Fattoria delle Coccole: 19 Maiali sequestrati


Si legge in circa:
3 minuti

Di seguito un comunicato ufficiale della “Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia” che si riceve e si divulga.


Sotto sequestro per maltrattamento altri animali de “La Fattoria delle Coccole” (associazione Ingaia Onlus).
Affidati a Vitadacani in custodia giudiziaria i 19 suini trovati in condizioni gravissime. La nostra associazione ha partecipato al sopralluogo effettuato dalla Forestale.

La promessa, che un rifugio dovrebbe fare ai propri ospiti nel momento in cui vengono accolti, ancora una volta, non è stata rispettata dall’associazione di Appiano Gentile. Ma questo purtroppo, dopo oggi e dopo il sequestro dello scorso agosto, sempre per maltrattamento, di cinghiali e maiali vietnamiti, pare un modus operandi. Oggi, dopo quanto abbiamo visto nel sopralluogo-perquisizione, in quel campo nel nulla dove vivono i maiali, dopo la assurda situazione al limite del paradosso di dover intervenire per salvare individui che già dovrebbero essere al sicuro, poiché ospiti di un rifugio, anziché portarli in salvo da un allevamento, sgomenti torniamo a sottolineare un punto fondamentale.

La Fattoria delle Coccole-Ingaia NON è un santuario.
Purtroppo.
Neppure gli assomiglia.
Al contrario opera mutuando dal mondo dell’allevamento e della pastorizia strategie e modalità.
Accumula animali stipandoli in stalle e affidandoli agli stessi allevatori.
Delega loro perfino la responsabilità del benessere e della loro qualità di vita.
Evidentemente non vigila neppure ma permette che anche il peggio possa accadere.
Oltre a condizioni di normalità e quotidianità tipiche e proprie dei posti da cui i santuari e rifugi hanno il dovere di portare via gli animali.

Prima pensavamo che questo ente seguisse semplicemente principi differenti dai nostri.
Infinitamente lontani dalla sensibilità di chi crede realmente e profondamente nella liberazione animale.
Di chi desidera un mondo diverso, più equo e giusto per tutti.
Di chi non vuole gabbie, politiche di sfruttamento e dominio.
Credevamo gestissero un rifugio che inequivocabilmente era diverso, altro da noi, da ciò in cui crediamo, dalle strategie e dalle politiche di chi come noi fa parte della Rete dei Santuari.
Ma abbiamo sempre sperato fosse un bel posto.
Nonostante le divergenze.
Sicuro per gli animali che vi arrivavano.

Ma non è così.
Le gabbie, che con assidua perizia la società specista ci costruisce attorno e dentro, quelle stesse che abbiamo il dovere di tentare di spazzare via e scardinare profondamente dalle nostre teste, se davvero vogliamo cambiare e desideriamo un mondo diverso, loro le stanno legittimando e con metodo vi chiudono dentro gli individui cui promettono salvezza e libertà.

Questo castello imbellettato e dolciastro come la comunicazione che li caratterizza, sta crollando a terra sordamente.
Sono rimaste bugie, falsità e mille parole vuote, taglienti e amare.
Sono rimasti animali magri come fantasmi.
Così denutriti da essere a rischio di morte improvvisa.
Maiali che quasi traballano per la debolezza, affondando nel fango.
Ma non sono malati.
Hanno solo fame.
Di fronte a questo, vogliamo solo ora che tutti gli altri animali, loro ospiti, vengano trovati, ovunque essi siano, nei vari rifugi dispersi, stalle di allevatori, recinti in mezzo al nulla.
Vogliamo se ne accertino le condizioni e se prigionieri, chiusi e legati, trovino pace e libertà.
Vogliamo che venga mantenuta la promessa.
E, insieme, venga fatta giustizia per le centinaia di quelli passati da lì, e deceduti, precipitati nei dirupi dell’alpeggio, morti di inedia, fame, incuria e malattia.
Questo non può né deve succedere.
Mai più.

Invitiamo chi sta sostenendo animali a distanza a verificare se sono tra quelli sotto sequestro e dove si trovino.
E tutti a non portare più animali in quel posto.

Segue lo stralcio della relazione che ha portato al sequestro:

“Gli animali si presentano in evidente stato di denutrizione, disidratazione e sofferenza, senza possibilità di ricovero. La situazione risulta aggravata dalla presenza di fango imbibito d’acqua che rende quasi impossibile la possibilità di recarsi agli abbeveratoi fatiscenti e igienicamente inadeguati.
Non sono visibili contenitori per il cibo né tracce di cibo, da cui si evince che i soggetti vengono alimentati saltuariamente.
Rispetto al sopralluogo effettuato in agosto le condizioni dei soggetti sono nettamente peggiorate.
Non sono state rispettate le prescrizioni impartite dal distretto veterinario competente.
In particolare i punti di abbeveraggio non sono stati installati, non è stato realizzato un ricovero adeguato dalle intemperie ed infine non sono state rispettate le condizioni prescritte per la corretta somministrazione del cibo.
Per quanto riguarda le condizioni cliniche è ancora evidente il gravissimo stato di denutrizione, cosa che in previsione del prossimo abbassamento delle temperature potrebbero causare malattie da raffreddamento con possibile comparsa di morte improvvisa”

