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La definizione del termine “specismo” proposta da Veganzetta è quella pubblicata nel libro “Manifesto Antispecista. Teoria, strategia, etica e utopia per una nuova società libera” di Adriano Fragano, Edizioni Veganzetta, 2022, ISBN: 9791221372465.
La definizione è frutto di una lunga elaborazione cominciata nell’anno 2007 ed è stata aggiornata nel luglio 2022.
Definizione di “specismo”
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Ciao Adriano,
La definizione di specismo presentata nel tuo libro rivela e riassume quelle dinamiche che l’hanno portata a concretizzarsi nel pensare comune.
Leggere determinate argomentazioni a sostegno di un’ideologia oppressiva e predatoria può semplicemente sdegnare, sentirle e vederle declamare apertamente con convinta sicumera porta il tutto ad un livello di ego-antropocentrismo superiore.
E’ quello che fa in un video youtube Riccardo Vessa, Bolognese, classe 1982, filosofo e scrittore laureato in scienze della comunicazione con una laurea specialistica in Filosofia.
Mi preme riportare anche il testo della sua disquisizione per fissare meglio i contenuti, le argomentazioni e le fallacie logiche che animano la forma mentale specista, la quale nelle sue aberranti declinazioni è stata sia puntualmente sintetizzata che approfondita nel “Manifesto Antispecista”.
Ciao Claudio,
Grazie per aver segnalato un esempio da manuale di pensiero antropocentrico – e dunque retrogrado – sostenuto da un soggetto che nonostante la giovane età anagrafica, utilizza concetti ottocenteschi.
Limitandosi solo alla prima parte del lungo testo riportato e senza considerare le altre assurdità, se il personaggio in questione fosse stato obiettivo nell’affrontare un argomento così complesso, avrebbe potuto per esempio considerare il fatto che un diritto non esiste sempre e solo se sussiste una reciprocità o un consenso del soggetto che ne gode; inoltre se l’anziana signora stesse parlando ad un Umano che conosce solo il bengalese, probabilmente nemmeno quest’ultimo capirebbe il suo discorso, non per questo i suoi diritti fondamentali di essere vivente e senziente potrebbero essere messi in discussione. Peraltro l’anziana signora umana di certo non è in grado di percepire molti dei suoni e degli odori che sente un Gatto (che è sensibile a frequenze sonore fino a 100.000 Hz, mentre l’Umano arriva a 17.000 Hz, ed ha circa il triplo delle nostre cellule olfattive), anche in questo caso non si potrebbe affermare che l’anziana signora umana, in quanto incapace di percepire ciò che percepisce un Gatto, debba godere di meno diritti alla vita e alla libertà di quest’ultimo. Mi piace poi segnalare che secondo alcuni studi di psicologia comportamentale e cognitiva, indicano che i Gatti sono in grado di percepire le emozioni umane. Dunque il Gatto dell’esempio in questione probabilmente è in grado di comprendere lo stato d’animo dell’anziana signora umana che è triste per la scomparsa del marito, dunque è in grado di capire la sua condizione.
In sunto i diritti fondamentali alla vita e alla libertà di un soggetto vivente e senziente, non sono legati al suo lo sviluppo cognitivo e/o fisico e non necessitano per forza di reciprocità.
Si potrebbe continuare a lungo a confutare quanto espresso, non solo parlando delle fallacie logiche in cui cade l’autore del video segnalato, ma anche più semplicemente dell’inconsistenza delle argomentazioni esposte, ad ogni modo sarebbe ben poco utile in quanto si tratta solo di un’ottusa giustificazione dell’ideologia specista.
Vegani violenti, parliamone – https://youtu.be/UUMLJVOPeU8?t=298
La parte che avvalora e giustifica l’ideologia specista parte dal minuto 4:58, in basso la trascrizione.
