Considerazioni sulla storia dell’Orca entrata nella Senna e che verrà eutanizzata


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Il piccolo di Orca che nuota nella Senna

Purtroppo, a quanto pare, non c’è più alcuna speranza.
L’Orca che il 16 maggio scorso era entrata nel porto di Le Havre, in Normandia, e aveva iniziato a risalire la Senna verrà eutanizzata. Lo hanno stabilito gli scienziato dopo aver tentato di riportare in mare il Cetaceo (un maschio di circa 4 metri) utilizzando un drone capace di emettere stimoli sonori familiari all’Animale.
D’altra parte che la situazione fosse tragica si era compreso subito, quando le prime fotografie avevano mostrato la pinna dorsale collassata (fenomeno molto raro in natura) e il corpo coperto di alghe che si sono formate a causa di una scarsa attività motoria. Secondo gli esperti l’Orca soffre di mucormicosi, o fungo nero, una malattia che di solito colpisce le Balene in Nord America e che non era stata ancora osservata in Europa. Dopo aver infettato la pelle degli Animali indeboliti, questa malattia può diffondersi al cuore, ai polmoni e al cervello, ciò spiegherebbe il comportamento incoerente e il disorientamento che il Cetaceo ha manifestato nelle ultime ore. In questo specifico caso, secondo gli esperti, la malattia sembra in uno stato molto avanzato e probabilmente sta causando gravi sofferenze. L’eutanasia, sottolineano, è un gesto compassionevole e l’unico che ormai si possa fare. Purtroppo non è la prima volta che fenomeni del genere si verificano; tornano in mente le Orche che nel 2019 entrarono nel Mediterraneo e che andarono incontro, quasi sicuramente, a una tragica fine (le notizie si persero quando i Cetacei si trovavano vicino alle coste di Israele). Nel caso dell’Orca nella Senna non è possibile stabilire con certezza se la decisione presa dagli scienziati sia inappellabile, anche se, effettivamente, il fatto di aver impiegato ben 16 giorni per fare una valutazione corretta e provare a intervenire solleva molte perplessità. Forse certe emergenze spesso vengono ancora gestite con una certa approssimazione, non tanto, ovviamente, dagli esperti, quanto da chi dovrebbe fornire un supporto adeguato.
Noi purtroppo, ogni volta ci troviamo davanti alla solita triste considerazione sulla tragicità dell’esistenza. La corsa disperata di quest’Orca ci ricorda, se mai ce ne fosse bisogno, la fragilità che riguarda ogni essere vivente, allora non possiamo fare a meno di chiederci come sia possibile che l’Umano sia dia così da fare per aggravare tutto ciò in cui può metter mano, invece di contribuire a ridurre la sofferenza. Per quanto riguarda le Orche, ad esempio, non solo le rinchiudiamo nei lager acquatici che chiamiamo delfinari, ma spesso le uccidiamo perché considerate dannose per la pesca industriale. Nel 2020 uno studio della California Davis School of Veterinary Medicine, dopo aver analizzato i resti dei corpi di numerose Orche, alcune provenienti o avvistate per esempio anche al largo delle coste della British Columbia, di Washington e Oregon, ha dimostrato che più le Orche vivono vicino agli Umani, più le cause di morte a causa nostra crescono esponenzialmente. A noi sembra una conclusione del tutto ovvia, ma in realtà dovrebbe essere l’opposto.

Francesco Cortonesi


Fotografia in apertura: la piccola Orca mentre nuota nella Senna. Fonte: Reuters


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2 Commenti
  1. Veganzetta ha scritto:

    Purtroppo l’Orca è deceduta questa mattina probabilmente a causa della malattia che l’aveva colpita. Il suo corpo è stato trovato in un’insenatura del fiume dagli attivisti di Sea Shepherd France che l’ha annunciato sul suo profilo facebook.

    Il corpo senza vita della giovane Orca nella Senna

    30 Maggio, 2022
    Rispondi
  2. Paola Drog ha scritto:

    Povero essere tanto grande quanto indifeso… La Szymborska negli ultimi versi di Lode della cattiva considerazione di sé… il cuore dell’orca pesa più di cento chili ma sotto un altro aspetto è leggero… Non c’è nulla di più animale della coscienza pulita sul terzo pianeta del sole… Della nostra coscienza di umani non possiamo dire altrettanto evidentemente.

    30 Maggio, 2022
    Rispondi

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