Animali liberi

Leggi quanto già pubblicato dalla Rete dei Santuari:
www.animaliliberi.org/site/sequestrati-animali-un-noto-rifugio-lombardo

Vitadacani onlus
Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia

Nota: le foto che seguono sono state scattate ieri e mostrano le condizioni dei maiali sequestrati. Fotografie fornite da Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia


Fotografia in apertura: lo stato di avanzata denutrizione di uno dei Maiali sequestrati. Fonte Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia


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8 Commenti
  1. Mario ha scritto:

    E c’è ancora chi chiede se è vero?
    Ed il problema più grave sono i visitatori della struttura. Se da una parte hanno ricevuto un avvicinamento distorto e forse non funzionale, nessuno si è reso conto della distonia? L’ottusità che avanza va a braccetto con lo sfruttatore e con l’insano

    12 Novembre, 2017
    Rispondi
  2. Veganzetta ha scritto:

    A ben guardare le premesse già c’erano.
    Di seguito il link a un bollettino informativo locale del 2015 (La Voce dell’A.P.P.A.Cu.V.I.) nel quale alle pagine 17, 18 e 19 compare un’intervista ai vertici dell’associazione Ingaia (la stessa che gestisce la Fattoria delle Coccole) che spiega il progetto associativo al tempo in fase di realizzazione riguardante la gestione di un alpeggio per avviare un centro di produzione e vendita di formaggio e latticini con annesso allevamento di Animali, che prevedeva anche percorsi “culturali” e attività “educative”. Non esattamente un’attività animalista…

    http://www.appacuvi.org/joomla/images/VOCE2015/LA%20VOCE%20-%20Agosto%202015.pdf

    13 Novembre, 2017
    Rispondi
  3. Sandra Di Muzio ha scritto:

    Ringrazio per la puntuale informazione, più che preziosa .. e chiedo un paio di cose, magari banali .. perdonatemi: 1. Ma il cosiddetto rifugio Fattorie delle coccole è stato chiuso, o ancora ha licenza di continuare .. nelle terribili modalità denunciate? 2. A parte i maiali presi in custodia da Vita da cani, gli altri animali?

    10 Dicembre, 2017
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Cara Sandra, la situazione attuale è molto delicata e confusa, ci sono delle indagini in corso e quindi non è possibile avere informazioni precise. La Fattoria delle Coccole da quello che risulta continua a esistere. Per quanto riguarda gli altri Animali saranno ora le autorità chiamate in causa a decidere.

      13 Dicembre, 2017
      Rispondi
  4. Morgana ha scritto:

    nella “Fattoria delle Coccole” continuano a succedere fatti spiacevoli che non hanno NULLA dello spirito animalista: gli animali non vengono sterilizzati ma anzi è ormai certo che vengano allevati, MALE, e sfruttati per carne e latte.
    Un intero gregge di 150 capre e pecore sono state prima affidate ad altri volontari, tutti individui non sterilizzati e le femmine incinta o con piccoli a seguito, e poi sono stati, in questi giorni (scrivo nel giorno 15/12/2017) portati via dagli allevatori della zona …in previsione della mattanza per Natale???
    Nora Anghileri su fb ha documentato questo fatto. Ha scritto un post di denuncia e fatto un filmato dove l’intero gregge viene ripreso da allevatori e caricato su camion, per finire dove???
    E non solo.
    Ma questi animali generano, oltre che figli, molti soldi in “adozioni a distanza”.
    Solo che le persone ingenuamente pagano l’adozione credendo di tenere gli animali al sicuro e non sanno che invece stanno promuovendo il loro schiavismo.
    Morgana

    15 Dicembre, 2017
    Rispondi
    • Fausto ha scritto:

      Come mai rimane ancora una lettera di 2 anni fa e nessuno spiega che tutto è cambiato, credo?

      12 Dicembre, 2019
      Rispondi
  5. Fausto ha scritto:

    Leggo notizie vecchie di due anni. Oggi la situazione è completamente cambiata, non vi sembra doveroso fare un sopralluogo e riferire sui cambiamenti.
    I vitellini della di Lenge per esempio sono da tempo sistemati in un altra struttura, perché qui non si legge il cambiamento? sembra una vs presa di posizione personale.
    Altrimenti sembra che Cristo sia ancora appeso alla croce. Capite o avete problemi?

    12 Dicembre, 2019
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Fausto se ti prendessi la briga di visitare il resto del sito web, ti accorgeresti che ci sono notizie vecchie anche di più di 10 anni (come accade ovunque sul web). Quanto riportato è un fatto incontrovertibile e Veganzetta sull’argomento ha solo pubblicato un comunicato ufficiale della “Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia”. Se presso la “La Fattoria delle Coccole” la situazione è cambiata e si è risolta, potrebbero essere i diretti interessati a fornire informazioni verificabili in modo da chiarire quanto accaduto: su Veganzetta c’è sempre spazio. Ma fino ad oggi nulla di tutto ciò è accaduto, quindi non si capisce perché sarebbe «doveroso fare un sopralluogo e riferire sui cambiamenti».

      12 Dicembre, 2019
      Rispondi

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