” […] Dobbiamo parlare del rapporto della nostra specie con le altre, vorrei partire da un’immagine che possa servire come riferimento, immaginatevi una vecchietta dico una vecchietta perché di solito almeno io l’ho sempre vista così, immaginatevi una vecchietta con un gatto che parla al suo gatto come parlava al suo defunto marito, questa è una scena che ci dà grande tristezza che ci parla di solitudine abbandono (della signora naturalmente), ma non è di lei ovviamente che mi voglio occupare bensì del gatto. Perché questa immagine oltre ad essere terribilmente triste, dico vecchietta proprio perché di solito sono le donne che sono più spesso vedove degli uomini, perché l’immagine di questa vecchietta oltre ad essere sicuramente triste e amara (perché ovviamente l’abbandono degli anziani è una delle cose più tristi che si possa immaginare) perché oltre ad essere triste è anche stupida ovviamente? perché il gatto non è capace di capire il discorso della vecchietta, io posso parlare ad un gatto, posso fargli vedere questo video, il gatto può anche guardare lo schermo ma non sta capendo nulla di quello che io sto dicendo, naturalmente il gatto può riconoscere alcuni comandi ancora di più il cane credo, ma in ogni caso non è questo il punto, questo non significa comprendere i nostri discorsi.
Questo è molto, molto, molto importante prima di tutto perché ci parla di una tendenza che tutti tendiamo ad avere di umanizzare quasi disneyanamente gli animali, questo è mancare loro di rispetto e non riconoscere la forma di vita di cui fanno parte e cercare anzi paternalisticamente di trasformarli in altri esseri umani che non sono assolutamente, perché non ne hanno la facoltà e questo è oggettivo. Quindi non solo c’è questa tendenza ma c’è anche un corollario morale fondamentale, il gatto l’animale non è capace di capire il nostro discorso anche ovviamente quando il nostro è un discorso morale, quindi anche nel momento in cui decidiamo, secondo me giustamente sulla base dell’empatia, sulla base che ci ripugna infliggere dolore a una creatura capace di provarlo, quando decidiamo che questa creatura che questi individui di altre specie godono di uno statuto morale dobbiamo sempre ricordarci che di quello statuto morale questi individui non hanno dato nessun consenso e non sono in grado di capirlo né di concepirlo, quindi tantomeno di darmi un consenso, quindi anche stabilire che gli animali hanno dei diritti è una forma di paternalismo che noi accettiamo, che io ritengo giusta ma è importante ricordarcelo sempre: gli animali non ne hanno la più pallida idea dei loro diritti o dei loro doveri.
Naturalmente in natura queste cose non esistono, diritto naturale ricordatevi sempre è un ossimoro, non c’è nessun diritto in natura, esistono soltanto delle forme, delle tendenze istintuali ma che noi poi trasformiamo, vista la nostra capacità cerebrale letteralmente, che poi noi trasformiamo in costruzioni morali o addirittura positive da un punto di vista del diritto, ok?
Quindi gli animali non ne sanno nulla di questa cosa, tu gli puoi avere appena dato un diritto ma l’animale non ti verrà mai a dire grazie dei diritti che mi hai riconosciuto, perché non sa di che cosa tu stia parlando, e questo è fondamentale, non c’è un vero consenso ma soprattutto non esiste nessuna simmetria possibile da un punto di vista morale fra la nostra specie e le altre, proprio perché il discorso morale esiste soltanto all’interno di una specie e dell’homo sapiens sapiens. Questo ci porta all’interno di un concetto molto importante in morale che è quello della reciprocità. Prendiamo l’esempio che abbiamo detto della vecchina che parla con il suo gatto come se fosse il suo defunto marito, se questo gatto -magia!- se questo gatto fosse ingigantito di… cosa sarà? cinque volte 6 7 volte, per fare le dimensioni diciamo di una grande tigre, no? se questo gatto fosse grande come una tv, se i gatti fossero grandi come tigri, non sto dicendo di sostituire i gatti con le tigri sono due specie diverse ma sto dicendo proprio immaginatevi che i gatti diventino tutti improvvisamente grandi come tigri, secondo voi quanti gatti avremmo in casa? si potrebbe dire che teniamo alani e san bernardo che sono creature gigantesche ma è una specie differente con comportamenti del tutto diversi, il gatto tanto carino tanto bellino che umanizziamo, il gatto del tutto inconsapevole della propria pucciosità, il gatto non sa di essere puccioso, per noi è puccioso ma la pucciosità esiste soltanto nella nostra specie, ricordatevelo, è un attributo che noi diamo paternalisticamente in qualche modo, il gatto non l’approva, magari scopre che ci sono delle strategie per ottenere cibo coccole che funzionano, ma non lui non sa che sono pucciosi, questo è cruciale.
