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Gary Yourofsky (Che in questo articolo d’ora in poi chiameremo scherzosamente GURU Yourofsky, o meglio GURUY per comodità) è un personaggio pubblico molto conosciuto1 in ambito vegano e animalista, soprattutto sul web grazie all’enorme eco sollevata dal suo video intitolato “Il miglior discorso che potrai mai sentire”2. Non ci soffermeremo quindi sulla figura del personaggio pubblico GURUY (sul quale in verità ci sarebbe molto da dire), ma sul messaggio che con i suoi eventi pubblici egli vuole veicolare, e sull’opportunità di organizzare (come è stato fatto) un suo vero e proprio tour in Italia.
Per quanto riguarda nello specifico il discorso che ha reso universalmente noto GURUY si può certamente constatare l’indubbia abilità oratatoria, l’analisi spicciola delle cause delle atrocità che la nostra specie compie sulle altre, le numerose ed efficaci motivazioni che vengono proposte per perorare la causa vegana. Tutte caratteristiche che a primo acchito farebbero del video un ottimo mezzo di propaganda vegana: l’adesione entusiasta di stuoli di persone attiviste pare confermarlo, ma forse poche persone si sono realmente domandate cosa GURUY intende proporre quando dichiara, ad esempio, che “nessuna religione ordina di mangiar carne”, o quando assicura che anche divenendo vegani sarebbe possibile “mantenere i vostri amici, le visioni politiche e il patriottismo” e “continuare a guardare i vostri programmi televisivi preferiti”, oppure quando sciorina dati sul consumo pro capite di carne degli americani, o afferma che fisiologicamente siamo come specie inadatti al consumo di carne, e che il consumo di quest’ultima è la causa principale di infarti, osteoporosi, cancro, diabete e via discorrendo.
Certamente il suo discorso sarebbe un ottimo punto di partenza per parlare di abbandono del consumo di carne in senso lato, per convincere le persone a scegliere una dieta vegana evitando di contribuire direttamente o indirettamente all’uccisione di miliardi di Animali, nutrendosi in modo sano e genuino e abbassando di un po’ l’impronta ecologica sul nostro pianeta, ma questo è tutto: “Il miglior discorso che potrai mai sentire” non è, e non può essere, nulla di più.
GURUY ha però una crociata personale da portare avanti, non si limita pertanto a questo e fornisce anche una definizione di specismo: vuole toccare ogni possibile corda dell’animo di chi lo ascolta per completare la sua opera di convinzione. Ma parlare di specismo equivale a introdurre la platea alla filosofia che lo combatte, all’antispecismo, e non pontificare sulla pericolosità delle sataniche proteine animali, o su come sia facile e divertente diventare vegani semplicemente sostituendo il Pollo vero con quello vegan, o le salsicce di Maiale con quelle di tofu. Il veganismo etico è molto di più di quello che GURUY crede e afferma, è molto più che la citata moralità, compassione, decenza, è molto più di “non nuocere più a un altro animale per colazione pranzo e cena” (anche se tale rinuncia personale alla violenza è da considerarsi propedeutica ad ogni altra questione). Il veganismo etico è critica della società e non può essere ridotto solo alla “versione vegana di ogni cosa”. E’ critica del dominio, della volontà di sopraffazione e di controllo, del consumismo, del capitalismo e di una società violenta e dogmatica che fagocita e tritura tutto e tutti. E’ critica della crescita ad oltranza e dell’interesse egoistico ed antropocentrico. In estrema sintesi il veganismo etico di cui GURUY si serve, è una vera filosofia di vita del singolo che diviene soggetto pubblico e politico, partecipe di una lotta di demolizione e rifondazione della società umana secondo principi sostanzialmente opposti a quelli attualmente considerati. Tutto questo GURUY si è ben guardato dal dirlo, ma in compenso ha fatto i “test sui sapori” per la Veg shopping guide pubblicata nel suo sito web.
