Processo Green Hill: Approfondimenti sulla terza udienza e dichiarazione di Luana Martucci


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Lunedi’ 26 maggio si è svolta la terza udienza del processo per la liberazione dei Cani dal lager di Green Hill presso il Palagiustizia di Brescia.
L’udienza è stata rinviata ad Aprile 2015 per il riconoscimento da parte della giudice del legittimo impedimento avanzato dall’avv. Arena, che difende la maggioranza delle persone umane imputate, e che rappresenterà la LAV come parte civile nel processo contro Green Hill che si aprirà il 23 giugno 2014. Lo stesso ha anche accennato a un’eventuale strategia difensiva con funzione rieducativa per le persone imputate che sospenderebbe in questo modo il processo.
Si tratta dell’applicazione di una legge delega al governo per introdurre una modifica al codice penale che inserisce la messa alla prova in pendenza del processo per estinguere determinati reati. La messa alla prova prevede un periodo di lavori socialmente utili e l’affidamento ai servizi sociali con valutazione del percorso rieducativo. Questo tipo di difesa non riconosce nell’azione di quel giorno un atto giusto e doveroso, ma anzi tende a reificare, riconoscendo il reato di furto, gli Animali considerandoli oggetti e proprietà, ed è quindi incompatibile con una posizione liberazionista. 
Ritengo che l’unico senso di essere in quell’aula sia per me sostenere una rivendicazione piena e forte della liberazione animale, come pratica di giustizia e solidarietà con tutti gli esseri senzienti da noi umani oppressi. Non individuo alcuna possibilità di dialogo, essendo la legge stessa che dovrà giudicarmi specista, e subendo io stessa la repressione che il sistema pone in atto per mantenere il controllo sugli Animali umani e non. La liberazione animale è necessaria, urgente e non contrattabile. Queste strategie di difesa non fanno che posticipare un’esplicita rottura con leggi ingiuste attraverso dichiarazioni che sostengano la liberazione animale, e che permettano agli Animali di essere riconosciuti, anche per un solo momento, come persone non umane verso le quali abbiamo dei precisi doveri.
Per vivere una vita degna e libera, liberazione totale!

Metto a disposizione il testo che avevo intenzione di leggere in aula nel corso dell’udienza.


Ricordando il 28 aprile

Sono chiamata oggi a rispondere in questo tribunale di un atto che ritengo giusto, responsabile e doveroso: la liberazione dei Cani dal lager di Green Hill. Sono partita da casa con l’intenzione non solo di partecipare ad una manifestazione di protesta, ma , se possibile, di intervenire per liberare gli Animali per dare loro la possibilità di avere una vita degna. Questi Animali, dopo una lunga mobilitazione nazionale che chiedeva la chiusura del lager di Green Hill, continuavano a trovarsi in una situazione di privazione della libertà, tortura, e condanna a morte certa. Non c’era possibilità e intenzione di intervenire, perché tutto ciò è previsto dalla Legge. Per questo motivo ritengo di aver agito in stato di necessità: per tutelare qualcuno che non poteva tutelarsi da solo. Non scorgo nelle leggi che regolano la nostra società una possibilità di aiutare gli Animali, considerati schiavi, cibo, divertimento, vestiario. Penso che l’attuale sistema di leggi non ritenga gli Animali degli individui con diritto a vivere liberamente, bensì poco più che meri oggetti a nostra disposizione.
Le circostanze verificatesi durante la manifestazione del 28 aprile 2012 sono state favorevoli all’azione di liberazione. Ho scavalcato il filo spinato, e ho posto in essere tutto ciò che era necessario a liberare degli individui che desideravano come ognuno di noi una vita libera. Ho invitato chi era presente a entrare nel lager per portare soccorso a questi esseri senzienti che considero persone non umane. L’oppressione, la schiavitù, la prigionia sono condizioni che richiedono un intervento di aiuto immediato a cui non possiamo sottrarci a prescindere da chi le subisce. Quel giorno molte persone non si sono sottratte dal portare solidarietà e aiuto a chi era ridotto come uno schiavo e condannato a un destino terribile.

Oggi pertanto sono in quest’aula accusata di reati che mi rifiuto di concepire, perché laddove la legge vede un furto di una proprietà, io vedo la liberazione di un essere senziente prigioniero.
Quando parlo di Cani, parlo di Animali, quindi di esseri senzienti che hanno relazioni, dei figli, desiderano vivere ed essere libere, rifuggono il dolore e cercano il piacere. Individui con una propria storia, cultura intesa come consuetudini e comportamenti trasmessi dai genitori, affetti, conoscenze e volontà autonoma di vivere e di relazionarsi con altri individui. Ciò mi porta a considerare gli Animali delle persone che non appartengono alla specie umana: delle persone non umane e come tali andrebbero trattate. Persone come tutti noi che non avrebbero mai scelto per se stesse un destino atroce e per tale motivo è un dovere morale di ognuno aiutarle a uscire da tale situazione.
La legge è un insieme di norme che serve a regolare e a far funzionare un sistema vigente, e non è sinonimo di giustizia: io infatti ritengo che la legge in vigore sia ingiusta, liberticida e specista. Che permetta lo sfruttamento e l’uccisione di persone non umane, e che punisca chi cerca di liberarli. Pertanto in coscienza non la riconosco: la subisco perché vi sono costretta.
Non mi sottraggo al giudizio del processo, ma sottolineo il mio stato di costrizione, e che la mia è una critica forte a un sistema specista, che si avvale di leggi speciste e repressive. Mi sento estranea a queste logiche messe in atto da chi mi giudica, per un atto che ritengo legittimo e positivo e che rifarei.
Solidarietà a tutte le persone umane e non umane represse, sfruttate, imprigionate a cui non riusciamo ad arrivare.
Solidarietà con l’azione di liberazione dei Topi e Conigli del dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano, e con ogni altra liberazione.
Auspico la liberazione nelle scelte responsabili che tutti i giorni possiamo compiere.
Lasciamo liberi di vivere tutti gli esseri che lo desiderano, per non essere più complici della loro oppressione.

Buona liberazione a tutte/i

Luana Martucci


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