola e Roberto. In alcuni casi verità evidenti vengono occultate abilmente, e altrettanto abilmente evitate. Strano come tante persone salvino uno scarafaggio e poi comperino la carne. Oltre al non voler vedere individuale c’è la grande mistificazione che ha ridotto gli animali a merci da sfruttare. Grazie per i vostri commenti che arricchiscono molto il mio testo.
ottimo articolo davvero.
Ringrazio tantissimo chi ha letto, condiviso e commentato questo lavoro di Veganzetta. Fermo restando che la liberazione animale, per me, è un valore in sé non un’esigenza ambientale, una condizione irrinunciabile alla giustizia e al rispetto, penso che l’abuso delle risorse idriche (linguaggio chiaramente antropocentrico) sia un problema enorme e centrale in tutto il mondo. Nei paesi aridi le sorgenti di solito sono controllate da chi ha il potere…….
A Roma siamo arrivati al razionamento dell’acqua per uso domestico. È notizia di queste ore e mi ripropongo di indagare. Anche considerando che luglio e agosto sono mesi cruciali per la macellazione dei Maiali (produzione per le cosiddette “feste”).
Come sempre riusciamo con grande facilità a dare il peggio di noi, mentre facciamo una fatica titanica a fare ciò che sappiamo essere giusto. L’acqua razionata non sarà di sicuro un problema che riguarderà le industrie e men che meno quella della macellazione che continuerà ad andare a pieno ritmo. Del resto è ciò che tutte/i chiedono a gran voce visto e considerato che se si prova solo a proporre un’alternativa meno crudele si viene immediatamente additati come pericolosi estremisti. La componente ecologica dell’enorme ingiustizia della carne sarà quella che ci condurrà (volenti o nolenti) a soluzioni ben più drastiche di quella che propone il veganismo oggi.
Intanto a Roma si inizia a razionare l’acqua. Chissà come se la passa il monumentale mattatoio di Roma che nel 2016 ha ricevuto una pioggia di finanziamenti? Pensate che gli tolgano l’acqua? Neanche per sogno. Bisogna pur mangiare l’abbacchio romano, così romano che arriva dall’Olanda.