Il tour italiano di Progetto X: le date


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Finalmente sono giunte le prime date del tour estivo italiano del Progetto X.
L’elenco è del tutto provvisorio e verrà aggiornato non appena nuove date si aggiungeranno.

Date aggiornate al 14 ottobre 2016

9 luglio, ore 19 Zoe, spiaggia Torre del Porticciolo, Alghero
16/17 luglio Agripunk, Bucine (Arezzo)
21/24 luglio Emporioae, Fano
28 luglio “Al Tiglio” ristorante veg, Moruzzo (Udine)
29 luglio “Trattoria Vegan da Timide”, Torreano (Udine)
3 agosto “Ez’s place, il Rifugio del Cavallo”, Montereale-Pordenone
5 agosto “Veganima” ristorante veg. Arco (Trento)
14/19 agosto Fattoria della Pace Ippoasi, Pisa (settimana di formazione)
20 agosto Fattoria della Pace Ippoasi, Pisa (evento)
21 agosto Parco naturale di Cavriglia/ “Io sto con Bruno”, Arezzo
26/27 agosto Boetico Vegan Festival, Bologna
28 agosto Festa del Distretto di Economia Solidale, Livorno
3 settembre Prefestival Vegan Festival Mantova
4 settembre “La Belle Verte” Oasi della Pace, la NON fattoria, Voltaggio (alessandria)
25 settembre “Casa del Popolo di Settignano ( Firenze)
30 settembre “Lettere caffè”, Roma
8 ottobre Rimini
5/6 novembre “MiVeg”, Milano
18/19/20 novembre “Florence Tattoo Convention”, Firenze
24 novembre “Terra Pura” Livorno
25/26/27 novembre “Vegan days” Pontedera

A brevissimo altre date in Toscana, in Veneto, in Lombardia, nel Lazio e… a casa vostra.

Come affermato in precedenza Veganzetta seguirà il tour dandone notizia, per il momento si segnala un articolo con intervista pubblicato su “Il Tirreno – Toscana” che è possibile leggere di seguito.


Un’anima vegana e 40mila crocette tatuate sul corpo

Il livornese Alfredo Meschi usa la body art per ricordare gli animali uccisi nel mondo ogni secondo: un segno per ognuno

di Ursula Galli

Quarantamila X (o forse 40 mila piccole croci) incise sulla pelle. Per non dimenticare gli altrettanti animali uccisi nel mondo ogni secondo solo per soddisfare il nostro palato. È il tatuaggio che ricopre l’intero corpo di Alfredo Meschi, artista, regista, attore, docente di teatro e autore di saggi (“100 modi per cambiare vita ed essere felici”, “33! L’economia che fa cantare di gioia. Persone e storie dall’economia del dono” e infine “L’amore a nudo. Parole, idee e immagini della love revolution”, scritti insieme alla compagna Ilaria Farulli e pubblicati da Terra Nuova).

Appena apparso su Facebook, il video che documenta l’operazione di body art con la quale Meschi afferma il principio anti-specista che guida la sua vita, ha totalizzato migliaia e migliaia di visualizzazioni.
Livornese, Meschi vive da alcuni anni con Ilaria e il loro figlio Elia a Bosa, in Sardegna in mezzo al verde.
Vegano, teorico ma anche praticante dell’economia del dono e degli stili di vita sostenibili, anti-specista (la filosofia per la quale l’uomo non ha alcun diritto più degli altri animali), animalista all’insegna del non uccidere, Alfredo Meschi si racconta al Tirreno.

Com’è nata l’idea di questo tatuaggio?
«Come una scelta molto personale. Viviamo in una società che ci porta ad incessanti momenti di amnesia, la corrente che alimenta la nostra consapevolezza dell’ingiustizia, compassione, empatia è una corrente alternata. Cercavo quindi un modo per resistere a queste amnesie socialmente indotte, che in ogni secondo della giornata mi riportasse all’urgenza della lotta. Ogni secondo. E ogni secondo sono non meno di 40.000 le persone non umane uccise solo per soddisfare il nostro palato. Ho voluto fermare, o forse mantenere sempre pulsante sulla mia pelle, questo secondo, questo numero, questa consapevolezza. La X è stata scelta in quanto neutro ed anonimo segno di spunta, un simbolo che usiamo quando abbiamo finito di fare una cosa, di contare una cosa, di uccidere una cosa… L’idea del tatuaggio perché dura finché dura il tuo corpo e farlo non è un’operazione indolore».

