Wilma Tassinari


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tassinari

Wilma Tassinari in arte e in senso beneaugurale abbreviato in “ViTa” è un’artista poliedrica, vegan, principalmente dedita al canto come musicista jazz e generi affini.
Il disegno è una forma di espressione che ha sempre coltivato collateralmente, ama creare personaggi strani, diversi dall’abituale, in forma tragicomica ma con dignità, la volontà è quella di esprimere il concetto di dignità appunto ritrovandolo nel buffo, nel grottesco e nel diverso dall’umano.  
Altra passione è quella per la scrittura, sotto forma di brevi spunti letterari , una ricerca di parole dal giusto suono che possano esprimere un’emozione prima ancora di un concetto.

Attivista in varie associazioni e in solitaria, sin da giovane si schiera dalla parte dei reietti, degli ultimi cioè degli Animali non Umani, afferma di provare per loro un trasporto più intenso rispetto a quello per gli Esseri Umani, quasi come se fosse uno specismo al contrario, dovuto all’innegabile male che questi ultimi hanno causato nel corso del tempo, per il quale non si può che provare un profondo disgusto.

Nel suo lavoro attraverso la musica, ha avuto modo di toccare con mano quanto possa essere forte e profondo il coinvolgimento emotivo delle persone di fronte a modalità espressive diverse dalla semplice parola, capendo che l’arte, in tutte le sue forme, può essere uno strumento formidabile per trasmettere empatia.
Da qui il progetto di concepire un’opera “multimediale”, che unisse l’osservazione dei disegni, la lettura dei pannelli scritti e quando possibile, l’ascolto della musica live, intitolata:

PERSONAE
uscire dalla soffocante visione antropocentrica del mondo per riconoscere la profonda dignità di persona delle altre forme viventi

Una raccolta in costante integrazione ed evoluzione, composta da disegni ispirati agli altri Animali, diversi da noi e da quelli che conosciamo o crediamo di conoscere, eseguiti su carta con tecnica matite/acquerelli, corredata da alcuni spunti letterari stampati su pannelli.
Le immagini sono in tono leggero e pseudo gioioso, mentre le parti scritte sono più forti e assumono un tono di denuncia, cercano di esprimere l’accusa che questi esseri leggeri, evanescenti, quasi lunari, rivolgono alla pesantezza dell’Uomo che tutto distrugge, come una sfida inerme, ma inesorabile. Lo scopo di questa ambiguità è quello di rendere più evidente il distacco tra la percezione che si ha delle cose, che ogni giorno vengono tollerate e vissute come normalità e la realtà cruda, che è invece colpevole presunzione umana.


PERSONAE

Pannello 1 – Introduttivo alla raccolta, forte accusa alla superbia e alla presunzione umana.

Mamma Ele” – Espressione di tenerezza, comunicata con forza anche in assenza di una corrispondenza ai canoni estetici massificati.

Indigeni” – Rappresentazione della riservatezza, il passo leggero, l’evanescenza come nel segno accennato che delinea alcuni personaggi, la cui presenza è solo intuibile in questa “immagine di gruppo” seppiata, come le vecchie foto cancellate dal tempo.

La vita” – Ritrae un Uccello in atteggiamento fiero e nobile, come ironicamente definito nel sottotitolo latino, l’essere che più di ogni altro è simbolo della libertà fisica e psicologica nell’immaginario collettivo in quanto in grado di volare, raffigurato nel suo habitat naturale ed incontaminato. Ad essa è abbinato il Pannello 4 “Un altro modo d’essere”, vaga intuizione di un altro modo d’essere, solo a contatto con un ambiente naturale, che l’Umano potrebbe forse riuscire ancora ad avere.

Pannello 3 “Cibo” è il sunto dei concetti rappresentati nelle immagini:

La vita

La cacciata” (mutantes migrantesque aves) – Rappresenta la migrazione degli uccelli in seguito alla distruzione del territorio e la loro contemporanea mutazione con l’assunzione di forme antropomorfe e l’iniziale trasformazione delle zampe in ruote.

L’asservimento” – Rappresenta la totale perdita di identità e di forma, vissuta con una dignità interiore e la definitiva trasformazione in oggetto d’uso, la robotizzazione.

Gnomigli” – In quest’immagini vi sono piccoli e strani abitanti notturni dei boschi, come se fossero stati sorpresi in un atteggiamento giocoso, presenze lunari inafferrabili e vulnerabili al tempo stesso.

Pannello 2 – Conclusione alla raccolta, atto finale di denuncia inerme, “Quando ogni ombra, ogni anfratto sarà cancellato, io dormirò il sonno dei giusti”.


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4 Commenti
  1. wilma ha scritto:

    Grazie a te per averle pubblicate

    14 Novembre, 2014
    Rispondi
  2. Paola Re ha scritto:

    Brava Wilma. Mi piacciono le tue oche. Con il parlare che se ne fa in questi giorni…

    15 Novembre, 2014
    Rispondi
    • wilma ha scritto:

      Grazie Paola, speriamo che se ne continui a parlare e che crollino davvero le vendite dei “piumini”…..

      16 Novembre, 2014
      Rispondi

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