Il Kamut è testato sugli Animali


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Il Kamut è ben conosciuto in ambito vegetariano, vegano e non solo: si tratta di un tipo particolare di grano chiamato “grano khorasan” distribuito con il marchio registrato di Kamut, marchio di proprietà della società Kamut International e dalla Kamut Enterprise of Europe.
Dire Kamut, quindi, equivale a parlare di un prodotto a marchio registrato con fini commerciali, ma significa anche parlare di un prodotto che è stato abbondantemente testato su Animali in laboratorio per dimostrarne le proprietà nutritive. Ogni test chiaramente si è concluso con l’uccisione delle cavie animali per poter analizzare gli organi interni. 
A dirlo non è qualche associazione antivivisezionista, ma la stessa società che detiene il marchio registrato e che ha commissionato i test.
Infatti nel sito web http://web.archive.org/web/20150322141359/http://www.kamut.com/it/research.html#part_two si può leggere:

6. B. STUDI SU ESSERI VIVENTI
Dopo uno studio iniziale sulla nutrizione animale sponsorizzato nel 2009, non abbiamo supportato alcun altro studio su animali, né abbiamo intenzione di farlo in futuro.
6B (I). La nostra prima e unica indagine sull’alimentazione animale è stata fatta su cavie da laboratorio e ha prodotto tre studi. Il primo,  Role of cereal type and processing in whole grain in vivo protection from oxidative stress (Gianotti A. e altri, Frontiers of Bioscience Gennaio 2011 1;16: 1609-18) (Leggi il comunicato stampa) ha descritto l’effetto del pane di grano duro integrale e del pane di grano khorasan KAMUT® integrale sulla capacità di difesa da stress ossidativo delle cavie. Con il grano khorasan KAMUT® integrale sono stati confrontati due diversi processi di lievitazione, il lievito naturale e il lievito di birra. Dopo sette settimane di diete sperimentali le cavie sono state divise in due sottogruppi: uno sottoposto a stress ossidativo indotto con doxorubicina (DOX), nel quale la concentrazione risultante dei radicali liberi prodotti è stata confrontata con l’altra come indicatore della risposta allo stress ossidativo. I risultati hanno dimostrato che gli animali alimentati con pane di grano khorasan KAMUT® hanno risposto meglio allo stress ossidativo rispetto a quelli alimentati con pane di grano duro moderno. La risposta è risultata ancora più efficace con il pane di grano khorasan KAMUT® a lievitazione naturale, rispetto a quello fatto con lievito di birra.
6B (II). Il secondo studio, Counteraction of oxidative damage in the rat liver by an ancient grain (Benedetti S. e altri, In Nutrition, 2012 Aprile; 28(4): 436-41) (Leggi il comunicato stampa in inglese) ha condotto un’analisi simile dei marcatori enzimatici nel fegato delle cavie. Oltre alla conferma dei risultati del primo studio, con enorme sorpresa si è osservato, che le cavie alimentate con pane di grano khorasan KAMUT®, non manifestavano infiammazioni che normalmente si osservano nel tessuto epatico come esito dell’iniezione di DOX, descritta nello studio precedente. Invece, le cavie che hanno seguito una dieta a base di grano moderno hanno manifestato l’infiammazione attesa. Questa osservazione indica che il grano antico presenta proprietà antinfiammatorie significative.
6B (III). Nel terzo studio, Role of Kamut brand khorasan wheat in the counteraction of non-celica wheat sensitivity and oxidative damage (Carnevali et al., Food Res. Int. 2014, in fase di stampa), la pasta è stata utlizzata al posto del pane, sempre allo scopo di dimostrare il fattore protettivo dallo stress ossidativo nelle cavie, favorito da una dieta alimentare basata sui prodotti di grano antico rispetto ai prodotti di grano moderno. Questo studio non ha solo confermato i risultati precedenti, ma ha anche dimostrato che la pasta di grano moderno è causa di infiammazione per alcuni organi, mentre nessuna infiammazione è stata osservata negli organi delle cavie che sono state nutrite con la pasta di grano antico a marchio KAMUT®. Questi risultati riguardanti l’infiammazione sono stati osservati nel gruppo di controllo delle cavie che non avevano subito l’iniezione di DOX. Ulteriori valutazioni istologiche della morfologia del duodeno hanno mostrato una mucosa appiattita, villi accorciati e con una forma inusuale e un’alta infiltrazione di linfociti, mentre nessuna alterazione è stata osservata negli animali alimentati con grano khorasan KAMUT®. 


