Si legge in circa: < 1 minuto
Cominciamo il nuovo anno con una canzone di Ivan Graziani dal titolo “Il lupo e il bracconiere” con l’augurio che ogni Animale possa essere finalmente libero dal giogo umano.
Buon ascolto.
ti racconterò
uomo del futuro
di una montagna e di una grande magia
ti racconterò
forse anche tu
la racconterai
il picco era un gigante
arrivava fino al cielo
e questa storia si dice sia vera
più del vero
c’era un grosso lupo
di pelo grigio il manto
ma venne il bracconiere
venne sotto vento
così quell’uomo seguì le sue tracce
lassù fino al bosco
respirando la neve nel vento
che soffiava di là
poi vide i cuccioli vicino alla tana
fra di loro giocare
sicuramente è il suo territorio
ed io l’aspetterò
questo lui pensò
questo lui pensò
ti racconterò
forse anche tu
lo racconterai
curiosi aveva gli occhi il lupo
mentre lo guardava
l’uomo puntò invece il fucile
pietà non provava
sparò una volta sola
sparò per ammazzare
svanì nel nulla il lupo
davanti al bracconiere
amico mio tu lo sai che i bambini
sanno credere a tutto
così una piccola storia magia
diventerà
quella nuvola grigia sul picco
tu la vedi volare
è la pelle del lupo che nessuno
mai catturerà
è la mia libertà
libertà
è la mia libertà
è la mia libertà
Se hai letto fin qui vuol dire che questo testo potrebbe esserti piaciuto.
Dunque per favore divulgalo citando la fonte.
Se vuoi Aiuta Veganzetta a continuare con il suo lavoro. Grazie.
Avviso legale: questo testo non può essere utilizzato in alcun modo per istruire l’Intelligenza Artificiale.
Questa canzone vale doppio perché è anche un omaggio a lui. Il 1 Gennaio è stato il 19° anniversario della sua morte. Mi manca tanto il mio chitarrista preferito.
Bellissima questa canzone!
Pochi giorni fa ne ho scoperta un’altra:
Un capretto – Herbert Pagani – 1966
https://www.youtube.com/watch?v=LJE-Zoefb9I
“Un capretto su un carretto
va al macello del giovedì
non s´è ancora rassegnato
a finire proprio così
chiede ad una rondine
– salvami se puoi –
lei lo guarda un attimo
fa un bel giro in cielo e poi risponde
– Siete tutti nati apposta
io non c’entro credi a me
c’è chi paga in ogni festa
questa volta tocca a te -.
Un bambino su un vagone
va al macello del giovedì
non s´è ancora rassegnato
a morire proprio così
chiede ad un soldato
– salvami se puoi –
e lui con la mano
lo rimette in fila e poi risponde
– Siete in tanti sulla terra
io non c’entro credi a me
c’è chi paga in ogni guerra
e questa volta tocca a te -.
Ora dormi caro figlio
sta tranquillo che resto qui
non è detto che la storia
debba sempre finire così
il mio bel capretto
è nato in libertà
finché sono in vita
mai nessuno lo toccherà
la storia te l’ho raccontata
apposta perché un giorno pure tu
dovrai fare l’impossibile
perché non succeda più
Siamo madri e siamo figli
tutti nati in libertà
ma saremo i responsabili
se uno solo pagherà.
Ora dormi”.
Notevole… anche se gliene manca un pezzo (la conclusione che tira riguarda il Suo bambino – del futuro dei capretti non si sa) …
Walter
Agghiacciante e stupenda
Sì, la conoscevo. Alle scuole medie l’ho imparata con un altro testo:
“Sopra un carro, ben legato,
un capretto al macello va.
Alto in cielo, sopra i tetti,
vola un passero in libertà.
eccetera”
Non era la versione di Herbert Pagani. Ce ne sono tante, come accade per le canzoni che non sono di nessuno.
Qui c’è un po’ di storia della canzone
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=5848&lang=it
Qui la canta Moni Ovadia nella versione originale ebraica dove il capretto è un vitellino. Comunque in ogni traduzione italiana, si trova sempre il capretto.
https://www.youtube.com/watch?v=M48nDgU_uIw
Visto che hai citato Herbert Pagani che a me piace tanto, ascolta anche la sua “Concerto per un cane”
https://www.youtube.com/watch?v=l75BickAc90
Qui c’è il testo:
http://lyricstranslate.com/it/herbert-pagani-concerto-un-cane-lyrics.html#ixzz3wveLMnSC
Concerto per un cane
Era stata una giornata tutta no
E una notte da buttarsi giù da un ponte
Solo che più solo non si può
E un’idea mi scavava un tunnel nella fronte…
Nell’alba verde un sole in avaria
Seguiva l’auto in corsa lungo un prato
Fuori porta
Dopo i due cavalcavia
Vedo il posto di cui m’avevano parlato
Una strada in abbandono
Una villa da film giallo
Fermo l’auto
Siamo in ballo
Suono…
Bisogna avere dei nervi d’acciaio
Essere killer o sordi o dementi
Bisogna aver vissuto a Dachau
Per non crepare quando li senti
Eran mille
Schiumanti di rabbia
In un inferno di ferro e fetore
E ognuno urlava incollato alla gabbia:
“Prendi me!
No, prendi me!
No, prendi me!
Me! Me!”
“Scusi, quello là nero, con tutto quel pelo
Quanto costa?”
“Stesso prezzo per tutti:
cinquemila più le tasse”
“E’ maschio o femmina?”
“Maschio
Sono cinquemila più le tasse!
Non lascia niente per gli orfanelli del canile?”
“Tenga”
“Grazie, grazie
A nome di tutti i nostri amici a quattrozampe
Portate fuori il 4.723!”
Ed eccoci di fuori
In mezzo al vento
Sei sporco e puzzi peggio d’un forzato
Ma c’hai negli occhi tanto cioccolato
Che di colpo mi passa tutto e son contento
Alla prima curva mi metti una zampa sulla mano
Già sei co-pilota
Un giorno di porto in aeroplano!
Sei un vero artista
Se spingo sul clacson tu abbai
Un pastore pop
Ma chi l’avrebbe detto mai?
I tuoi boschi son fondali di cartone
Negli alberghi e nei teatri detti legge
Fai filare i macchinisti come un gregge
Ma le meglio pipì le fai in televisione
T’ho comprato una compagna
Un anno fa
La sopporti e le fai fare dei bambini
Ma il tuo vero amore sono i miei calzini
Questa sì che la chiamo alta fedeltà!
Tu che hai fame
D’uno sguardo
E non osi chieder fuoco
Vatti a prendere un bastardo:
Tiene caldo
E costa poco [x5]