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Da molto tempo ormai la Destra italiana sta sviluppando iniziative in merito alla protezione degli Animali. Tali atti hanno una natura propagandistica anche se talvolta possono trovare un sincero albergo in qualche cuore. Comunque è nella logica delle cose che non si sostanzino in risultati benché minimi. Infatti, le normative protezioniste di questo Paese nascono raramente, con difficoltà , spesso distorte e, quando alla fine vengono partorite, sono perfettamente ignorate nell’applicazione se non addirittura snaturate. Non è un caso che la legge 281/91, acclamata come la più avanzata in Europa, si sia poi spesso trasformata in sistema per consentire affari a vantaggio di persone poco raccomandabili.
Dunque anche in questo caso i vantaggi saranno minimi, ammesso che si possa registrarne qualcuno. Tuttavia c’è un aspetto inedito che rende queste iniziative piuttosto pericolose: esse vengono fortemente politicizzate. Sembrerebbe che la Destra, resasi conto che la sensibilità per la sofferenza degli Animali sta aumentando, abbia messo in atto un’attenta regia per colonizzarla.
In realtà, le note vicende sulla caccia e il voto a favore della direttiva europea per la vivisezione sono fatti eclatanti che dimostrano come la Destra non sia diversa dalla Sinistra, almeno per quanto riguarda questo specifico ambito. Ma come è noto, l’attenzione o la distrazione dell’opinione pubblica dipende quasi esclusivamente dai messaggi. Basta far passare certe votazioni come semplici adeguamenti alle norme europee e l’opinione pubblica “prenderà atto”. Mentre l’enfasi su altri messaggi potrà invece creare degli aloni collettivi nella percezione di massa capaci di cucire addosso a certi personaggi il titolo di “gran difensore degli Animali”.
In cosa consiste il battage degli ultimi tempi? Tralasciando pure il fenomeno preoccupante di gruppi di estrema destra infiltratisi nel movimento animalista, si registrano casi che, proprio per il loro portato propagandistico, rischiano di creare seri problemi. Vediamo prima l’inquietante sequenza e ragioniamo poi sui pericoli connessi.
Il primo personaggio che ha mostrato un certo attivismo è stato la Sottosegretaria al Ministero della Salute Francesca Martini (area Lega Nord). Essa ha sostenuto che il «nostro è un Paese che pone il benessere animale e la promozione della presenza di Animali di affezione nelle nostre famiglie come pilastro di civiltà ». L’attivismo della Sottosegretaria si è innestato su eventi che hanno visto scandali di stragi di randagi (in meridione). La signora Martini ha poi lavorato molto in sinergia con la giornalista Stefania Piazzo per ingombrare il quotidiano La Padania con articoli barricaderi su Cani e canili ricevendo in tal modo lodi sperticate e targhe apologetiche da parte di associazioni protezioniste (le quali avrebbero potuto attendere di vedere almeno qualche piccolo risultato concreto prima di esporsi).
Il secondo personaggio, il Ministro del Turismo Michela Brambilla (area PdL), ha fatto anche di più, operando con maggiore risolutezza nell’ambito di iniziative istituzionali. Prima ha presentato una specie di manifesto dal titolo “La coscienza degli animali” mobilitando, come garanti, persone di prestigio come Franco Zeffirelli, Luigi Lorenzetti, Dacia Maraini, Susanna Tamaro, Umberto Veronesi e altri. Successivamente ha avuto un’altra brillante idea e ha costituito il “Comitato per la creazione di un’Italia animal friendly”. A tale scopo ha coinvolto una giornalista, un avvocato, un magistrato, un paio di imprenditori, un paio di “comunicatori”, un trio di deputate, un veterinario, le Province e i Comuni nelle persone dei rispettivi presidenti, e poi associazioni ambientaliste (Legambiente e WWF), una associazione conservazionista (LIPU) e ben sei associazioni animaliste protezioniste (LAV, LNdC, ENPA, Dogwelcome, LAC, AI). Un autentico esercito! Cosa tal dispiegamento di forze potrà fare – fosse anche la chiusura di un solo canile lager – sarà il tempo a dirlo.
Il terzo personaggio è, in realtà , una rivista: “Charta Minuta” associata a “Fare Futuro”. In circa 150 pagine sono raccolti una ventina di articoli di noti esponenti della politica, della teologia, della scienza, della televisione e vari box di approfondimento. Si tratta sicuramente di un’operazione interessante nella sua perfidia, che meriterebbe un’attenzione sul piano dell’analisi teorica per la sottigliezza dei messaggi lanciati. Sia chiaro: gli articoli restituiscono il fedele resoconto dell’onesto sentire dei vari autori. La perfidia sta piuttosto nella cucitura di tali articoli per costruire un messaggio che, se da una parte insiste sulla trasversalità della sensibilità “animalista” rispetto alle forze politiche, dall’altra suggerisce come in realtà sia proprio la Destra a candidarsi a interpretare le aspirazioni animaliste. E qui emerge l’antico e fastidioso problema della polisemia del termine “animalista” impiegato come etichetta per indicare un’essenza prettamente “zoofila”.