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29 Commenti
  1. cesare ha scritto:

    è verissimo, ma ahimè, quasi tutto è testato. tempo fa facevo una ricerca sulla alghe verdi come integratori ed ho scoperto che sono state testate così come moltissimi rimedi naturali alternativi alla medicina tradizionale (tutta testata). certo il kamut è un marchio e quindi è boicottabile, ma tutto il resto? cmq avanti nella lotta contro la vivisezione

    15 Gennaio, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Ciao Cesare,

      Ciò che dici purtroppo è vero, ma in questi casi le aziende che hanno commissionato i test non avevano nemmeno l’obbligo di farlo imposto dalla legge, quindi la questione è ancora più grave. Il boicottaggio serve a far capire a questa gente quali sono i principi etici da seguire. Per il resto se vuoi acquistare meglio farlo da piccole ditte locali (i piccoli non hanno i soldi per pagare i test) o che conosci e di cui ti puoi fidare, comprando solo ingredienti semplici e di base per poi preparare le pietanze, o i rimedi erboristici di cui hai necessità. Per quanto riguarda la fitoterapia per la cura e prevenzione dei disturbi più comuni ci sono ottime pubblicazioni che, unitamente ai consigli di un erborista di fiducia, possono aiutarti a evitare i farmaci allopatici.
      La regola aurea comunque è sempre la stessa: informarsi e valutare con spirito critico ogni questione che riguarda gli Animali.

      15 Gennaio, 2015
      Rispondi
  2. Patrizia ha scritto:

    ma… sapete leggere?
    Il test è uno solo, in passato e condotto da un’Università con OK dal Comitato Etico.
    Questo per voi equivale ad “abbondantemente testato su Animali”? Ha a che fare con la vivisezione?
    Se la vostra è sì, allora dovreste sfogliare il vocabolario e fare anche più esercizi di spirito critico.
    L’azienda mi pare trasparente, tant’è che è tutto facilmente leggibile sul loro sito. E sapendo come funziona la ricerca scientifica, dubito che sia stata l’azienda a “commissonarla”, ma piuttosto avrà accolto una supplica di fondi dell’università, visto che le aziende sono l’unica risorsa ormai per la ricerca scientifica…
    ma in ogni caso, sapete distinguere fra vivisezione/violenza/ecc. e studio di nutrizione animale? Mah…

    15 Gennaio, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Cara Patrizia, certo che sappiamo leggere e tu?
      Se non ti fossi fermata alle prime due righe, avresti visto che i test commissionati sono stati tre (6B I, 6B II, 6B III), ovviamente ogni volta sono stati usati Animali diversi perché per ogni test si devono alla fine uccidere le cavie per poter procedere agli esami degli organi interni. Questo equivale a testare abbondantemente sugli Animali ed è vivisezione.
      I tuoi dubbi possono essere facilmente dissipati leggendo per intero cosa scrive l’azienda sulla ricerca scientifica, e cosa scrive nel primo degli esperimenti svolti “La nostra prima e unica indagine sull’alimentazione animale è stata fatta su cavie da laboratorio e ha prodotto tre studi”, pare sufficientemente chiaro per chi vuole comprendere.
      Dalla tua email privata – che ovviamente non sarà diffusa – si evince che tu hai un’erboristeria e che per tale motivo molto probabilmente sei una rivenditrice di questi prodotti, pertanto la tua non pare essere una considerazione del tutto disinteressata, o no?

      15 Gennaio, 2015
      Rispondi
      • Patrizia ha scritto:

        no, mi pare semplicemente che voi vi confermiate dei fanatici incapaci di ascolto. E proprio perché sono del settore, mi dispiace perché il vostro atteggiamento non aiuta per nulla la diffusione della cultura del biologico e dell’ecologico.