Come è arrivato all’anti-specismo, che cosa le ha dato l’ispirazione?
«L’imprinting, paradossalmente, mi è arrivato da mio padre, cacciatore. Ho scoperto la natura grazie a lui. Avevo 6 anni e mi portava con sé in Kenya, in luoghi selvaggi, in mezzo a una natura potente. Tutto questo ad un certo punto mi è riaffiorato, anche se rovesciato. No alla caccia, no agli animali uccisi, ma sì a tutto quello che è contatto con la natura».

La sua è una scelta di vita radicale: niente carne, né altri prodotti animali e derivati,no al consumismo.
«Sono vegano da poco ma interessato ai modelli di vita più sostenibili, ecologicamente, economicamente, socialmente, ormai da tanti anni. La sensibilità nei confronti degli altri animali è riaffiorata prepotentemente negli ultimi tempi, anche grazie a un’amica livornese, che è venuta a trovarci».

Come è arrivato in Sardegna?
«Ho lasciato nel 2001 Livorno, dove gestivo “Cibo per la pace”, uno dei primi centri di alimentazione vegetariana e biologica in città, insieme a Ilaria. Siamo stati qualche anno in campagna, in provincia di Pisa, poi abbiamo viaggiato, Francia, Spagna, Scozia. Dal freddo della Scozia, dove lavoravamo in un’azienda biologica, siamo approdati, grazie a un amico in Sardegna, con l’idea che fosse una nuova tappa. Invece ci siamo stabiliti qui, anche perché mio figlio Elia doveva cominciare la scuola e serviva una base. E’ un luogo dove il contatto con la natura è facile e rafforza le nostre convinzioni».

A Bosa ha inventato una forma di ospitalità gratuita, col B&B and Baratto.
«Sì, in sostanza, ho aperto la mia casa in una cittadina sul mare tra Alghero e Oristano ed ho offerto un posto letto gratis ai viaggiatori in cambio di un dono non materiale: qualcuno è venuto a cantare, chi a suonare strumenti musicali, chi ci ha letto le sue poesie. Dopo un paio d’anni abbiamo smesso, perché senza che noi muovessimo un dito per far promozione, la cosa si era diffusa tantissimo, in pratica non eravamo mai soli. L’idea è stata poi ripresa da dei veri b&b che ogni anno ora fanno la settimana del baratto. Mi piacerebbe realizzare una settimana del dono. Un appuntamento che si potrebbe tenere in concomitanza proprio con la settimana del baratto, intorno a novembre, e che includa eventi culturali, proiezioni di film, introduzioni alla gift economy, testimonianze, momenti di scambio, laboratori teorici e pratici. Si potrebbe partire da Bosa, dove lo scorso anno abbiamo realizzato il primo Giftival italiano (il festival del dono)».

Come vivete a Bosa?
«Facciamo diverse cose, scultura, ceramica, io insegno teatro che poi è la mia vera passione (Alfredo è formatore del “Teatro dell’Oppresso”, una tecnica di teatro sociale) , scriviamo per Terra Nuova, che è la casa editrice della rivista di ecologia più diffusa in Italia. E poi facciamo tantissima ricerca che utilizziamo per i nostri libri».

Dopo il tatuaggio e il video sull’antispecismo, sono previste altre azioni?
«Partirò con la mia famiglia con un furgone attrezzato in un tour in tutta Italia per proporre una mostra fotografica e una serie di laboratori sul tema., intitolato Progetto X come i miei tatuaggi. Una delle caratteristiche peculiari è l’aspetto temporaneo, errante, dei contenuti proposti: la creazione di una sorta di zona temporaneamente liberata per divulgare un messaggio antispecista. Insomma ci proporremo come una vera e propria famiglia anti-specista in movimento per proporre a chi lo desidera una serie di suggestioni, d’idee, di esperienze in favore della lotta antispecista».

Per maggiori informazioni sul Progetto X
www.facebook.com/alfredomeschix


Fotografia in apertura fornita da Alfredo Meschi


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