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http://unaparolaalgiorno.it/significato/U/umile
UMILE
ù-mi-le
dal latino: humi a terra, derivante da humus terra.
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ù-mi-le
dal latino: humi a terra, derivante da humus terra.
“Due occhi simili a lanterne
Quelle che splendono nei porti
Quando l’avere occhi di scorta
Farebbe gola ai marinai
Per osservar la notte altrui
Così come uno scimpanzé
Presso i Ferré
Pépée”
L. Ferrè, “Pépée” in “Ferrè 69”, 1969
Come gli ammiratori di Léo Ferré sicuramente sapranno, il poeta e musicista aveva adottato, insieme alla seconda moglie Madeleine, un cucciolo di Scimpanzé.
Una scimmia di nome Pépée divenuta protagonista di una delle più struggenti e celebri composizioni e della vita del cantautore a partire dal 1961.
In realtà, va ricordato come premessa, il cantautore si circondò di Animali per tutto l’arco della sua esistenza e questi popolarono numerosi le sue residenze di campagna così come le sue opere.
Il rapporto fra Ferrè e gli Animali viene infatti definito in molte trattazioni “speciale”, fatto di “affetto e necessità di coesistenza nonché protezione e paternità”.
Una bella fiaba animalista scritta dall’amico Yuri Bautta per Veganzetta, buona lettura.
C’era una volta una bambina strana. Si chiamava Gigi.
Parlava poco, e i suoi genitori le dicevano: “Sei proprio strana, Gigi!”
Un giorno Gigi aprì il libro di storia. Ma dopo dieci minuti si stancò di leggere tutte quelle date, e le lettere stampate le sembrarono tante zampe di mosca spappolate sul foglio. In più c’era una mosca, una vera, che ronzava e ronzava. Gigi era tanto infastidita dalla mosca che scrisse a matita sul libro di storia: “A cosa serve una mosca?”
Testo e opere di Dóra Zambó per Veganzetta
Adoro i Maiali.
Si è sviluppata in me un’attrazione inconscia verso questi Animali intelligentissimi, che agli occhi della gente appaiono opulenti, sporchi, pigri o come pezzi di carne su un piatto o bistecche sulla griglia.
Digitando il sostantivo “maiale” in un motore di ricerca, le associazioni visive e testuali riportano caratteristiche, e luoghi comuni pieni di pregiudizi riflettendo l’immagine che la nostra cultura si è fatta di scrofe e verri. Questo essere senziente subisce l’aberrazione umana sin dall’antichità, e la cosiddetta civilizzazione occidentale anziché dargli tregua, peggiora le sue sorti. Non lo risparmia nessuna disciplina: medicina, alimentazione, linguistica, arte e religione, insieme ne sfruttano corpo e anima.
Avendo trascorso da adolescente molte estati nella fattoria dei miei nonni, imparai a comprenderla da un unico punto di vista, cioè dal loro. Il rapporto tra contadino e Animale s’intese in un’unica direzione rigida e inconfondibile senza mai un pizzico di coinvolgimento sentimentale: l’Umano equivale al proprietario profittatore, e l’Animale alla bestia e al guadagno. Tale formula valeva nelle piccole fattorie come nella crescente industria zootecnica, e a tutt’oggi rimane incontestabile dalla maggioranza delle persone.
E’ una parola più difficile e sfaccettata di quanto sembri.