        16 Gennaio, 2015
        Rispondi
        • Veganzetta ha scritto:

          Cara Patrizia,

          Diciamo pure che il nostro atteggiamento non aiuta i tuoi affari.

          Grazie per i tuoi commenti.

          16 Gennaio, 2015
          Rispondi
  3. cesare ha scritto:

    Si certo volevo solo dire che purtroppo testano tutto anche l’olio di mandorle o di iperico poi io me lo faccio da solo ma resta il fatto che se cerco le proprietá scopro che é stato sperimentato…. Ovviamente in questo caso del kamut si tratta di un marchio registrato e di un’azienda assolutamente da boicottare

    15 Gennaio, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Sicuramente d’accordo con te Cesare.
      In ogni caso sarebbe sempre opportuno far presente a chi commissiona test che non li approviamo.

      15 Gennaio, 2015
      Rispondi
  4. Paola Re ha scritto:

    Questa di Kamut è proprio una storiaccia ma non è certo la sola perché credo siano in tanti a sperimentare in questo modo. Non ho mai comprato prodotti Kamut, pur non sapendo di tale questione, perché Kamut mi pare un gigante commerciale e a me i giganti commerciali non piacciono. Adesso ho ben altri motivi per non comprarle i prodotti Kamut. Certo che è assurdo fare test che non sono neppure obbligatori: che cosa passa nella mente di questi pseudoscienziati…… Bisogna boicottarli, magari dopo averli informati…

    15 Gennaio, 2015
    Rispondi
  5. Paola Re ha scritto:

    Leggendo qua e là nei siti che forniscono le liste dei prodotti sperimentati sugli animali, riguardo gli alimentari se ne leggono di tutti i colori. Non ho mai verificato personalmente contattando le ditte (anche perché non rispondono quasi mai) ma i nomi più ricorrenti sono: Algida, Amora, Bertolli, Buitoni, Calvè, Carte d’Or, Céréal, Creme Cuisine, Eldorado, Findus, Foglia d’Oro (margarina), Friol, Gerber, Gradina, Knorr, Isostad, Lipton – Ice Tea, Maizena, Marè, Maggi, Maya, Mayò, Milka, Montania, Novo Sal, Nestlè, Pfanni, Science Diet, Science Plan, Pringles, Rama, Rocca dell’Uliveto, San Giorgio, Solero, Sorbetterai di Ranieri, Tè Ati, Top-Down, Toseroni, Vigoplus, Vitasystem, Acqua brillante recoaro, Beltè, Beverly, Coca-cola, Chino’, Energade, Fanta, Gingerino recoaro, Ice tea lipton, Isostad, Mirage, Nestea, Nestlè, One-o one, San pellegrino, San bitter, Schweppes, Sprite.
    A prescindere dal fatto che molti di questi prodotti non sono vegan, quindi non li compro, e che sono giganti commerciali, quindi non li compro, certi sono vegan ed è facile che una persona vegan, magari inconsapevolemte, li compri. Per esempio, io ho comprato per diversi anni il tè Lipton. Se si vuole boicottare, bisogna prestare attenzione e soprattutto essere in gran numero perché il boicottaggio funziona solo su grandi numeri.
    Oltre ai prodotti per noi, ci sono quelli per gli animali:
    GRUPPO MARS: Whaltam
    Cani: Chappi, Pedigree, Cesar, Royal Canin (tutta la linea).
    Gatti: Frolic, Whiskas, Sheba, Kitekat, Catsan (sabbia), Royal Canin (tutta la linea)
    GRUPPO COLGATE PALMOLIVE:
    Hill’s (science diet, canine maintenance), Hill’s Prescription Diet
    GRUPPO PROCTER & GAMBLE:
    Iams, Eukanuba
    GRUPPO NESTLE’:
    Cani: Alpo, Felix, Friskies, Mighty dog, Pro Plan, Purina ONE, Purina veterinary diets.
    Gatti: Alpo, Friskies (Gourmet), Purina ONE, Pro Plan.
    BAYER:
    Cani: PRO GRES
    Gatti: PRO GRES
    Come vedete, sono sempre i giganti a fare i loro sporchi affari.

