Addio ad Arturo


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La solitudine di Arturo

Il Bisonte americano che per ultimo ha lasciato lo zoo di Cavriglia è morto

La chiusura dello zoo di Cavriglia (Arezzo) ha sicuramente creato un importante precedente. Un precedente che in futuro speriamo possa esser replicato. Uno zoo ha chiuso i battenti in seguito alle pressioni animaliste che hanno costretto il Comune, proprietario della struttura, ad alzare bandiera bianca. Nel febbraio del 2018, Arturo, il Bisonte americano, è stato l’ultimo a lasciare lo zoo, diretto in un rifugio delle Marche dove ha trascorso questi ultimi anni. Qui li ha vissuti per la prima volta in compagnia di qualcuno: due Caprette con cui ha fatto amicizia. Arturo era nato nel 1995 proprio a Cavriglia. I suoi genitori erano stati un regalo dell’ex Unione Sovietica fatto a quello che, un tempo, era considerato il Comune più “rosso” d’Italia. Purtroppo, ben presto, Arturo rimase solo, i suoi genitori morirono qualche anno dopo la sua nascita. E da solo, in un recinto, in cima a una collina, era stato lasciato. Ora Arturo se n’è andato. 25 anni per un Bisonte sono tanti e non era possibile (anche se tutti avremmo voluto) sperare nella sua eternità. Arturo era come un Budda seduto nella foresta. Osservarlo per qualche minuto riappacificava con la Natura. Metteva davanti alla bellezza di tutti gli Animali. Perché questo Arturo faceva: trasmetteva pace e bellezza. Il destino ha voluto che fosse lui a chiudere definitivamente la porta di uno zoo. Uno di quegli zoo che intrappolano e privano della libertà di tanti come lui.

Fai buon viaggio Arturo. Corri ora libero nelle praterie celesti. Un detto degli indiani Suquamish recita: “Non c’è morte, solo cambiamento di mondi”.

Testo e fotografie di Francesco Cortonesi


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4 Commenti
  1. Giovanni ha scritto:

    Che bell’articolo. Delicato e giusto. Bisognerebbe che sapiens provasse vergogna per le cose che fa

    15 Giugno, 2020
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    • Cereal Killer ha scritto:

      Purtroppo invece la nostra specie non prova alcuna vergogna a trattare gli altri nel peggiore dei modi: è questa la norma. Chi invece denuncia la violenza specista, rappresenta una sparuta e vilipesa minoranza, a testimonianza che la nostra stupidità va di pari passo con l’ingegno che dimostriamo nel distruggere le cose e la vita.

      16 Giugno, 2020
      Rispondi
  2. Hunnytheurry ha scritto:

    Ho sofferto per gli ergastolani di Cavriglia, il povero Bruno non ne uscì mai. Arturo per fortuna sua e grazie al duro impegno degli attivisti è riuscito ad uscire per un pochino. Riposa in pace bellezza.

    Bellissimo post.

    19 Giugno, 2020
    Rispondi

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