Che si tratti di manovre propagandistiche è cosa ovvia. La sottosegretaria Martini sarà amante dei Cani – sull’intimo non si può sindacare – ma quando firma un’ordinanza per consentire l’uso dei richiami vivi al fine di tutelare tradizioni che fanno parte della “nostra terra” non dà segni di un “buon” animalismo. La ministra Brambilla si cimenta in critiche feroci verso molte pratiche istituzionalizzate, ma poi anche in lei prevale il senso politico. Così prima incassa il plauso delle associazioni protezioniste criticando le manifestazioni con Animali, ma di fronte alla più autorevole, quella di Siena, fa marcia indietro. Del resto, il fatto che temi di questo genere siano diventati una preoccupazione del Ministro del Turismo la dice lunga. Per quanto riguarda Charta Minuta la stessa tessitura della monografia evidenzia un chiaro disegno strumentalizzante. Certo la classe politica della Destra ha subodorato un bacino elettorale da sfruttare ed è disposta, forse, a fare concessioni su aspetti arcaici e marginali come ad esempio l’eliminazione degli Animali selvatici dai circhi o misure più restrittive sulla caccia. Ma la lentezza con cui procede e i contraddittori ritorni sui propri passi dimostrano come non siano gli animali non umani il polo di interesse, bensì altri tipi di Animali: quelli di cui i politici tendono a contendersi il consenso.
Compiuta questa carrellata sulle iniziative che vedono rappresentato in modo compatto tutto lo schieramento della Destra italiana, possiamo ora ragionare sui pericoli insiti in tali manovre per il movimento abolizionista italiano.
Sappiamo che l’antispecismo e la tradizione dei diritti animali non nasce dal nulla. La sensibilità per la condizione animale parte storicamente dalla zoofilia, guada l’ambiguo fiume del protezionismo per giungere, infine, a piena maturazione abbracciando i temi dell’abolizionismo e del liberazionismo. Un passaggio simile si compie nelle singole persone. àˆ difficile che una persona pratichi il veganismo e sia attivista ALF sin dalla nascita. La scoperta della questione animale si sviluppa per gradi. Ora, questo specifico attivismo della Destra, con il richiamo di “illustri personalità ” che invocano la moderazione e il rifiuto dell’estremismo, può ostacolare alla radice la crescita del nostro movimento. Infatti, allo sviluppo dell’attivismo zoofilo non corrisponde una altrettanto determinata crescita della propaganda antispecista e molte maturazioni potrebbero essere bloccate sui piccoli fronti promossi dalle iniziative messe in campo da quei figuri. Questa ipotesi non è affatto campata per aria. Se brillanti associazioni nazionali con i loro esponenti di primo piano seguono questi pifferai stonati, se i loro iscritti si emozionano di fronte agli squilli di tromba di certe pasionarie, possiamo immaginarci come sia difficile, per persone ancora lontane da una chiara visione della questione animale, ma suscettibili di maturazione, divincolarsi dall’approccio minimalista e specista diffuso dalle iniziative filogovernative.
Un altro pericolo consiste nella diffusione dell’idea che la questione animale sia un fatto che prescinde dalla questione Destra-Sinistra, come viene furbescamente sostenuto. L’idea che si possa dare una soluzione anche solo parziale alla sofferenza sopportata dagli Animali in una società liberale è cosa talmente assurda che rasenta il ridicolo. Cionondimeno essa tende ad affermarsi quasi per via naturale, figuriamoci se viene sostenuta da personalità – i vari garanti coinvolti – a cui l’opinione pubblica guarda con logico rispetto.
Infine, l’offensiva intentata dalla Destra rende più difficile trovare interlocutori e alleati nella vera Sinistra, quella che intravvede la soluzione dei problemi dell’umanità nel sovvertimento della società liberal-capitalistica. Infatti se la potenza comunicativa delle iniziative della Destra assume il rilievo e il tono descritto, sarà difficile che nella Sinistra non si stabilizzi nei nostri confronti la visione deformata della madama borghese che ama il proprio cagnolino.
Aldo Sottofattori
Articolo pubblicato originariamente nella rivista Veganzetta versione cartacea: Inverno 2010 / n° 2 del 31 dicembre 2010, p. 1
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