Jade Monica Bello: Eaters


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Don't worry i don't suffer

Nuova serie di illustrazioni dal titolo eloquente: “Eaters” ad opera di Jade Monica Bello che ha già pubblicato una prima serie di opere grafiche su Veganzetta. 

Jade Monica Bello dopo gli studi artistici al liceo, ho conseguito la laurea in design della moda, iniziando poi il mio percorso lavorativo in questo settore.
Lavorare nel mondo dell’abbigliamento mi ha portato a confrontarmi con diversi aspetti che sono in totale disaccordo con quelli che sono i miei principi etici, ho quindi sentito la necessità di dedicarmi ad un progetto personale libero da compromessi.
Save the Animals è la prima di una serie di illustrazioni, il mezzo che ho scelto per poter comunicare agli altri quello che è diventato il mio nuovo modo di vedere il mondo, gli animali e il modo con cui ci rapportiamo a loro.
Questo è avvenuto dopo un lungo processo di messa in discussione di molti aspetti della mia vita, perché essere vegan non è solo un modo di mangiare, ma è soprattutto un modo di pensare, di vedere e di sentire differente.
Il nome del mio sito I don’t eat grass – io non mangio erba – vuole essere un modo semplice ed ironico per negare tutti i luoghi comuni sull’essere vegan, perché non sarà solo uno spazio dove pubblicare e promuovere i miei lavori.
Il cuore sarà costituito dalle miei illustrazioni, ma all’interno sarà possibile trovare anche molto altro, il tutto legato dallo stesso filo verde.
Le immagini sono di mia proprietà, ma possono essere utilizzate da terzi, chiedo gentilmente che il mio nome venga annesso alla relativa pubblicazione.

www.Idonteatgrass.com
www.facebook.com/jade.bello.92
www.behance.net/jademb


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4 Commenti
  1. Roberto Contestabile ha scritto:

    Molto belle e profonde…anche nella loro amarezza.

    Mi piacerebbe capire perchè non hanno le pupille, quasi a voler manifestare uno spirito “zombesco”…?

    2 Settembre, 2014
    Rispondi
  2. Jade ha scritto:

    Ciao Roberto, rispondo volentieri al tuo quesito! La mancanza degli occhi voleva essere un modo per destabilizzare lo spettatore, contrapponendo lo sguardo vuoto ai colori sgargianti e alla “bellezza” delle figure femminili, proprio come fanno le pubblicità e gli spot dell’industria alimentare, che propinano immagini colorate, allegre e rassicuranti per vendere il frutto di schiavitù e morte.
    Inoltre gli occhi di ogni essere vivente comunicano molto, in questo gli occhi dovevano comunicare un “vuoto dell’anima” di chi non vuole vedere.
    :) Grazie infinite dei complimenti!

    6 Settembre, 2014
    Rispondi
  3. Roberto Contestabile ha scritto:

    Grazie a Te per avermi dato la possibilità di conoscere il tuo pensiero! :)

    Concordo pienamente con te: “…proprio come fanno le pubblicità e gli spot dell’industria alimentare, che propinano immagini colorate, allegre e rassicuranti per vendere il frutto di schiavitù e morte.”

    Mai quanto vero…!

    Spero di vedere e condividere ancora con te questa bellissima quanto amara consapevolezza presente.

    Non smetterò mai di ripetermi e ripetere che è meglio essere innocenti coscienti silenti…che assassini inconsapevoli rumorosi.

    (scusa il gioco di parole, ma descrivere a parole la situazione sociale moderna mi crea uno stato d’animo irrequieto.

    6 Settembre, 2014
    Rispondi
  4. Veganzetta ha scritto:

    “a mancanza degli occhi voleva essere un modo per destabilizzare lo spettatore, contrapponendo lo sguardo vuoto ai colori sgargianti e alla “bellezza” delle figure femminili, proprio come fanno le pubblicità e gli spot dell’industria alimentare, che propinano immagini colorate, allegre e rassicuranti per vendere il frutto di schiavitù e morte.”

    Ottimo concetto trasposto molto bene graficamente.

    6 Settembre, 2014
    Rispondi

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