    17 Gennaio, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Paola grazie mille per l’utilissima lista (black list).

      12 Febbraio, 2015
      Rispondi
  6. Daniela _ M ha scritto:

    Già non compravo i prodotti con grano Kamut®, ora meno che meno!
    Comunque è proprio vero quello che dici Paola Re, figurati che io un paio di mesi fa ho scritto alla Germinal per informarli che finchè mettono l’olio di palma nei loro frollini, anche se c’è su il marchio Vegan, non glieli compro e loro, per tutta risposta mi hanno detto che hanno l’Ok della Vegan Society su quei prodotti. Bisogna proprio avere 1000 occhi quando si fa la spesa!!! :-\ Ma prima o poi la capiranno, per forza!!

    19 Gennaio, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Ciao Daniela,

      Il fatto che abbiano avuto l’ok della Vegan Society significa che commercializzano prodotti privi di ingredienti animali, ma ciò purtroppo non significa automaticamente che siano realmente prodotti cruelty free. Diciamo pure che la Vegan Society non è di certo un riferimento affidabile e importante come era un tempo.

      19 Gennaio, 2015
      Rispondi
    • Paola Re ha scritto:

      Anche quella dell’olio di palma è una storiaccia. E’ vero ciò che dici: esso è contenuto in prodotti col marchio vegan! Sapessi a loro che cosa importa se olio di palma significa sterminio di una certa natura animale e vegetale… Io ho eliminato pure i prodotti con l’olio di palma da un pezzo. Non so se la capiranno, come speri tu, perché business is business, comunque una persona vegan che abbia un po’ di sale in zucca deve stare alla larga da queste nefandezze. Tra l’altro, oltre a essere un offesa all’etica, fa pure male alla salute.

      19 Gennaio, 2015
      Rispondi
  7. Roberto Contestabile ha scritto:

    Leggendo tutti i commenti sopra ben esposti e in particolare sulle testimonianze commerciali, sembra evidente che alla fine i grossi brand fanno sempre i “padroni” su quello che vogliono imporre in un mercato “sofisticato” ma anche e soprattutto “mistificato”. Il commento dell’erborista ne è un triste esempio invece su chi, anche appartenente ad un settore professionale che si presume possa o debba portare in alto la bandiera del biologico, sembri proprio non capire che finchè ci sarà Sfruttamento Animale (peggio se occultato) nulla di buono potrà mai arrivare nelle menti delle persone. Se siamo tutti consumatori, è quindi nostro diritto esclusivo scegliere cosa comprare, e se proprio dobbiamo farlo da una distribuzione inconsciente…bè, meglio boicottare allora!
    Ancor di più è evidente che bisogna aprire gli occhi su un veganismo salutista corporativo, o presunto tale, in ascesa e che nulla ha da condividere con la Liberazione Animale.

    19 Gennaio, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      “Ancor di più è evidente che bisogna aprire gli occhi su un veganismo salutista corporativo, o presunto tale, in ascesa e che nulla ha da condividere con la Liberazione Animale”.

      Più che giusto.

      12 Febbraio, 2015
      Rispondi
  8. sandra ha scritto:

    mi risulta che il seme Kamut è stato trovato in un’ anfora che è rimasta sigillata per secoli sottoterra, è stato piantato e con estrema meraviglia i semi sono germinati, ovviamente lo scopritore o gli scopritori hanno fiutato l’ affare ed hanno registrato il marchio, per ogni grammo, etto, kilo ecc quindi si pagano le Royalties, il prezzo è circa il doppio della farina normale, indubbiamente i semi di Kamut rispetto ai semi attuali, quasi tutti geneticamente modificati o impoveriti dalla secolare monocoltura su terreni chimici, hanno conservato la purezza conferita loro dalla Natura, ora l’ azienda, mai sazia di profitti, sta tentando di attribuire al kamut proprietà soprannaturali, ho degli amici che attribuiscono a questo grano dei poteri taumaturcici, personalmente boicotto da sempre questo cereale perchè è frutto di scorrette manipolazioni eterodirette mirate solo ed esclusivamente al business.

