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Di seguito l’interessante testo di un volantino che denuncia ciò che sta per accadere al Parco Michelotti di Torino, dov’è in progetto di far risorgere dopo quasi trent’anni un luogo di sofferenza, angoscia e detenzione per gli Animali: un luogo che la nostra società specista chiama zoo.
LA CRUDELTÀ CAMBIA NOME MA NON SOSTANZA
E’ stata indetta dal Comune di Torino un’asta pubblica per l’assegnazione della zona dell’ex-zoo, nel Parco Michelotti (sponda destra del fiume Po in zona Gran Madre). Si prevede la concessione trentennale di tale spazio (chiuso a chiave da mesi) ad un privato, che si presenterà con l’offerta più economicamente vantaggiosa.
Il progetto, che prevede “attività naturalistiche, ludico/scientifico/didattiche”, rimanda a quella tendenza sempre più in voga, di ribattezzare con nomi ammiccanti vecchie e poco accettabili situazioni, strutture, attività. Noi ci sentiamo, in questo caso, quello sgradevole odore di zoo, o per attenerci alle nuove terminologie “green”, di un bioparco. Uno zoo “moderno”, dove verranno detenuti animali vivi per scopi commerciali.
Lo zoo di Torino, nell’area del parco Michelotti, è stato chiuso nel 1987, dopo 32 anni di attività a fini di lucro basata sullo sfruttamento animale.
Quelle sbarre, quei recinti, quei muri, hanno molto da raccontare.
E’ un passato che non vogliamo si ripeta, mai più.
Al contrario, consci dei soprusi della società specista in cui viviamo, pensiamo che gli animali (umani e non) debbano vivere la propria libertà in luoghi che rispondano alle proprie esigenze etologiche.
Quella che induce uno zoo, o una fattoria didattica, è un’educazione all’antropocentrismo, un’educazione dove gli animali non sono considerati individui senzienti ma esclusivamente veicoli di guadagno.
Le fattorie didattiche sono pericolose perché, mentre mostrano una facciata di copertura con “animali felici” e apparentemente non maltrattati, insegnano ai bambini a soddisfare i falsi bisogni umani basati sullo sfruttamento.
Insomma, un’educazione funzionale allo sfruttare e all’essere sfruttati.
Le gabbie vuote dell’ex zoo di Torino, che ancora oggi echeggiano di strazio e terrore nel parco Michelotti, disegnano il ricordo di un passato che MAI più rivogliamo. In nessuna forma.
GABBIE VUOTE. ANIMALI LIBERI.
NON C’È EDUCAZIONE IN ALCUNA FORMA DI DOMINIO E DI SFRUTTAMENTO.
PER UN PARCO DI TUTTE E TUTTI!
LIBERI E LIBERE DI ENTRARE… E DI USCIRE!
michelottilibero@autistici.org
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In apertura: illustrazione pubblicata nel volantino.
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Questo progetto sembrava una barzelletta invece ce lo ritroviamo a un passo dalla realizzazione. Come può venire in mente di costruire uno zoo e soprattutto in una metropoli come Torino… Non sanno più che cosa inventarsi per peggiorare la vita di esseri umani e non umani.