Molte persone si sono giustamente scandalizzate apprendendo ciò che il nostro beniamino ha scritto nel suo sito web o affermato pubblicamente: un’ampia raccolta di sue esternazioni non proprio edificanti la si può leggere sia in italiano3, che in inglese direttamente sulle sue pagine web4, sicuramente chi ha organizzato il suo tour italiano non ne era a conoscenza, e quando ne ha preso atto non ha ritenuto opportuno annullare l’evento, fortunatamente ci ha pensato lo stesso GURUY che a causa del suo sconfinato ego non ha retto allo “scontro di civiltà” verificatosi tra il suo essere americano e la nostra atavica ignoranza in fatto di lingue straniere; risultato: GURUY ha annullato d’imperio tutte le date del suo tour in Italia e se ne è ripartito per le americhe con il biglietto pagato da noi poveri ignorantoni del vecchio continente5.
Ma per quale recondito motivo dei gruppi e delle associazioni italiane che si definiscono antispeciste hanno potuto prendere un abbaglio del genere invitando GURUY in Italia? Tragicamente il vero problema non è GURUY e le sue esternazioni, ma il fatto che molte persone antispeciste italiane lo abbiano considerato un attivista degno di nota da appoggiare, e supportare. Sarebbe infatti bastato effettuare una semplice lettura critica del famoso video per trarre le stesse conclusioni tratte in questo scritto sulle sue posizioni: un generico e superficiale veganismo inteso come stile di vita senza alcuna pretesa politica; un veganismo personale comodo e semplice da ottenere mediante un criterio di sostituzione, incapace di svincolare le persone dagli ingranaggi di una società che non avrebbe alcuna difficoltà a fagocitare i nuovi consumatori vegani assecondandone le esigenze di mercato per trarne profitti e vantaggi.
Non v’è traccia della filosofia vegana etica di cui parla l’antispecismo in GURUY, eppure egli non esita a servirsi del concetto di specismo come argomento nei suoi interventi, ed è stupefacente che molte persone antispeciste si siano fatto così facilmente condizionare dalla sua notorietà sui social network, e dal suo esercito di fans dal “mi piace” facile.
Quanto accaduto merita una riflessione, se non altro per capire il grado di maturità che l’antispecismo ha raggiunto nel nostro paese; per quanto ci riguarda la nostra posizione è stata ben chiara sin dall’inizio di questa curiosa vicenda di spettacolarizzazione e banalizzazione dell’etica vegana che ci ricorda un po’ il Tom Cruise di Magnolia6. Chi ha bisogno di GURU Yourofsky?
Noi no, grazie.
Note
1) Per approfondimenti: http://en.wikipedia.org/wiki/Gary_Yourofsky
2) http://www.youtube.com/watch?v=8DQoJTwEN0Q
3) http://asinusnovus.wordpress.com/2012/09/01/whats-wrong-with-yourofsky/
4) http://www.adaptt.org/animalrights.html
5) https://delmangiarfiori.wordpress.com/2012/10/08/diario-di-una-diva-gli-animalisti-e-la-sindrome-di-stoccolma/#more-2830
6) http://www.youtube.com/watch?v=bbanWHx5AFQ
Foto in apertura: Gary Yourofsky fonte Wikipedia
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Un altro contributo interessante sull’affaire Gary, o Guru che dir si voglia, si trova qui: http://oltrelaspecie.blogspot.com/2012/10/gary-yourofsky-dal-pianeta-vegan-e.html
Grazie Marco per la segnalazione interessante
Si riceve da Animalisti Friuli Venezia Giulia (http://animalistifvg.blogspot.it/) e si pubblica:
Abbiamo avuto modo di seguire la “questione GY” attraverso i fiumi di parole che hanno inondato Facebook negli ultimi mesi e approfittiamo di questa occasione per esprimere il nostro punto di vista sula vicenda, che ci ha in qualche modo indirettamente coinvolti. Non conoscevamo gli scritti di Yourofsky, di lui conoscevamo solamente il video che da tempo gira in rete. Ad agosto ci è stato segnalato un suo saggio che abbiamo letto con attenzione, trovandovi dichiarazioni che riteniamo non solo imbarazzanti ma di una violenza inaspettata. E’ stata nostra premura verificarne la fonte, che si è rivelata attendibile (si tratta del sito della fondazione di Yourofsky, ADAPTT.ORG). La cosa ci ha lasciati sinceramente spiazzati e, nel desiderio di capirne di più (la “bomba” era esplosa in rete, si assisteva in quei giorni a una vera e propria levata di scudi in favore di GY da parte di moltissime persone) abbiamo deciso di scrivere a Yourofsky. Lo abbiamo fatto ponendoci con educazione e assoluta mancanza di polemica, nel desiderio di comprendere come lui si ponesse oggi (il saggio è di alcuni anni fa) nei confronti di certe posizioni. Ora, definirle “posizioni” è un mero atto di cortesia: parliamo di apologia di stupro, sodomia e pena capitale. Per quanto qualcuno si possa affannare a sostenere che sono dichiarazioni estrapolate da un contesto più ampio e articolato, le riteniamo dichiarazioni comunque e in ogni caso indifendibili. Precisiamo però che, nonostante la nostra posizione sia molto chiara, i toni della nostra mail erano semplicemente interlocutori e in alcun modo aggressivi.
Ci siamo presentati per ciò che siamo, attivisti per i diritti animali e vegani.
La risposta di Yourofsky non si è fatta attendere: toni stizziti, modi veramente arroganti, una supponenza che ci ha lasciati di stucco. (“I’d say I am doing an amazing job representing the animals. I AM AN ACTUAL ACTIVIST.” è una delle frasi più modeste del suo scritto).
Un eroe di cartapesta, e ci permettiamo di aggiungere un uomo pieno di sé, che disprezza attivisti e vegani (“fucking vegans” sono sue parole, chiedetelo a chi era presente alla data di Faenza) gli stessi attivisti che lo reclamano a gran voce, che lo venerano come una rockstar, che gli pagano il biglietto per venire in Italia , che si sobbarcano le spese per il tour nelle varie città.
L’amarezza per noi, in tutta questa misera storia, non è stata data tanto da Yourofsky con le sue parole di odio e di violenza, con il suo giustizialismo da bar sport (sottoscrive ancora oggi le sue dichiarazioni con un lapidario “nothing has changed. I stand by every word I ever wrote.”), quanto dalle reazioni che abbiamo visto in rete da parte di tanti animalisti che lo hanno giustificato, minimizzando (o forse condividendo?) la sua imbarazzante visione di una società fondata sulla legge del taglione e scagliandosi contro chi ha avuto l’indicibile “sfrontatezza” di toccare il totem.
Una curiosità: come mai è sparito il mio commento di qualche giorno fa (oltre al commento di un’altra ragazza)??
Ciao Paolinik, di quali commenti parli? sul blog di Veganzetta i commenti pubblicati non vengono cancellati
Ciao Veganzetta, se è vero che non cancellate mai i commenti mi sa che avete avuto qualche problema visto che, come ho detto, c’era il commento di una ragazza al quale seguiva il mio (non riferito al commento della ragazza ma all’articolo su Gary) :(
Mi spiace perché il mio era un post abbastanza articolato e mi sarebbe piaciuto confrontare la mia opinione con altri.
Vabè… se troverò il tempo cercherò di rifare gli stessi ragionamenti e ripostare…
Ciao Paolinik,
Per ora risulta solo che ti sei registrato/a il 5/11 e hai postato questi due commenti. Se riesci a trovare il tuo commento volentieri verrà pubblicato.
Scusa per questo spiacevole inconveniente tecnico che non dipende dalla volontà di chi gestisce il sito web.