Il gatto quindi non solo non può assentire ai nostri asserti morali ma se fosse grande come una tigre ma continuasse ad essere un gatto, quanti gatti avremmo in casa se fossero grandi così? no non mi sto riferendo al discorso di quanto costerebbe mantenerli, perché mangerebbero molto di più, facciamo finta che per magia mangiano come dei gattini. Quanti ne terremo con noi?
Quanto la sua specie è solidale nei confronti della nostra? quanto esiste presso le altre specie un discorso di preservazione delle altre specie? Non esiste nessuno.
Per tutte le specie in natura le altre sono strumentali alla propria sopravvivenza, quando ovviamente sono compresenti nello stesso ecosistema è chiaro, capite? Non esiste nessuna solidarietà del bovino verso l’essere umano, nessuna solidarietà come la intendiamo noi, può esistere l’affetto del cane nei confronti del padrone, le orche marine sono intelligentissime si affezionano di brutto, ma per carità ma certo anche i gatti in qualche misura, ma non è questo il punto.
Non esiste da parte loro nessun discorso empatico verso la specie… la conservazione della specie nostra, sto dicendo, perché in natura queste cose non ci sono, noi siamo uno strumento per le altre specie le altre specie sono uno strumento per la nostra, prima di tutto le altre specie ci sono strumentali e lo sono da un punto vista naturale, oggettivo, pre-semiotico se volete. E’ il motivo per cui quando facciamo giustamente i discorsi ancora fantascientifici, ma che dovranno smettere di esserlo speriamo il prima possibile, di iniziare a colonizzare altri pianeti, un giorno avere le tecnologie per intraprendere un viaggio intergalattico, espandere la razza umana ehmm… cioè la specie umana eccetera eccetera, dobbiamo sempre ricordarci che non partiremo da soli, ci porteremo dietro quante più specie animali e vegetali possibili soprattutto vegetali, perché se no noi non sopravviviamo, è proprio una cosa che noi non possiamo negoziare più di tanto, noi non siamo capaci di sopravvivere senza un ecosistema che ci consenta di farlo e questo vale anche per gli altri animali.
Quindi la strumentalità di una specie per tutte le altre, o meglio, di tutte le altre specie per una, è indiscutibile in questo senso, poi magari arriveremo ad un livello tecnologico per cui per noi non varrà più? magari sì? non ha importanza ma per il momento non è così. E quindi prima di tutto ricordiamoci che a noi la natura serve perché ci fa sopravvivere, poi la possiamo chiamare bella ma la natura non è bella o brutta, non è buona o malvagia sono tutti attributi che le diamo, chi è cresciuto come me a pane e documentari sugli animali e sulla natura sa perfettamente che in natura, per quelli che non sono i nostri canoni, accadono le più efferate di inconcepibili crudeltà, la natura fa schifo come fa vedere benissimo barbascura nei suoi video, è anche meravigliosa naturalmente ma sono tutte categorie nostre di cui la natura non sa assolutamente nulla, ok? Questo è cruciale, e prima di tutto la natura è strumento per la nostra sopravvivenza, così lo sono le altre specie così lo siamo addirittura noi stessi se posti all’estremo, se posti al limite, naturalmente vogliamo diritti fondamentali no? e libertà e le libertà dell’uomo, diritti fondamentali tutelati ed espansi il più possibile, quando possibile anche alle altre specie.
Ma non dimentichiamoci mai che primo non prenderle, primo non estinguerci. Il sommo bene è morale, il sommo male è oggettivo, è la nostra estinzione, che è la fine di qualunque ragionamento di morale, di bellezza di qualunque altra cosa ci passi per la testa, ovviamente.
Quindi se noi non vogliamo estinguerci ed abbiamo nella nostra estinzione il sommo male, perché è la fine anche della nostra attività morale oltre che di tutto il resto, noi dobbiamo capire che la natura strumentale delle altre specie non può essere discussa, possiamo negoziare sul fatto di non infliggere sofferenze inutili e ci mancherebbe altro, ma non possiamo dimenticare che noi sfrutteremo sempre le altre specie per la nostra sopravvivenza, così come loro farebbero con noi. E’ incalcolabile la quantità di bovini, probabilmente si è anche stata calcolata ma non so quale sia il numero, la quantità di bovini che uccidiamo ogni anno ma comunque i bovini uccidono un sacco di esseri umani, e non ne sanno nulla, e non si pentono, e non si fanno tra di loro un discorso di forse non dovremmo tirare i calci o le cornate agli esseri umani, non gliene importa niente.
