Intervista ai WITTR


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WITTR

Intervista raccolta il 17/06/2009 in occasione di un concerto dei WITTR a Padova.


Wolves in The Throne Room: canti di rabbia dalla Terra

I Wolves in The Throne Room sono un gruppo musicale degli USA che suona un black metal molto particolare, a tratti ipnotico e rituale, fortemente ispirato alla natura: l’idea della band nasce a un raduno di Earth First1, con il proposito di fondere una consapevolezza eco-spirtuale con la forza dirompente dell’atteggiamento antisociale del primo black metal.
Lo scopo era quello di creare con questa musica uno spazio mitico dove artista e ascoltatore potessero lasciare da parte la mondanità  e rivelare così una coscienza più antica e trascendentale. Le forze misteriose e selvagge della natura sarebbero state incanalate in forma sonora.

Abbiamo avuto modo, grazie alla gentilezza dei membri della band, di fare una breve chiacchierata con Will Lindsay, chitarrista nel gruppo, vegano etico e conoscitore del movimento di liberazione animale degli Usa.
L’idea di questa chiacchierata nasce dal fatto che i WITTR hanno alla loro base una filosofia fondata sul rispetto consapevole della natura (vedi sopra), intesa nella sua vasta globalità  e totalità  e proprio per questa idea di fondo ci pareva interessante porre loro alcune domande riguardo al rapporto tra Umani e Animali, certi che il punto di vista di un artista sarebbe risultato originale e meritevole di essere ascoltato anche se la posizione della band non è ricollegabile al veganismo. Come Redazione diamo grande importanza a questo mezzo di comunicazione – la musica – poiché siamo consapevoli dell’influenza che esso può avere sulle persone, spingendole e stimolandole con la forza delle emozioni e suggestioni ad affrontare talune tematiche in maniera per nulla accademica o scontata.
Pur affermando di estendere il rispetto per la natura anche agli Animali, la band non si dichiara vegana. Il rispetto della natura nell’ottica dei WITTR infatti può essere interpretato in chiave ambientalista come accettazione di certe sue imprescindibili componenti come la violenza, l’uccisione, la morte, il cibarsi di altri individui animali.
In questo contesto l’ideologia della band si pone comunque in forte contrasto con lo sfruttamento industriale della natura e degli Animali, ponendo attenzione ai temi del localismo, dell’auto-sufficienza, del cibo organico (due componenti, Aaron e Nathan, si dedicano infatti all’agricoltura biodinamica2) ma senza fare proprie le istanze di cambiamento tipiche dell’antispecismo o dell’animalismo radicale.
Questo atteggiamento pare discendere da quel concetto della filosofia della band che concepisce la natura come un “unico”, in cui morte e vita dei singoli individui non sono moralmente giudicabili. Il problema sussiste quando i meccanismi naturali vengono alterati o asserviti agli interessi economici della società  industrializzata.
In quest’ottica risulta comprensibilissimo come il veganismo sia considerato una pura scelta etica umana e non un comportamento “naturale”.
Ecco allora che viene da chiedere a Will se ritiene che la presa di posizione etica vegana sia basata su una caratteristica della natura umana o se invece sia una forma di reazione sociale. Con grande sincerità  e apertura mentale Will spiega che al riguardo vive un conflitto interiore: noi siamo figli del nostro tempo, ossia conosciamo consapevolmente solo il mondo in cui viviamo e pertanto risulta fallace cercare di pensare in termini ipotetici a un “veganismo” distaccato dall’attuale società . Will continua affermando che è difficile per ognuno di noi (e forse sarebbe insensato porsi la questione) capire se in uno stato di cose differente, più “primitivo” per capirci, avrebbe le medesime convinzioni etiche. Per quanto sia un problema solo ipotetico rivela con più forza il fatto che il veganismo sia fortemente legato alla società  attuale.
Questo non significa secondo Will che la radice di questa fondamentale scelta che anche lui riconosce etica sia solo politica e sociale. Anzi è convinto che sia nella natura umana. Anche da atei o agnostici dobbiamo infatti riconoscere come vi siano dei precedenti per così dire storici della tendenza umana al desiderio di non voler nuocere ad alcun Animale. Si pensi al Paradiso Terrestre della Genesi biblica ad esempio, o ad altre mitologie e religioni in cui è presente all’origine dei tempi un’Età  dell’Oro di convivenza pacifica e rispettosa tra tutti gli Animali e in cui non esiste la predazione. Se tali miti esistono, e con la loro forza immane, sicuramente sono la testimonianza di una qualche consapevolezza umana che quello sarebbe il mondo più giusto. Uno stato di grazia andato perduto.
Ma la nostra natura è complessa, conflittuale e in continua evoluzione: quanti di noi ora rispettosi degli animali sono stati in passato, come anche Will ha raccontato, pescatori e cacciatori e hanno ucciso Animali “con le loro mani”? E quante persone che mangiano carne riescono ad avere per gli Animali che vivono con loro un amore che li fa percepire come membri della famiglia a tutti gli effetti?
Tutto questo ci deve sicuramente far riflettere sul fatto che il veganismo non può essere considerato come la perfezione. Dobbiamo avere una buona dose di umiltà  e renderci conto che nel nostro mondo, se guardiamo alla natura nella sua vasta globalità , anche un gesto per noi puro come il mangiare soia crea morti, scompensi, distruzioni, per non parlare di tutte quelle comportamenti della nostra vita quotidiana che incidono sulla natura creando sofferenze che non vediamo e che non possiamo discernere, come l’utilizzo delle automobili, dei combustibili, ecc.
Se è vero dunque che da una filosofia come quella dei WITTR, possa scaturire una scelta etica che porta a non voler uccidere e sfruttare gli Animali, è anche vero che la stessa filosofia, unitamente alla consapevolezza del mondo in cui viviamo, fa pensare a chi scrive, grazie allo stimolo della conoscenza con i WITTR e la loro arte, che forse una pura innocenza non violenta non è possibile e che il veganismo non è uno stato di perfezione, ma un passo. E crediamo che questa consapevolezza e questa autocritica possano essere molto salutari nella loro capacità  di stimolare tutti verso un miglioramento. Vegani, mangiatori di carne, adoratori della natura.

Andrea Furlan

Note:

1) www.earthfirst.org
http://earthfirstitalia.blogspot.com
Il gruppo nasce con l’obiettivo esplicito di mettere in luce l’impatto delle comunità  umane sugli ecosistemi naturali, allo scopo di ripensare radicalmente il sistema di relazione che lega l’uomo ai territori che vive e plasma nel suo percorso di civilizzazione. Una serrata critica alle speculazioni capitalistiche e all’iper sviluppo tecnologico delle società  occidentali diventano parte integrante del bagaglio culturale del movimento, il cui dibattito interno è stato ben presto polarizzato dall’urgenza di accompagnare alla funzione di denuncia, l’azione diretta contro lo sfruttamento della “wilderness”. (da Wikipedia)
2) it.wikipedia.org/wiki/Agricoltura_biodinamica


Articolo pubblicato originariamente nella rivista Veganzetta versione cartacea: Estate 2010 / n° 1 del 30 maggio 2010, p. 2


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