Categoria: <span>Comunicati</span>


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Il 6, 7 e 8 settembre presso il presidio NO TAV di Venaus in Val di Susa si terrà il IX Incontro di Liberazione Animale, un incontro per molti aspetti pieno di anomalie: sopra tutte l’assenza della quasi totalità dei maggiori gruppi, delle associazioni e dei coordinamenti che si occupano di liberazione animale in Italia. La domanda che ci si può legittimamente porre quindi sarebbe “a cosa serve un incontro del genere dove chi si occupa di liberazione animale e antispecismo non partecipa?”. Ovviamente non serve a nulla, ma il vero problema che ha causato tale situazione assurda, è la profonda spaccatura esistente nel nostro paese tra le realtà antispeciste e liberazioniste operanti sul territorio.

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Da Campagne per gli animali

È di questi giorni la notizia del lancio della prima campagna nazionale della sezione italiana di CIWF (Compassion in World Farming) dal titolo “sono degno”.
La campagna informativa si prefigge di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni terribili in cui gli Animali vivono negli allevamenti prima di giungere ai macelli.
La campagna è incentrata sui Maiali e su ciò che questi Animali sensibili e intelligenti devono subire quotidianamente nei lager dove sono relegati.
Se la campagna si limitasse a questo, sarebbe condivisibile e da supportare, ma CIWF si prefigge ben altro.
Visitando il sito web ufficiale di CIWF Italia nella sezione “Chi siamo” si può infatti leggere:

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Abbiamo già parlato in passato della questione Animali e politica istituzionale, abbiamo già espresso il nostro parere, ma vorremmo chiarire alcune questioni relative ai numerosi messaggi che ultimamente circolano sul web al riguardo di richieste rivolte ai candidati alle prossime elezioni politiche.

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Il corteo antispecista che vorremmo dovrebbe essere un corteo coeso, compatto e deciso, un corteo pieno di cartelloni, frasi e testi inneggianti alla liberazione animale e alla fine dello specismo della società umana; dovrebbe essere un corteo di persone umane libere e informate, che leggono, che pensano, che si scambiamo opinioni e idee, che si confrontano e – perché no? – che si scontrano per sostenere un’idea, ma sempre tenendo presente l’obiettivo finale, e sempre con la consapevolezza che mai nessun fine giustifica i mezzi.
Il corteo antispecista che vorremmo non è quello che si è tenuto a Correzzana il 20 ottobre 2012 contro il lager di Animali della Harlan: perché nonostante a tale corteo abbiano partecipato molte persone consapevoli e sinceramente spinte dal desiderio della lotta antispecista, esso è stato teatro di azioni e di comportamenti assolutamente inaccettabili. A poco serve dire che in definitiva coloro che si sono comportati da perfetti idioti erano una sparuta minoranza, perché anche solo una persona che urla “nelle foibe c’è ancora posto” è un idiota di troppo. Anche solo una persona umana tra mille che alza le mani per spingere o picchiare qualcuno, è un idiota di troppo.
E questo perché l’antispecismo è un’idea rivoluzionaria che intende cambiare alla radice la società umana, e per farlo non può, non deve, adottare gli stessi metodi di chi intende combattere: l’attacco violento.  

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