    14 Febbraio, 2015
    Rispondi
  9. Freddy ha scritto:

    Buongiorno,
    vorrei fare un po’ di chiarezza per quello che riguarda il Kamut. La storiella dell’anfora non é vera, ma era solo un lancio pubblicitario. Che il Kamut, o meglio il Grano duro Khorasan, abbia ottime proprietá nutrizionali e antiossidanti é stato provato ed é facilmente riscontrabile da una analisi delle proprietá del chicco stesso. Per qualunque richiesta o chiarimento lo staff Kamut a Bologna é sempre disponibile. Li ho conosciuti durante l’ultima BIOFACH a Norimberga e sono grandi persone, a partire dal fondatore, Robert Quinn.

    27 Febbraio, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Grazie Freddy per il tuo commento.
      La storiella dell’anfora se era solo un lancio pubblicitario e non è vera significa che se la sono inventata loro e questo non è certo un bel biglietto da visita non credi?
      Lo staff Kamut è sempre disponibile perché è il loro lavoro, rimane il fatto che hanno mandato a morte un numero imprecisato di Animali per far compiere dei test, anche questo è provato ed è facilmente riscontrabile per loro stessa ammissione.

      27 Febbraio, 2015
      Rispondi
  10. Danilo Freiles ha scritto:

    Ok, oggi ho imparato che “Vegan” non è sinonimo di Cruelty Free e che non lo è nemmeno “Certificato da ICEA” non è sufficiente (a meno che non sia un cosmetico”).
    Sicuramente è l’informazione che ci consente di combattere questo sistema amante della violenza e dell’ignoranza, ma c’è un qualche marchio o una qualche certificazione che possa agevolare chi desidera cibarsi di alimenti non testati da qualcuno?

    21 Marzo, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Ciao Danilo,
      In teoria “vegan” dovrebbe proprio essere proprio sinonimo di “cruelty free”, o meglio chi è vegan tende a una esistenza il più possibile cruelty free. Lo scopo è questo.
      Nella realtà le cose sono ben diverse e gli interessi in campo numerosi.
      Non ci sono marchi che possano garantirci nulla di definitivo, come tu ben dici è l’informazione che ci consente di combattere questo sistema amante della violenza e dell’ignoranza, pertanto l’unica cosa che si può fare è continuare a informarsi, a coltivare una coscienza critica e a divulgare la nostra visione: questo lavoro nessun marchio può farlo al posto nostro.

      25 Marzo, 2015
      Rispondi
      • Paola Re ha scritto:

        Si può anche estendere la questione: per esempio, se mangiamo pomodori, pensiamo di mangiare un cibo cruelty free perché non abbiamo ucciso animali ma forse per avere quel avere quel cibo, ci sono schiavi e schiave che lavorano nei campi per raccoglierli. Nella mia zona sono accadute certe vicende legate a un’azienda agricola che pagava i raccoglitori e le raccoglitrici di pomodori una miseria e si è iniziato a boicottare quell’azienda con azioni pubbliche. Credo che ci si debba informare anche su questi casi. Mangiare un cibo frutto di schiavitù, umana o non umana che sia, è una pessima cosa. E’ molto difficile tenere lontata ogni forma di sfruttamento però è vero che l’informazione e la coscienza critica aiutano moltissimo.

        25 Marzo, 2015
        Rispondi
        • Veganzetta ha scritto:

          Ottimo commento Paola: è importante considerare, per quanto possibile, ogni tipo di schiavitù e violenza.

          26 Marzo, 2015
          Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Grazie step per la segnalazione davvero molto interessante che invitiamo a leggere.

      28 Aprile, 2015
      Rispondi
  11. Francesca ha scritto:

    Che tristezza…ancora su i poveri animali, uso da molti anni il kamut, bastava che lo chiedessero alle persone, quando magio la apsta kamut sto benissimo, con il grano duro mi viene un sonno e una pesantezza sempre pazzesche. Purtoppo non lo sapevo, sono molto tentata di boicottare l’acquisto d’ora in poi.

    29 Gennaio, 2016
    Rispondi
  12. Danilo Freiles ha scritto:

    Il sito della kamut è stato rinnovato. Adesso sembra non esserci più traccia dei test condotti su animali. Come se non fossero mai esistiti…

    23 Maggio, 2016
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Grazie Danilo per la segnalazione e per il consiglio: link aggiornato.

      13 Febbraio, 2017
      Rispondi

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