Quindi nel momento in cui noi esprimiamo solidarietà ad un’altra, alle altre specie animali, dobbiamo ricordarci che loro non sono capaci di esprimerne alcuna nei nostri confronti, che la natura è il territorio… come si direbbe no? dell’homo homini lupus ma anche del lupo lupi lupus anche se probabilmente l’ho detta sbagliata, in cui non c’è nessuna tutela e nessuna empatia che sia come le nostre, ok? e gli altri animali se potessero ci mangerebbero.
Pensate al gatto grande come una tigre, se improvvisamente, se fossero così probabilmente in casa nessuno di noi ne avrebbe uno o pochissimi, ma se diventasse così con uno schiocco di dita alla Thanos domani, secondo me inizieremo a leggere più di qualche notizia brutta sui giornali, cosa ne dite? Quindi attenzione a non umanizzare la natura perché non è umana, attenzione quando decidiamo di avere rispetto per il dolore delle altre creature, ricordiamoci che loro non sanno nulla e non possono concepire quel rispetto che stiamo dando loro e ricordiamoci sempre che come specie siamo, i-ne-vi-ta-bil-men-te gli sfruttatori delle altre specie della natura per la nostra sopravvivenza, siamo fatti così.
E’ così che funziona poi ovviamente in un equilibrio nel quale nessuno estingue l’altro idealmente, poi in realtà l’estinzioni fanno benissimo parte della natura ma diciamo che noi non ci vogliamo estinguere. E ovviamente il solito discorso chi ritiene che la specie umana sia la peggiore di tutte la più crudele di ogni altra, considerando che non si può parlare di crudeltà al di fuori della specie umana, ma evidentemente stiamo parlando di persone non particolarmente acute, chi ritiene che la specie umana sia la peggiore di tutte, sia il tumore della terra eccetera eccetera e debba estinguersi, se è capace di empatia comunque non deve fare del male al prossimo, ma può partire in questo caso da se stesso, estinguendo se stesso ed iniziando il discorso per il quale lui fa il tifo cioè la nostra estinzione.
Alla fine della fiera sotto a qualunque discorso morale noi dobbiamo decidere da che parte schierarci, se per la nostra estinzione oppure no, fermo restando che infliggere dolore alle altre creature è una cosa che ci deve ripugnare e che quindi, idealmente per chi è carnivoro e chi ama mangiare la carne, idealmente dovremo creare un sistema di allevamento che non infligge dolori superflui. Questo dovrebbe essere l’ideale, poi per un discorso ecologico credo sia molto più complicato e magari sarà materia per un altro video, sicuramente non salviamo l’ambiente smettendo di fare al cento per cento allevamento… insomma le cose sono molto complesse ma non ne voglio parlare in questo video.
Avete capito che cosa intendo? molto bene, non umanizziamo gli animali, ricordiamoci che la natura è lo strumento della nostra sopravvivenza e della prosecuzione della nostra specie, prima di essere la meraviglia di un tramonto, la pucciosità di un gatto e tutte queste cose che tutti adoriamo sono bellissime, ma prima di essere tutto questo che è comunque nostra costruzione, la natura è lo strumento della sopravvivenza della nostra specie, che è natura anch’essa naturalmente, ma che grazie alle nostre facoltà mentali diventa meta rispetto a se stessa e prende il comando delle operazioni, siamo ovviamente la specie che influisce di più sull’ambiente e che mai nella storia sull’anello della terra è successo che una specie avesse così tanto il controllo dell’ecosistema eccetera eccetera.
Insomma vogliamoci un pochino più bene non mettiamo le mani addosso ai nostri simili [riferito alla prima parte del video] cerchiamo di non fare del male agli animali possibilmente, cerchiamo in tutti i modi di far scomparire dalla terra le sofferenze inutili inflitte agli animali, ma ricordiamoci sempre che non fanno parte della nostra specie e ci sono strumentali.”