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Di recente in uno zoo danese circa 400 persone umane, tra cui moltissimi bambini, hanno assistito alla dissezione pubblica del corpo di un Leone nato in cattività e ucciso dallo stesso zoo per motivi di sovrappopolamento. Dopo il tragico caso della Giraffa Marius, gli zoo danesi dimostrano di voler continuare tale pratica assurda, diseducativa e crudele. Di seguito un commento per stimolare una riflessione sull’argomento.
I punti critici di questa storia sono molteplici. A partire dallo “scopo educativo” di una dissezione alla quale, a nostro parere e a giudicare dalle immagini fotografiche, hanno partecipato più che altro bambini disgustati e inorriditi e adulti morbosi che fotografando il cadavere del Leone potranno vantarsi a cena con gli amici di ciò a cui hanno assistito. Come ben evidenziato nel commento alla galleria fotografica citata, lo scopo educativo sembra nascere dalla considerazione che “E’ importante non attribuire agli animali caratteristiche umane che essi non hanno“: affermazione verissima in senso letterale, ma con un significato decisamente differente e non secondo un’interpretazione che permetta di giustificare una barbarie simile.
Appare lampante che ci si voglia ancora una volta nascondere dietro la solita visione scientifica e didattica, come se questa potesse autorizzare e giustificare ogni tipo di pratica, e questo episodio non è che l’ennesimo in tal senso. Lo zoo “moderno” è ritornato in auge in quanto non si vedono più Animali in gabbia come nei tempi passati e questo rende l’istituzione – ad uno sguardo superficiale – più giustificabile e naturale. Ma di maltrattamento etologico ed ecologico sempre si tratta: rimane un luogo artificiale e artificioso in cui si decide e si programma la nascita, la vita e la morte di esseri viventi, creati con la scusa di mantenere una biodiversità che l’Umano ha distrutto e tuttora continua ad annullare sul nostro Pianeta. Allora si cerca di alleggerire le coscienze dei più riproducendo gli esemplari a rischio in ambiente cosiddetto controllato, in modo da non poter ancora dichiarare estinta una determinata specie animale.
Il tutto ovviamente ha un risvolto economico e prevede il contributo da parte di un pubblico e delle istituzioni, un merchandising associato e tutto il consumismo che si può ottenere da una serena gita domenicale di una famiglia umana con bambini.
In questo particolare caso non si comprende se sia quindi peggio l’istituzione stessa dello zoo, le uccisioni contenitive che vi si attuano per evitare il sovrannumero e la consanguineità degli Animali prigionieri, o ancora la ricerca di altri zoo dove poter trasferire gli Animali in esubero, poiché sovente avvengono anche questi scambi proprio per ovviare al rischio di perdita generica, non considerando il notevole stress che un qualsiasi essere vivente subisce durante il trasferimento ed il reinserimento in un nuovo ambiente artificiale.
O ancora chissà se non sia ancor peggiore la decisione di dissezionarlo di fronte ad una platea di spettatori come mera carcassa-oggetto da cui cercare di ottenere ulteriore profitto economico (non per nulla il corpo del povero Leone è stato prima congelato e poi sezionato in una data che potesse attirare più audience).
Sarebbe interessante intervistare chi ha assistito alla dissezione per capire ciò che ha tratto dall’esperienza e ciò che gli rimane di quel Leone vissuto brevemente in reclusione in uno zoo, che oltretutto ne aveva permesso consapevolmente la nascita: programmata tanto quanto la sua misera vita e la sua morte.
Alice Rostagno
Veterinaria
Galleria fotografica della dissezione: http://www.repubblica.it/ambiente/2015/10/15/foto/nuovo_caso_dissezione_pubblica_dopo_la_giraffa_tocca_al_leone-125150770
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Questo non è che un modesto metro per misurare la pochezza dell’animo umano, il suo egoismo e la sua smania di grandezza, il suo delirio di onnipotenza.
Giocare con la vita di altri esseri senzienti lo appaga, ma mai abbastanza; cosicché egli si scervella per trovare sempre nuovi e più crudeli modi per nuocer loro ed ai suoi simili, tralasciando completamente il lato più importante, ciò a cui tutti noi dovremmo anelare: vivere in armonia riconoscendo “nell’altro” una parte fondamentale di noi stessi e trovare finalmente un tempo in cui essere veramente felice.?
Grazie Roberto, la tua è un’ottima considerazione. Che si stia andando chiaramente e nettamente in una direzione totalmente sbagliata sono gli stessi volti dei bambini ritratti nelle fotografie che ce lo dicono.
Anch’io ho avuto lo stesso pensiero di Alice “Sarebbe interessante intervistare chi ha assistito alla dissezione per capire ciò che ha tratto dall’esperienza”. Stesso pensiero avevo avuto quando avevano squarciato Marius. Mi piacererebbe molto raccogliere le interviste di bambini e bambine. Secondo me non sapremo mai le loro opinioni pubblicamente. Però mi pare strano che in Danimarca non si muova nessuna associazione per indagare sue queste verità.
Nella perenne e totalitaria realta’ di violenza nei confronti degli Animali non Umani si aggiunge ora questo macabro e recidivo rito di uccisione e dissezione coram popolo. Lo scopo? Forse quello di “educare” all’indifferenza, “normalizzando” la crudelta’. Il problema comunque non e’ tanto capire gli scopi di questa ultima barbarie, quanto semmai tentare di porre fine a quella che parrebbe una consuetudine in divenire in questo lager danese, fermo restando ovviamente l’auspicabile chiusura di questo zoo e di tutti gli zoo esistenti.
Sarebbe quantomeno utile una campagna di boicottaggio dei prodotti danesi – non ultime le famose birre – per indurre il governo della Danimarca a vietare simili ed agghiaccianti atti criminali.
E’ del tutto evidente comunque che il concetto di “Paese civile” racchiuda l’insidia di una visione alquanto antropocentrica; non a caso nella vicina Svezia – appunto “Paese civile” per antonomasia – si pratica e si incentiva allegramente l’eutanasia di cani e di gatti.
Purtroppo Progresso non e’ sinonimo di Empatia…E’ da un pezzo che ne avevamo avuto sentore!
Rossana Pirarba
I am vegan, and I do not accept this!